Crisi sì, non per tutti però. Nello stesso periodo in cui la Renault taglia 7.500 posti di lavoro (tra pensionamenti previsti e non sostituiti); la Fiat chiude, per due anni, lo stabilimento di Melfi, in compagnia di Ford e Peugeot che chiudono fabbriche all’estero; e di Opel e Volvo, che non attraversano certo un periodo confortante, c’è una porzione del mercato automobilistico i cui attori sembrano immuni da qualsiasi forma di crisi o flessione. Si tratta del settore del lusso, dei marchi d’alta ed altissima gamma che hanno “sbancato” il 2012 e le cui prospettive future sono ancora più rosee.
**In Europa c’è la recessione che affonda il mercato delle auto**, ma nel segmento per ricchi e super-ricchi, di quella recessione non si vede nemmeno l’ombra. Tranne in Italia: crisi+superbollo+caccia agli evasori hanno letteralmente mandato al tappeto le vendite e le immatricolazioni di auto d’altissima gamma sono crollate del 44% (Ferrari e Maserati hanno addirittura accusato una flessione superiore, rispettivamente del 57% e 72%). Ma a livello mondiale è tutta un’altra musica: la produzione della Lamborghini è aumentata del 30% a 2.083 esemplari. Merito soprattutto del Nord America, dove il Toro ha immatricolato il 53% delle vetture in più. E la Ferrari ha mantenuto la sua promessa di vendite da primato per il consuntivo 2012. I record di Ferrari e Lamborghini non costituiscono un’eccezione: Rolls Royce, il marchio inglese controllato da Bmw ha chiuso il 2012 con 3.575 auto consegnate a livello globale, che rappresentano il miglior risultato di vendite nei 108 anni di storia del marchio britannico.
**Oltre che le superpremium molto bene vanno** anche le fasce premium: la stessa BMW, casa madre di Rolls Royce, pur soffrendo un po’ in qualche singolo mercato europeo a sua volta ha battuto nel 2012 ogni record grazie a Usa e Cina, chiudendo il 2012 con un record storico: le vendite più alte di tutti i tempi con 1.845.186 vetture consegnate tra BMW, Mini e Rolls-Royce. L’aumento rispetto al 2011 è stato di oltre il 10%. La crescita è sostenuta dai mercati in espansione – su tutti la Cina – ma anche dall’incredibile prestazione di Stati Uniti e Canada: in Nord America si registrerà un aumento del 52%, a testimoniare l’ottima salute di un mercato che ha saputo risollevarsi molto più rapidamente di quanto si potesse prevedere. Come il settore auto, anche quello immobiliare non conosce crisi ma soltanto nel segmento della compravendita di case di lusso, che nel 2012 non è calata, nonostante la significativa contrazione del mercato. Non soltanto in nazioni come la Grecia e la Spagna, ma anche nel nostro Paese. Proprio in Italia, rispetto allo scorso anno, si è registrato il maggior incremento per quanto riguarda gli acquisti di immobili di lusso, forse perchè chi ha a disposizione maggiori risorse economiche, ha pensato di investire i propri risparmi in abitazioni di un certo valore. L’incremento del mercato immobiliare in tal senso, è stato in parte sostenuto anche da investitori provenienti da altri Paesi europei.
**Dal mercato immobiliare alla moda.** In un’intervista rilasciata al Financial Times, l’Amministratore Delegato di Ferragamo, Michele Norsa, ha annunciato un rialzo dei prezzi europei dei prodotti dell’azienda da lui diretta di alcuni punti percentuali. Ferragamo non è la prima multinazionale della moda a compiere questa scelta, visto che il colosso francese LVMH ha appena elevato dell’8% i prezzi per il mercato europeo dei prodotti delle sue controllate – marchi celebri come Louis Vuitton, Dior, Kenzo, oltre alle firme italiane Fendi e Bulgari. In apparenza un fenomeno – quello dell’aumento dei prezzi – che sembrerebbe contraddire l’elementare legge della domanda e dell’offerta: in tempi di crisi e di calo dei consumi, i prezzi dovrebbero scendere e non salire. La risposta, in realtà è semplicissima e non cela contraddizioni: ormai i migliori acquirenti delle boutique in cui sono commercializzati abiti e borse di Ferragamo e delle grandi firme della moda sono fuori dall’Europa, incarnati in prevalenza dai turisti provenienti dalla Cina, che garantiscono loro ormai il 70% delle vendite totali negli empori più importanti. I cinesi che visitano l’Europa nono solo sono sempre più numerosi, e per giunta sempre più ricchi, visto che il reddito pro capite in Cina si è quadruplicato dal 2000 ai giorni nostri. Ecco perché la decisione di aumentare i prezzi presa da Ferragamo è perfettamente in linea con le leggi di mercato della domanda e dell’offerta. La domanda sta infatti aumentando in maniera rilevante, al punto di giustificare l’aumento: è solo cambiata la composizione della stessa, con i compratori dei paesi emergenti che stanno rimpiazzando quelli di casa nostra.
**In un contesto worldwide la geografia del consumatore** cambia rapidamente: ma quale Italia, Grecia, Spagna…in un mondo grande quanto un condominio si sfruttano le potenzialità dei “nuovi ricchi”. E i “vecchi poveri”? Un lusso che l’alta gamma non può più permettersi. Vittime della cattiva globalizzazione, sono destinati a rimanere nell’ombra e ad essere snobbati. Storie di un villaggio globale che non ha più confini. Storie di un mercato-padrone che, impossibile da imbrigliare, va soltanto là dove batte il sole.
di **Ivano Basile**