Non sono certo semplici pois quelli che affollano i bracciali, le decoltè, gli occhiali, le borse, i fuseaux di casa Louis Vuitton, e che caratterizzano la mini collezione inaugurata dalla maison francese lo scorso 10 luglio al Whitney Museum di New York. Lo sposalizio tra l’arte e la psiche umana è stato, questa volta, sancito dall’eccentrica personalità avanguardista dell’artista, ex stilista, nipponica Yaoi Kusama, attraverso una sinestesia che racchiude nel pois una spiritualità contorta che ricorda un animo scosso da allucinazioni infantili e alleviato da terapie psichiatriche.
Assomigliano ai puntini che caratterizzavano le ossessioni di tutta una vita quei pois proiettati sulle costosissime creazioni di casa Vuitton. «La terra è un puntino. Le stelle sono tanti puntini. Tutti noi siamo milioni di piccoli puntini. Nell’infinito». All’età di 83 anni l’artista donna più quotata al mondo porta ancora dentro di sé la voce della bambina che negli anni Trenta guardava il cielo, ossessionata dal timore che le stelle potessero caderle in testa. In terapia psichiatrica da 70 anni la ragazza di buona famiglia che scandalizzò il bel mondo per essersi trasferita in America, a caccia di sogni, inaugura il suo ritorno nel contesto mondano lungo la 57esima strada, svelando le vetrine da lei disegnate per il marchio francese più famoso al mondo, su invito del direttore creativo Marc Jacobs. Tuttavia quello di Kusama non è un debutto, dal momento che , tra le molte esperienze del periodo newyorkese degli anni Cinquanta e Sessanta, tra un happening nudista e una lettera pacifista e surreale all’allora presidente Nixon, l’artista fu anche stilista, oltre che proprietaria di un negozio di «moda d’avanguardia».
Con la sua parrucca rosso carminio, la tunica gialla a pois neri ed il suo orgoglioso sarcasmo giovanile accompagnato da uno spirito anticonformista, Kusama ha scelto di non mettere in vetrina la sua anima, vietando di esporre le sue creazioni nelle vetrine da lei decorate per i negozi Vuitton. Una scelta profonda e comprensibile, quella dell’artista amica di Donald Judd e Andy Warhol. «Ci sono cose che puoi comprare con i soldi, altre che non puoi comprare. La spiritualità non puoi comprarla» ha ribadito ai giornalisti l’anziana regina dell’avanguardia dalla sua sedia a rotelle tempestata di pois. Un invito naturalmente accolto da Yves Carcelle, presidente e amministratore delegato del colosso del lusso che, vantando un fatturato, nel 2011, di 6,6 miliardi di euro, pur preservando la spiritualità di Kusama dagli occhi indiscreti della vetrina con affaccio sulla 57esima strada, la vende, nei 461 negozi di tutto il mondo, al prezzo “esclusivo” del marchio francese più prestigioso sulla ricca passerella della moda.
di Samantha De Martin