Si chiama The Shard, La Scheggia, ed è l’edificio più alto d’Europa la nuova costruzione frutto dell’avventura militante con cui Renzo Piano conquista Londra regalandole un gioiello firmato Italia che svetta incontrastato tra i tetti ed i capolavori regali di una città da sempre simbolo di progresso e innovazione. L’idea di una metropoli «che cresce non più per espansione ma per implosione, che smette di consumare spazio ma riempie i buchi neri, bonifica i terreni un tempo industriali o ferroviari, trasforma le periferie-dormitorio in un luogo di vita e di scambio» ha condotto l’architetto ad approdare alla costruzione del suo imponente capolavoro in un quartiere, Southwark, che anticamente costituiva una delle aree più povere della capitale britannica e che fa da sfondo a numerosi romanzi di Charles Dickens.
Scommette sul futuro di un continente provato dalla crisi, Renzo Piano, capace di attrarre per questo progetto un miliardo di investimenti privati da tutto il mondo, coinvolgendo circa 1500 lavoratori di sessanta nazionalità diverse a lavoro per tre anni senza alcun incidente e che il prossimo 5 luglio, alla presenza del premier Cameron, consegneranno alla città la sua Torre di Babele all’avanguardia. Una Torre senza cima né fine, un monumento che stempera la sua estremità nella mille sfaccettature delle sue cristalline schegge che, fendendo il cangiante cielo inglese, si smarriscono negli inconsistenti abissi dell’oltre. «È un’immagine dell’uomo che anela all’infinito, non lo raggiunge mai, ma proprio per questo non smette di desiderarlo. La nostra non è un’arte celibe e vuota: deve cogliere i cambiamenti e alimentarli» ha dichiarato il celebre costruttore genovese settantaquattrenne, autore del Centre Pompidou di Parigi e del nuovo palazzo del New York Times a Manhattan.
di Samantha De Martin