Per Gjulia non è la prima volta in un club così prestigioso: il suo debutto on stage lo ha avuto all’ Half Moon Putney di Londra. Noi abbiamo avuto modo di conoscerla durante una serata di Muccassassina, in cui ha presentato il suo primo singolo, accolta con grande entusiasmo dal pubblico romano. Lo stesso pubblico che siamo sicuri riempirà lo storico Club di Via Tagliamento e che avrà modo di sentirla esibirsi accompagnata dai suoi musicisti con delle versioni acustiche del suo cd. Siete tutti invitati al Piper Club giovedì 31 maggio per scoprire questa giovane artista. Intanto leggete cosa ci siamo detti.
Ci parli un po’ di com’è iniziata la tua carriera e delle sue tappe più significative?
L’amore infinito e la predisposizione per la musica ci sono sempre stati. Ho sempre saputo che avrei voluto e avrei fatto questo! Non ci sono mai state alternative o piani B. Finito il liceo mi sono finalmente dedicata in modo professionale alla mia passione trasferendomi a Londra per studiare, imparare, per costruire al meglio la mia carriera. In questo mestiere ci vuole si talento ma anche tanta fortuna, ed io ne ho avuta incontrando persone di talento capaci e professionali che hanno visto qualcosa in me e mi stanno aprendo le porte di questo mondo. Ma, ripeto, di base ci vuole molto studio e una grande passione.
Sappiamo che sei nata da genitori italiani la J nel nome ha un significato preciso per te o è un solo un vezzo artistico?
I miei genitori sono italiani, ma con loro ho vissuto moltissimo in giro per il mondo. Ho scelto di chiamarmi Gjulia perché rappresenta ciò che sono, quali culture ho avuto modo di incontrare e da cui ho attinto per diventare la persona che sono adesso.
Roma e il Piper Club. Cosa significa per te questo show?
È sicuramente un grande onore avere la possibilità di esibirmi su un palco così prestigioso: quando si pensa al Piper Club, non si può non pensare alla sua storia, a tutti gli artisti, italiani e internazionali, che hanno calcato quel palcoscenico.
Sei molto giovane chi sono i tuoi modelli da un punto di vista musicale?
Gli artisti che più di tutti mi hanno spinto a scegliere di fare questo mestiere fanno parte della “vecchia scuola". Da Johnny Cash, a Elvis, Etta James, Ella Fitzgerald, tutta la musica soul e country, che ascoltavo nei miei viaggi da una nazione all’altra. Ma ovviamente ascolto anche tutta la musica: adoro i Maroon 5 e Shania Twain!
di Marco Farroni