Ravenna – Anarchico, irriverente, geniale. Phil Mulloy, ospite d’onore al Mosaico d’Europa Film Festival di Ravenna, è un uomo semplice che a colazione chiede muslei e non li trova. “Non sapevo che in Italia non conoscessero qualcosa di cosi semplice per la colazione del mattino”. Glielo sento dire mentre ci incrociamo nell’albergo Galletti Albiosi nel centro della città, quartier generale dei cine-festivalieri. Nato nel 1948 a Wallesey in Inghilterra, questo irriverente artista multifacial (regista, disegnatore, animatore e tante altre cose) è davvero un autore difficile da descrivere. Dopo venti anni di lavori assolutamente originali che utilizzano principalmente figure bidimensionali stilizzare e scheletriche è stato pluripremiato in numerosi festival in giro per il mondo.
Un vero autore controccorente che riesce con le sue pantomine dure e violente a mettere sotto accusa l’ipocrisia della razza umana. “I miei lavori traboccano di sesso, violenza, religione, ipocrisia, stupidità, avidità, omicidio, morte e follia” dice con una serietà disarmante “In quanto sono convinto che sia l’unico modo per mettere a nudo la natura umana. I personaggi che descrivo si possono considerare degli anti-eroi spinti da pulsioni decelebrate e de-umanizzate”. Infatti le sue grafiche-animate (ordinate e minimaliste) disegnate con inchiostri spesso neri, interagiscono in favole nere acide e provocatorie che insistono senza annoiare sulle tragiche tristezze umane. “Penso che in questa maniera possono essere lette come antidoto a tutto che è kitch e sentimentale. Una “satira grottesca” che in fondo ci raggruppa tutti. Le bassezze di un gruppo, come nel caso degli “alieni” Zorg della trilogia Intolarance (presentato nel suo complesso proprio l’altra sera al Festival N.d.R.), ci rappresentano in toto. Non per nulla li rappresento con gli attributi maschili al posto della testa. L’ironia è evidente: siamo in una razza “decelebrata” in via di estinzione per la nostra stupidità!” Ed è proprio per questo che Mulloy è arrivato al Mosaico, un artista non convenzionale, ma con una genialità che lo contrddistinque. “E’ nostro ospite perché lo conoscevano sul territorio” mi conferma il direttore artistico Alberto Achilli a proposito della presenza di Mulloy a Ravenna “E abbiamo voluto tributargli quasi la sua totale filmografia, in quanto supera il concetto dell’animazione solo per bambini”. Infatti tutto il lavoro di Mulloy travalica qualsiasi sentimentalismo infantile. “L’aspetto più misero della natura umana” continua Mulloy “è un concetto che dovrebbe essere più indagato. Prendiamo ad esempio l’identità sociale e sessuale. Due problematiche che mettono a dura prova il nostro essere. Non per nulla si arriva ad uccidere per questo”.
Ed il rimando va all’ultima parte di Intolerance in cui la razza umana si autodistrugge convinta che esista un popolo diverso dal suo. Film come The Ten Commandments, The Sound of Music, The History of the World, decrivono senza pietà il passato ed il presente dell’umanità, con tutte le sue crudezze e crudeltà. “La grafica dura ed essenziale raccontano un mondo tristimente succube del desiderio fisico , senza più inibizioni, dove l’omicidio ed il massacro sono crimini meno gravi…” Le sue parole rendono perfettmente il suo pensiero critico e nichilista sull’essere umano. Domani l’artista terrà una masterclass assieme a Vera Neubauer, Simone Massi, Julia Gromskaya che precederà l’anteprima del suo lavoro più recente dal titolo Dead But Not Buried. La storia di uno scandalo erotico con sfumature da melò sessuale (i protagonisti sono lo psicopatico Mister Christie e un marinaio francese) che si diramano fino al segreto della vita eterna. “Si tratta di una combinazione di espressionismo ed immaginario punk” spiega Mulloy “guidata da un cinico scetticismo, che però sa combattere il male con la “forza morale” della risata”. Unico atto umano ancora eticamente sostenibile.
di Roberto Leggio