Ci sono festival che nascono per il gusto di mostrare il cinema, altri che si mettono in competizione, altri ancora che scoprono il piacere della settima arte. E’ accaduto l’anno scorso con la prima edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival, una gara a colpi di cortometraggi concepito, organizzato e gestito direttamente dalla prestigiosa Università Veneziana. Il successo è stato strepitoso, così sull’onda lunga (impensabile per gli organizzatori) dell’entusiasmo, il primo festival in Europa di questo genere ha bissato gli orizzonti. La seconda edizione si svolgerà dal 28 al 31 Marzo (in anticipo di tre mesi al contrario dell’anno scorso) nella bella cornice del Teatro Auditorium Santa Margherita a Venezia. Ancora una volta, quindi si tratta di un giocoso “campionato mondiale” di cinema studentesco, radiografia dell’immaginario a venire, nel nome di un confronto diretto con la generazione 2.0 per comprendere come il cinema sta cambiando e quanto alcune prestigiose scuole di cinema non abbiamo saputo comprendere gente come Spielberg e Tarantino.
Alla guida del Festival è ancora il critico Roberto Silvestri, coadiuvato da una squadra veneziana e internazionale di docenti universitari, di professionisti del cinema e della cultura, provenienti dall’esperienza di Ca’ Foscari Cinema, coordinata da Roberta Novelli e dal rettore Carlo Carraio, che tra l’altro, ha dato carta bianca al regista giapponese Tsukamoto Shin’ya, di elaborare la locandina di questa seconda edizione. Fa bella vista quindi la bellissima immagine tratta dal suo ultimo film Kotoko, vincitore della sezione Orizzonti all’ultimo festival di Venezia. Oltre al concorso internazionale, il programma si arricchisce di un programma che spazia in tutte le forme dell’audiovisivo correndo dietro alle tante tecnologie che permettono a tutti di fare cinema. Infatti si è cercato di dare molto spazio alla creatività dei videomaker della Fabbrica “benettoniana”, Big Rock, la scuola di computer grafica tutta italiana che vanta collaborazioni con colossi quali la Dreamworks e la Pixar e alla Echo Park Film Center di Los Angeles, una scuola di cinema speciale. Non è anormale che tra gli eventi spicchino la riscoperta di Godfrey Reggio (quello di Koyaniskatzi) che nella sezione Fabbrica presenterà il suo nuovo mediometraggio Evidence ancora una volta musicato da Philip Glass, che parla del rapporto tra i bambini e la televisione. Altra chicca è We are Postmodern di Alka Sadat, un ritratto di vita dell’Afghanistan di oggi visto con gli occhi dei bambini di strada.
di Roberto Leggio