Un vero paradiso per i turisti, il Rajasthan è una destinazione assolutamente da non mancare, un’esperienza che rimarrà a lungo impressa nella vostra memoria. Probabilmente si tratta dello stato più conosciuto di tutta l’ India, perché in Rajasthan si possono trovare riuniti molti degli elementi che, in letteratura e nell’immaginario comune, hanno forgiato l’idea della terra da favola esotica. La suddivisione in piccoli clan dei Rajput, dal medioevo signori di queste terre, ha fatto sì che ogni città divenisse un piccolo regno a sé.
Ogni città offre fortezze e palazzi cesellati e costruiti con la raffinatezza unica dello stile Rajput o indo-islamico. Questo particolare genere architettonico è il prodotto della fusione delle cultura indù con quelle che si susseguirono nel medioevo e oltre come dominanti. E la popolazione, tra le più povere dell’India al di fuori di coloro che sono inseriti nei circuiti dediti al turismo, mantiene inalterati abbigliamento e tradizioni antiche: gioielli, tessuti, turbanti, fogge e colori indimenticabili.
Le tradizioni decorative, architettoniche e pittoriche - tanto quella indù occidentale, quanto quella dei conquistatori - si incontrarono qui dando frutti magnifici, grazie ad una base di influenza comune, grandiosa e pre-islamica: la tradizione della confinante Persia ( oggi Iran ). Non bisogna dimenticare che lo stato del Pakistan, che oggi si frappone ai due colossi, è frutto di una partizione politica avvenuta nel 1947, ma che fino ad allora le popolazioni e le carovane erano fluite da un lato all’altro del fiume Indo durante millenni.
A memoria dei fiorentissimi commerci, si possono visitare le meravigliose Havelis, le magioni affrescate dei commercianti Marwari, nella regione dello Shekhawati. E per non dimenticare nemmeno che tutti i confini e le dogane moderne hanno avuto poco senso durante secoli per buona parte dell’umanità, basta osservare quanto resistano qui intatti, perfettamente amalgamati ed affascinanti usi e costumi di popolazioni che lasciarono la zona circa un millennio fa per giungere dopo secoli di peregrinazioni in Europa. La popolazione di Samode, deliziosa cittadina alle porte dello Shekhawati, è composta per esempio in buona parte da Kalbeliyas, una casta da sempre dedita all’intrattenimento di strada e nella cui musica, danza e nei loro costumi ritroverete certamente tracce dei Gitani di Spagna.
L’attuale confine col Pakistan si snoda attraverso il deserto del Thar, ed è in parte minato. Ma un buon assaggio del Grande deserto indiano si può avere comunque in totale sicurezza, approfittando delle numerose escursioni a dorso di dromedario che partono da Jaisalmer, straordinaria città-fortezza, oppure visitando Bikaner e Deshnoke, col celeberrimo tempio dei topi, tra gli ultimi avamposti prima del deserto vero e proprio.
La catena montuosa degli Aravalli separa longitudinalmente le terre aride da quelle che, un tempo, furono giungla e che oggi presentano piccoli laghi, giardini magnifici e terreni coltivati. Sulle pendici di questa catena montuosa e ad Est di questa, si trovano alcune delle città gioiello del Rajasthan, imperdibile Udaipur ( forse, in parte, affine però alla connotazione veneziana di città-museo) Jhodpur dal rinfrescante colore azzurro, o gioielli medievali meno noti come Bundi, ma anche parchi naturali ove è possibile, armati di molta pazienza, scorgere gli animali che la furia umana ha ridotto alla quasi estinzione, come tigri, leopardi, caracal.
Il Rajasthan costituisce l’habitat ideale per moltissime specie di volatili, ed inoltre si trova sulla rotta migratoria di uccelli provenienti da zone lontanissime. Un buon posto per unire il safari fotografico alla meraviglie architettoniche è la poco frequentata Kumbhalgarh, a Nord di Udaipur, dove si trova uno dei migliori esempi di architettura difensiva Rajput, immerso in una bella campagna: 36 Km di bastioni e sette porte protessero questa meravigliosa fortezza - oggi hotel di lusso - che racchiude templi e palazzi e che cadde solo sotto l’attacco Moghul, che riuscirono ad avvelenarne le acque. Questa fortezza fu seconda in importanza nella zona solo al monumentale e bellissimo forte di Chittaurgarh (Chittor) una delle più antiche città dello Stato, teatro di celebri leggende legate all’eroe rajput Bappa Rawal, alcune delle quali lo vogliono addirittura fondatore del luogo, sebbene Chittor risalga certamente a un’epoca precedente. A Ovest del forte di Kumbhalgarh si estende l’omonima riserva naturale, abitata anche da adivasi delle tribù Bhils e Garasias.
E’ impossibile parlare del Rajasthan senza menzionare il suo straordinario artigianato. Nei mercati di ogni villaggio e città potrete acquistare stoffe ricamate o stampate a mano, oggettistica in legno, babbucce da sogno, gioielli in argento, miniature e tutto ciò che siamo abituati a vedere ormai sulle bancarelle, ma anche in raffinati negozi, delle nostre città. Normalmente i prezzi sono abbastanza abbordabili, ma poiché stiamo parlando dello stato indiano più noto, considerate che sono probabilmente esorbitanti rispetto a quello che potreste pagare in altri Stati meno turistici.
La capitale dello stato è Jaipur, una città relativamente recente, fondata nel 1727 in un contesto collinoso piuttosto arido. Sono molti i palazzi celebri e un po’ stravaganti di questa grande città, che merita una accurata visita; uno fra tutti lo Hawa Mahal ( il palazzo dei venti ) un edificio rosa alto cinque piani con una infinita serie di finestre e balconcini traforati, pensato per permettere alle signore della casa di osservare, non viste, le parate e il mondo stando al fresco. In realtà si tratta poco più di una facciata, il tutto ha lo spessore di pochi metri. Ma il vero gioiello é a circa 10 Km ed è la fortezza di Amber, sede dell’ antica capitale.
Particolarmente interessante in Rajasthan è l’espressione musicale. Se non potete permettervi la permanenza nei lussuosissimi palazzi dei Maharaja, quasi tutti oggi adibiti ad hotel, non perdetevi almeno uno tra i numerosi mercati regionali del bestiame. Certo, cenare con la squisita cucina rajasthana, in un palazzo da mille e una notte al ritmo ed alle volute delle voci del deserto è un privilegio raro.Ma anche ascoltare gli appartenenti alla casta dei menestrelli, i Langas o i Manganyars, cantare le loro ballate epiche e romantiche tra i fuochi al tramonto e le tribù di allevatori giunte per uno dei numerosi mercati del bestiame da tutta la regione - celeberrimo quello di Pushkar di Kartika - tra vesti sfarzose, elaborati e coloratissimi turbanti e spettacoli di marionette, è un’esperienza degna di Marco Polo.
Se preferite celebrazioni meno affollate ma sempre suggestive, anziché a Pushkar potreste andare nello stesso periodo a Keshorai Patan. Oppure ancora, se comunque troppo provati dalle folle, potreste disinteressarvi degli uomini e del mondo per un paio di giorni e ritirarvi a Ranakpur: un tempio jain grandioso, immerso nella giungla ed un hotel con tutti i comfort, vi riappacificheranno con entrambi.
Ecco il video del Rajasthan:
E la fotogallery in HD