Roma – Alla fine ci si chiede se Renato Vallanzasca, gli angeli del male sia un film scomodo. Lo invoca a gran voce Davide Cavalletto, deputato della Lega, che incita al boicottaggio in quanto si tratta di un insulto alla memoria delle vittime. Michele Placido, regista di questo fenomenale film sul “Romanzo Criminale” del bel Renè, replica oggi alla presentazione della pellicola (che sarà in sala da venerdi 21 Gennaio in 250 copie distribuite dalla Fox) le parole l’onorevole dicendo che “le polemiche sul film vengono da gente distaccata dalla realtà”. Così l’intervista con il regista pugliese, finisce per essere una disamina di risposte ai tanti che hanno criticato l’opera senza nemmeno averla vista. Infatti, il film su Renato Vallanzasca ha fatto rumore fin dalla sua presentazione alla Mostra di Venezia. Prima ci si sono messi i parenti delle vittime, adducendo che il film renda Vallanzasca un carismatico fellone, adesso ci si mette il Carroccio gettando benzina sul fuoco. Naturalmente nessuno vincerà questa guerra di polemiche, anche perché a parlare saranno naturalmente gli spettatori che decideranno l’esito di questo film dal respiro innegabilmente internazionale. La cosa che colpisce, più della pubblicità gratuita che “Vallanzasca” ha raccolto in questi mesi, è la pacatezza inaspettata di Michele Placido a difesa della sua opera, che ben si inserisce nel filone dei film sull’anima criminale di questo nostro “strano” paese.
La Lega ha criticato il film inneggiandone il boicottaggio, eppure in America non hanno paura di realizzare film di gangsters…
Le polemiche vengono da gente che è distaccata dalla realtà. Forse la risposta più valida è attaccata alla nostra origine cattolica. Quindi si cerca rappresentare sempre il bene, infatti nessuno obietta di film su Papi, Santi, preti in genere. In America questo non avviene perché, pur essendo puritani, hanno la libertà di raccontare storie anche scomode. Da noi ci non si vergogna sugli scandali sessuali che coinvolgono politici importantissimi, mentre si punta il dito per un film su Vallanzasca, eroe negativo della storia d’Italia. Il boicottaggio incitato da Davide Cavallotto sa di farsa paesana. Probabilmente l’ha fatto per soli scopi elettorali…. Magari per ingraziarsi qualche vecchietto del Piemonte. Ma il popolo della Lega non è così stupido come si crede. L’unico film che non è andato a vedere è stato Barbarossa, pagato dai contribuenti 12 milioni di euro, facendone incassare solo 300.000.
Crede che si sta cercando di mettere il bavaglio al cinema di denuncia?
Lo si vede da quello che sta accadendo negli ultimi mesi. Ormai ci sono solo commedie e si grida al miracolo, ma i film di denuncia come quelli di Rosi, non si faranno più per un bel pezzo. Bellocchio non riesce a fare un nuovo film, io stesso dovrò andare in Francia a cercare finanziamenti per realizzare un film su Mani Pulite. Questo governo è intenzionato a mettere il bavaglio a certi autori “scomodi” e ci sta riuscendo benissimo. In Francia c’è carenza di registi e si fanno 300 film all’anno, da noi ci sono trecento registi e si fanno pochissimi film. L’alternativa è espatriare in Spagna, in Germania e in Francia e portare il proprio film in Italia.
Quindi lei facendo un film su Vallanzasca è andato controcorrente?
Perché no. Sono andato controcorrente e sono stato criticato. Forse il male di tutti i mali di questo paese è Renato Vallanzasca, spietato bandito che sta scontando quattro ergastoli per quello che ha fatto.
Ma le critiche fanno male ad un tipo di cinema come questo?
E’ strano, ma la risposta più vera è stata data da un prete veneto che dopo aver visto il film mi ha fatto i complimenti per come descrive la discesa agli inferi di un ragazzo affascinato dal male. Non c’è mitizzazione, nemmeno empatia con lui. I fatti sono stati raccontati in maniera realistica, magari puntando l’acceleratore della finzione. Anche lui era meravigliato dalle critiche mosse dai parenti delle vittime per modo in cui è stato rappresentato Vallanzasca. Eppure avevo fatto capire a tutti che non avrei fatto sconti…
Il film ha avuto un parto travagliato: quattro sceneggiature, la dipartita di Andrea Purgatori, una parte riscritta da Kim Rossi Stuart…
Devo dire che all’inizio non volevo fare questo film. Avevo letto la sceneggiatura e sebbene mi fosse piaciuta non la sentivo nelle mie corde. Poi però è entrato di prepotenza Kim che voleva fare questo film. Così alla quarta revisione ci siamo chiusi in un casolare di campagna a lavorare su quello che sarebbe stato il nostro film. Kim è stato preponderante per come ha ridefinito la narrazione cinematografica. Senza di lui questo lavoro non sarebbe arrivato sullo schermo.
Roberto Leggio