E’ stato infatti il direttore russo ad aprire, l’8 novembre, i concerti scaligeri, con un programma che con “Il Lago Incantato” di Ljadov, il “Concerto per violino” e la “Quarta sinfonia” di Cajkovskij, ripercorre quasi interamente quello del suo esordio con la Filarmonica, il 7 maggio del 1990.
Ma la grandiosa inaugurazione vedrà protagonista il “Die Walkure” interpretata dal trio di specialisti wagneriani: Nina Stemme, Waltraud Meier e René Pape.
Dopodiché il pubblico potrà finalmente assistere al dittico “Cavalleria Rusticana” di Mascagni e “Pagliacci” di Leoncavallo, che mancava dal teatro milanese dal 1981. Una produzione tutta nuova, con le voci di una sempre solida Luciana D’Intino, Salvatore Licitra, Josè Cura ed Ambrogio Maestri.
Puccini è presente all’appello con la “Tosca” interpretata da Martina Serafin (che fa ben sperare quanto a doti vocali), Jonas Kaufmann e la non comune presenza scenica di Bryn Terfel (che si esibisce per la seconda volta in un allestimento d’opera alla Scala, dopo “Le Nozze di Figaro” del 1997). Passando per “Death in Venice” di Britten con il garbatissimo Ian Bostridge ed uno “Zauberflote” di Mozart, ad Aprile e Maggio sarà la volta di “Turandot“, diretta da Valery Gergiev, altra nuova produzione che, però, lascia interdetti rispetto alla scelta della protagonista: una Maria Guleghina che, considerate le sue prestazioni, dagli esordi ad oggi, non ha mai brillato per intonazione, rifinitura tecnica e musicalità.
Altri nuovi allestimenti saranno “Roméo et Juliette” di Gounod ed “Attila” di Verdi: quest’ultimo con regia, scene e costumi dell’elegantissimo e coloratissimo Hugo de Ana ed interpretato da Ferruccio Furlanetto, Leo Nucci e Micaela Carosi (la quale non sembrerebbe tagliata per la parte di Odabella, che richiede voce di soprano spinto più agile che ampia).
Richard Strauss compare con due titoli, inframezzati da “Il ritorno di Ulisse in patria” di Monteverdi, che appartengono alla sua produzione più luminosa e charmante: “Arabella” (soltanto due recite) e “Der Rosenkavalier“, capolavoro in cui spicca il nome della stella in ascesa Joyce DiDonato nella parte di Octavian.
Joyce DiDonato sarà anche Elena ne “La donna del lago” di Rossini (parte la cui tessitura, tendenzialmente sopranile, si addice alle caratteristiche vocali della cantante americana), diretta da Roberto Abbado ed affiancata dal celebratissimo Juan Diego Florez e da Daniela Barcellona nella parte en travesti di Malcolm.
Un cartellone variegato ed efficace, insomma, in cui emerge chiaramente lo sforzo del management scaligero nel proporre un’offerta di spettacoli esaustiva, seppur ancora perfettibile.
Sull’inaugurazione, il direttore artistico della Filarmonica, Ernesto Schiavi ha dichiarato: “E’ un inaugurazione per noi con un carattere del tutto speciale. Vent’anni fa abbiamo avuto per la prima volta con noi il maestro Gergiev e da allora e’ stato nostro ospite assiduo e amatissimo”. Per celebrare la collaborazione, prima del concerto Gergiev sarà anche nominato socio onorario. Un riconoscimento che nel corso della stagione sarà conferito anche ad altri due ‘storici’ direttori della Filarmonica, Georges Pretre e Wolfgang Sawallisch. Prenderanno invece il via a febbraio le 5 prove aperte organizzate in collaborazione con UniCredit Foundation per sostenere associazioni come Comunità Nuova di Don Gino Rigoldi e Vidas che assiste i malati terminali. Dai 5 ai 50 euro il costo dei biglietti.
Il 2009-2010 era stato annunciato come l’anno “della svolta”, che ridefiniva la fisionomia artistica della Scala introducendo sguardi nuovi sul repertorio e nuovi repertori. I risultati che stiamo registrando lo confermano.
La Stagione 2010/2011 la definirei del consolidamento, in cui si afferma una stabilità artistica attraverso la presenza regolare degli interpreti più significativi del panorama lirico-sinfonico internazionale.
A cura della Redazione