In Italia, per promuovere il turismo verso l’India e presentare un nuovo volo diretto Milano–Dehli, il Ministro Selja non è un volto conosciuto e apprezzato nel contesto politico indiano. Il suo ruolo all’interno del governo è molteplice, come molteplici e fondamentali, per la società e l’economia indiana, sono le responsabilità che il suo ministero ha in carico. Con un mandato talmente vario, le sue responsabilità spaziano in una vasta gamma di questioni governative: dai controlli di qualità degli hotel, allo sviluppo, al corretto smaltimento dei rifiuti che influisce sull’ambiente, alle norme sui visti e la sicurezza dei viaggiatori. Kumari Selja rappresenta la forza motrice dietro il motto “Incredible India”, la campagna che ha ottenuto tanti consensi ed è riuscita a racchiudere in una sola espressione uno straordinario caleidoscopio di realtà, quale è l’India. Intervistata in esclusiva per Progress da Kate Carlisle, il Ministro Selja ha illustrato le strategie di comunicazione del suo paese.
Ministro Selja, la campagna “Incredible India” è stata un successo travolgente e si è aggiudicata innumerevoli premi, per la sua abile strategia di marketing e la sua immagine accattivante. Che ruolo ha avuto nella sua realizzazione?
Molte persone mi chiedono chi abbia realizzato questa campagna… Ed io sono molto orgogliosa di dire che è una produzione completamente “made in India”. Si tratta anche di una partnership pubblico/privato piuttosto riuscita. Il mio Ministero ha un obiettivo chiaro: avvicinare maggiormente il settore pubblico al privato su diversi livelli, sempre al fine di promuovere e sviluppare l’India.
Al di là della campagna “Incredible India”, che mette in evidenza la diversità di tale Paese, c’è l’imagine dell’India è molto legata al cinema, a film come Eat, Pray and Love e Slumdog Millionaire. Allo stesso tempo, numerosi autori indiani stanno vincendo premi letterari ovunque. Questo quanto condiziona il tipo di turisti che visitano l’India? E ciò aiuta a prepararli alla India reale o li opprime di stereotipi ed aspettative non realistiche?
Tradizionalmente, i turisti erano maggiormente influenzati dagli stereotipi. Ma ora le cose stanno cambiando. Si aspettano sempre più spesso prodotti ed offerte differenti. Sono molto pochi ormai quelli che cercano stereotipi del passato. Ci sono viaggiatori in classe business, le terme, viaggiatori di prima classe. E mentre il turismo mondiale subisce una battuta d’arresto, l’India è passata quasi indenne dalla crisi. Stiamo crescendo molto in termini di infrastrutture come aeroporti e porti.
A questo proposito, da dicembre ci sarà un nuovo volo diretto da Milano a New Dehli…
Esattamente! Rappresenta proprio il successo che il turismo verso l’India sta riscuotendo, e la nostra capacità di rispondere a questa domanda costantemente in crescita. Dai film, alla nostra eredità culturale, alle tradizioni culinarie, alle opportunità commerciali, alla natura…c’è sempre qualcosa che vale la pena conoscere e visitare in India.
L’India sta diventando sempre di più una meta legata al turismo del benessere? I trattamenti ayurvedici sono popolari in tutto il mondo…
E’ sempre stato un nostro punto di forza, e lo è ogni anno di più… La gente comincia a conoscere in maniera sempre più approfondita le proprietà e i benefici derivanti da questo tipo di trattamenti, e s’informa ancor prima di partire. Questo aiuta a diventare più selettivi ed esigenti sulle mete di viaggio, per questo l’India sta crescendo anche nelle sue mete alternative e non soltanto su quelle legate al turismo di massa.
Ministro, lei ha avviato il programma “Visa-On-Arrival” nel gennaio 2010, applicato a cinque paesi, incluso il Giappone, la Nuova Zelanda e Singapore, per promuovere il turismo. Come sta procedendo, e sono previsti altri paesi?
Questa è una notizia in esclusiva… Il programma verrà esteso ulteriormente ad altri cinque o sei paesi. L’annuncio sarà fatto a gennaio.
Il paragone tra l’India e l’Italia risulta particolarmente calzante, quando si parla delle numerose diversità culturali, gastronomiche, paesaggistiche del Suo paese. Come si può sfruttare questo confronto per far comprendere meglio le caratteristiche dell’India agli italiani?
La campagna “Incredible India” svolge un appassionato ed eccellente lavoro nel descrivere questa varietà. E i visitatori, specie quelli italiani, l’hanno capito benissimo. E’ bene tener presente che il 46% del turismo in India è di ritorno. Io penso che i turisti capiscano, quando sono in India, quanto in più ci sia da vedere. Onestamente, il sole lo puoi trovare quasi ovunque, stessa cosa per il mare. I nostri turisti vivono (e quindi vogliono) qualcosa di più.
La OECD ha realizzato un sistema per misurare l’impatto economico del turismo sulla crescita del paese e lo sviluppo delle infrastrutture. Quindi il suo ministero rappresenta un elemento chiave per l’economia indiana… Che dati ha a questo proposito?
Attraverso il turismo, contribuiamo alla crescite nell’ordine del 6% circa del PIL e 9 per cento circa sull’occupazione. Il turismo è legato ad una miriade di altri settori. Non si tratta di un’industria autonoma. Infrastrutture, connettività, telefonia, aeroporti e, non ultimo, all’ambiente. Si tratta quindi di una grande rete, che riguarda anche un turismo interno, di indiani che girano il proprio paese per svago, religione e lavoro.
La promozione del turismo passa anche attraverso la sicurezza. Lei è un avvocato attivo nel settore della tutela delle donne e dei bambini, come anche per le questioni ambientali, quindi particolarmente attenta a queste tematiche…
Abbiamo recentemente emanato un codice di condotta per la sicurezza ed uno destinato a promuovere il turismo sostenibile, sulla base del quale, vari operatori del settore, come albergatori, e ristoratori si sono mostrati favorevoli a seguire le regole del protocollo turistico. C’è stata una risposta massiccia degli operatori, in sede di firma dell’accordo e nel rispettare un’autoregolamentazione controllata dal governo e dalle ONG.
Che tipo di garanzie vi sono per proteggere le aree naturali dal turismo invasivo che potrebbe danneggiare l’ambiente?
Abbiamo leggi sull’ambiente molto restrittive. Per esempio, sulle regioni costiere vi sono misure designate sia per il terreno che per le acque, riguardanti lo sviluppo, il sostentamento e lo smaltimento. Sono rigide. Persino le destinazioni più sperdute possiedono un quadro normativo sulla tutela e sulla salvaguardia dell’ambiente.
Infatti, vi è stato un recente reportage della BBC sullo spostamento dei serpenti durante i Commonwealth Games…
Non tutti vivono con i serpenti come noi, ma nel nostro ambiente sono molto comuni. Sono parte del nostro habitat naturale e necessari a questo. Per questo motivo, li proteggiamo e salvaguardiamo con particolare attenzione…
E se si ritrovasse un serpente all’interno della sua abitazione?
E’ già capitato. Sono parte della nostra natura, del nostro ambiente, della nostra India. Parte della nostra Terra che tutti condividiamo.
Kate Carlisle