La moda milanese esclude la taglia 46 dalle passerelle

La moda milanese esclude la taglia 46 dalle passerelle
Dopo la grande esclusione delle taglie 46 dalla settimana della moda milanese il Centro Italiano di Chirurgia Estetica-CICE di Reggio Emilia lancia l’allarme: troppe le ragazze giovanissime che vogliono dimagrire per assomigliare alle modelle che sfilano in passerella o che posano per le riviste di moda. Evidentemente non sono bastate le sentinelle della Moda anti-anoressia ideate dall’assessore alla salute del Comune di Milano, Giampaolo Landi Di Chiavenna.
Le otto ‘ragazze salute’ inviate a bordo passerella, per vigilare sulle misure delle modelle, e kit pieni di cibi salutistici per rimpolpare curve da top, ma non abbastanza floride, sono state mediaticamente surclassate dalla esclusione di una kermesse dedicata, durante la settimana della Moda, alle taglie forti. Queste avranno un salone dedicato alla Fiera di Milano, parte integrante di MilanoVendeModa, tra i più importanti appuntamenti dedicati al prêt-à-porter. Proprio a fianco delle sfilate di MilanoVendeModa, dove saranno proposti capi con il comune denominatore della taglia over 46.
Se il presidente della Camera della Moda Mario Boselli ha negato che esista alcuna preclusione di taglia ma che la domanda di entrare nel calendari, e’ semplicemente arrivata fuori tempo massimo, questo non toglie che la Moda italiana abbia perso l’ennesima occasione di fare qualcosa di davvero utile per la comunità.
“Purtroppo non è una novità, ma ultimamente abbiamo notato un incremento di giovanissime che ci contattano per avere informazioni su interventi orientati al dimagrimento (palloncino intragastrico, acqua-lipo, liposuzione classica, etc.)”, spiega Roberto Gallosti, amministratore delegato del Centro Italiano di Chirurgia Estetica.
I dati riportati dal CICE peraltro parlano chiaro: tra gli interventi più richiesti dalle teenager, infatti, c’è proprio la [liposuzione](https://www.erminiomastroluca.it/liposuzione-liposcultura/) che, con un 31 per cento di domande, si piazza al secondo posto subito dopo la mastoplastica additiva (38 per cento). Si tratta principalmente di una conseguenza dovuta alle tecniche più recenti in fatto di liposuzione che sono meno invasive e più sicure allo stesso tempo.
“Al CICE – continua Roberto Gallosti – generalmente sconsigliamo interventi del genere a ragazze molto giovani, soprattutto per una questione etica e di buon senso. Non solo. Tutti i nostri pazienti che hanno meno di 21 anni devono obbligatoriamente fare un colloquio con lo psicologo prima di sottoporsi a qualsiasi tipo di intervento”.
**a cura della redazione**