Sarà più alta della Stauta della Libertà a New York e rappresenterà “il dinamismo di una città che esce dalla recessione, l’incarnazione della fertilizzazione incrociata delle culture e degli stili che rendono Londra la capitale mondiale delle arti e della cultura”, ha commentato Boris Johnson, primo cittadino di Londra, subito dopo la presentazione della torre simbolo delle Olimpiadi di Londra 2012. Progettata dall’architetto Anish Kapoor - celebre per la sua scultura al Millenium Park di Chicago e per la sua recente mostra alla Royal Academy di Londra - e dall’ingegnere Cecil Balmond, la torre rossa d’acciaio alta 115 metri dominerà il panorama della parte est di Londra. “Mi sono ispirato alla torre di Babele di biblica memoria - ha spiegato Kapoor - e ho cercato di conferirle un senso di grande instabilità. Mi piace il fatto che avrà forme diverse a seconda della parte della città da cui si osserva”. Proprio per questo motivo il “Colosso di Stratford” sarà dototao di ascensori e camminatoi in grado di portare sulla sommità della torre - dove verranno installati un ristorante e un belvedere - circa 800 persone ogni ora.
La struttura, che sarà più alta del Big Ben e poco meno della piramide di Cheope a Giza, ha già ricevuto diversi soprannomi come il “colosso di Stratford”, "chiave di violino" o “Narghilè” per la sua originale forma asimmetrica che ricorda una serie di anelli interconnessi rappresentanti perfettamente il logo a cinque anelli delle Olimpiadi. La denominazione ufficiale sarà però ArcelorMittal Orbit.
Il costo della torre, stimato per oltre 19 milioni di sterline, sarà in parte sostenuto dal magnate dell’acciaio Lakshmi Mittal; la parte restante sarà sborsata dalla Greater London Authority. “Qualcuno dirà che siamo fuori di testa a costruire, durante una recessione, l’opera pubblica più grande di sempre in Gran Bretagna”, ha detto il sindaco di Londra Boris Johnson. “Eppure il villaggio olimpico aveva bisogno di qualcosa di particolare per stimolare la curiosità e lo stupore di cittadini e visitatori”.
a cura della redazione