Non è questione di “se” ma solo di “quando”. La Turchia entrerà nell’Unione europea.
Le polemiche stanno a zero. La volontà di ammettere il Paese tra la famiglia del vecchio continente è ancora forte, nonostante permangano alcuni ostacoli nel percorso di adesione. La Turchia rappresenta innegabilmente il ponte tra oriente e occidente: in essa convivono culture diverse e molte delle contraddizioni del nostro tempo. Alle città che niente hanno da invidiare alle ricche metropoli si contrappongono remoti villaggi poveri. Tradizione e modernità convivono nei costumi della popolazione. Ed alcuni suoi luoghi sono il simbolo di quello che l’Europa da sempre agogna: la costruzione di uno spazio unico e pacifico in cui la ricchezza che ogni cultura porta con sé diventa patrimonio dell’intera umanità. Ed ecco allora che il pensiero si rivolge a Istanbul, prima capitale dell’Impero Romano, poi dell’Impero Romano d’Oriente (Impero Bizantino), dell’Impero Latino e quindi dell’Impero Ottomano: già nel 1985 raggiunta dall’onore di vedere l’UNESCO nominare alcuni suoi quartieri storici patrimonio dell’umanità, oggi la città riceve nuovi riconoscimenti proprio dall’Unione europea.
Dal 16 gennaio Istanbul è ufficialmente Capitale Europea della Cultura 2010, insieme a Essen e Pecs. E poiché, a differenza delle città tedesca e ungherese, Istanbul non è città dell’Unione europea (la possibilità che la scelta cada su una città che si trova in un Paese in via di adesione è stata stabilita nel 2000), si capisce presto il valore politico e culturale che tale scelta riveste.
E a dir la verità la città sul Bosforo ha pieno diritto ad assurgere a questo ruolo: i suoi secolari rapporti con l’Europa, così come la sua storia, sono parte integrante dell’eredità culturale europea.
La scelta dell’Ue rivela tutto il suo peso politico se si pensa al valore che viene attribuito all’assegnazione del ruolo di capitale europea della cultura. Nella determinazione dei luoghi da eleggere pesa molto la considerazione dello sviluppo socio economico che tale nomina può apportare alle città. Tale titolo quindi è un catalizzatore per lo sviluppo culturale e per la trasformazione delle città.
Essere Capitale Europea della Cultura ha comportato e comporterà per Istanbul un enorme rinnovamento urbanistico, un nuovo sviluppo urbano, ambientale e sociale. Ma significherà anche creare nuovi posti di lavoro, rinvigorire il turismo culturale, dare più spazio ai giovani e alla loro creatività artistica, coinvolgere la popolazione locale nello sviluppo di opportunità e di un nuovo modello di crescita sostenibile, oltre che nella fruizione dei beni culturali stessi da parte di quegli strati meno privilegiati della popolazione che vivono lontano dal cuore pulsante della città, da quei luoghi in cui artisti da tutto il mondo si incontrano sprigionando energia creativa.
Insomma si tratta di grandi opportunità che si stanno già concretizzando attraverso i 537 progetti finanziati finora dall’Agenzia per la Capitale Europea della Cultura con circa 223 milioni di euro.
Si tratta di progetti di restauro e di tipo architettonico, di promozione turistica, di teatro, di cinema, di musica, di arti visive e di letteratura. Il loro tratto caratterizzante non è solo la voglia di dare spazio alle bellezze architettoniche della città, ma di mettere in risalto la vitalità artistica delle giovani generazioni e di permettere alla società tutta di prendere coscienza dell’importanza degli strumenti che la cultura mette a disposizione per la crescita di individui capaci di confrontarsi con le diversità.
Il 16 gennaio, giorno dell’inaugurazione, performance, spettacoli pirotecnici e concerti hanno raggiunto sette zone della città. Tema centrale dell’evento è stato il principio filosofico dei quattro elementi che costituiscono il mondo: terra, aria, fuoco e acqua. Tale principio trova le sue radici proprio in Anatolia e in particolare nella città di Mileto, considerata la culla della filosofia orientale: qui Talete, Anassimandro e Anassimene svilupparono la loro teoria dell’universo proprio in base ai quattro elementi…e Aristotele, che trascorse molto tempo ad Assos, una città dell’Anatolia, riprese questa teoria influenzando per secoli la cultura scientifica, filosofica, religiosa non solo dell’oriente ma di tutto l’occidente. Un dato che fa pensare a come la Turchia sia stata parte integrante nonché centro propulsore di cultura e conoscenza anche per l’Europa.
Di questo sono consapevoli l’Unione e la Turchia e la nomina di Istanbul Capitale Europea della Cultura del 2010 è un segnale importante nel processo di adesione del Paese: è un segno tangibile da parte di Bruxelles dell’intenzione di procedere con l’allargamento fornendo al Paese-ponte tra oriente e occidente anche alcuni strumenti per migliorare la propria condizione di candidato.
E per chi sta progettando di partire, ecco solo alcuni eventi da godersi durante la bella stagione: dal 5 al 10 giugno si terrà il festival 2nd Istanbul International Ballet Competition; da maggio a giugno, la mostra di arte contemporanea *breaking the stereotypes part 3: the mutual understanding of images. The Orient and Europe…*se poi non avete tempo per questi eventi passeggiate per la città: avrete modo di visitare la spettacolare Santa Sofia, con una cupola centrale che vi stupirà per la bellezza dopo i recenti restauri, frutto di uno dei tanti progetti previsti per questo importante 2010.
Silvia De Silvestri