Jim Carrey era stato un burbero Grinch che odiava il Natale, adesso è Scrooge, il celebre avaro del “Canto di Natale” di Dickens. La Disney ci aveva già proposto un canto di natale ma i protagonisti erano Topolino e la famiglia dei celebri paperi. Questo lungometraggio animato, diretto da Robert Zemeckis, è molto meno adatto ai bambini.
La storia è quella conosciuta: Ebenezer Scrooge (Jim Carrey) inizia le festività natalizie mostrando il suo solito disprezzo, urlando il proprio livore contro il Natale al suo fedele impiegato (Gary Oldman) e al gioviale nipote (Colin Firth). Ma quando gli spiriti del Natale Passato, Presente e Futuro, interpretati sempre da Jim Carrey, lo portano in un viaggio che gli rivela delle verità che il Vecchio Scrooge non ama affrontare, capisce di dover aprire il suo cuore per compensare anni di cattiva condotta prima che sia troppo tardi.
E’ il film della Disney che meglio utilizza l’esperienza 3D e ne coglie l’essenza di coinvolgimento del pubblico. Sembrerà di entrare nella vecchia Londra innevata, nell’atmosfera Natalizia del cenone. I piccoli però potrebbero spaventarsi nel vedere spettri e fantasmi di morte fuoriuscire dallo schermo e le tematiche trattate, inoltre, sono difficili: la morte, il rimorso, il pentimento, la miseria, la compassione.
Anche le musiche di Alan Silvestri, lo stesso di Forrest Gump, introducono nell’emozione del Natale che sta per arrivare. La storia è risaputa ma sempre emozionante, il finale scontato ma quello che conta sono le sensazioni dell’intero film.
Ilaria Cancelli