Ancora guerra sul canone della tv di Stato. Dopo le campagne dei quotidiani “Giornale” e “Libero” per boicattore il canone Rai, a cui hanno aderito nomi illustri come registi Franco Zeffirelli e Pasquale Squitieri, non sono mancate le polemiche tra maggioranza e opposizione e anche all’interno della stessa maggioranza.
”Disgustato dalla televisione come arma di propaganda”, dice Zeffirelli. ”Mai pagato, per scelta”, fa eco Squitieri. ”Non serve più a niente, se non a mantenere un esercito di lottizzati”, è il parere del leader de La Destra, Francesco Storace. Di diverso avviso i rappresentanti del centrosinistra. ”Da anni diciamo che la Rai non merita il canone perché gestita dai partiti, che la occupano” ammette il leader dell’Idv, Di Pietro.
Intanto sei milioni di famiglie - su oltre 22 - non pagano il canone Rai, il più basso d’Europa. Gli evasori si concentrano soprattutto al Sud d’Italia: la Campania, dove nel 2008 solo la metà della famiglie lo ha pagato, guida la classifica dell’evasione. Il Lazio ha il 22,2% di famiglie che non pagano e va meglio della Lombardia che ha il 28,7 per cento di non paganti.
La regione più virtuosa è la Toscana con un tasso di evasione del 17,4%. e fanno mancare. Questi i dati che emergono da uno studio preparato dal consigliere Rai, Angelo Maria Petroni, dal titolo “Canone Rai, ipotesi di riforma dell’imposta”, in cui ipotizza l’inserimento del canone di 107,50 euro l’anno nella bolletta dell’energia elettrica per colmare il buco nelle casse di Viale Mazzini pari ad oltre 500 milioni di euro l’anno.
Gli italiani insomma sembrano mal digerire una tassa che serve a finanziare un desolante autunno Rai tra i “pacchi” della sera e i riccioli della Clerici. Ma come osserva Roberto Rao, capogruppo centrista in commissione di Vigilanza Rai: “Se i cittadini fossero giustificati a non pagare più il canone per ogni programma che non condividono, la Rai sarebbe costretta a chiudere i battenti in breve tempo’’.
Sara Macinante