Rafforzamento dell’economia locale e nuovi rapporti instaurati fra la banca centrale del governo di Beijing e quella Usa rappresentano i due principali fattori trainanti che recentemente hanno determinato lo sviluppo del mercato europeo, e in particolare quello italiano in Cina. Al primo posto il settore dell’abbigliamento italiano, che ha visto nel giro di poco tempo l’inaugurazione di cinque nuove boutique del brand Ferragamo a Harbin, Xiamen, Taiyaun, Wuxi e Wuhan. E ancora: Domenico Menniti, patron di Harmont&Blaine, punta alle città emergenti dell’area baltica fino alla Siberia, con una previsione di ricavi in crescita a due cifre anche per il 2009.
Ma la nuova frontiera dell’abbigliamento italiano nel mercato europeo è senza dubbio la moda uomo, come Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Uomo. “Pur fiaccata dalla crisi, l’Europa sta realizzando risultati migliori rispetto agli Stati Uniti, la Russia e il Giappone: i rapporti volumi-ricavi relativi all’abbigliamento maschile nei primi mesi continuano a premiare il Vecchio continente”. Per la 76esima edizione di Pitti Uomo, è stato raggiunto il 32 per cento di presenze straniere sul totale di 733 aziende espositrici: la Russia pur avendo un fatturato di 275 milioni di euro sull’abbigliamento maschile, rientra ad ogni modo nel giro d’affari francese.
Dieci le tendenze che Raffaello Napoleone consiglia di non perdere: i 60 capi uomo e donna della collezione Ballantyne. Philippe Starck, la linea di camicie senza stiratura di Brooks Brothers, la scarpa Pzero Rex con suola in acciaio gommato, la collezione nata dalla collaborazione fra PiQuadro e Peutery con giubotti antivento e trench, la giacca maschile di Paoloni trattata con enzimi che ne enfatizzano la patina vissuta, la coloratissima linea Zaire 74 di Le Coq Sportif, il giaccone super-resistente di Paul&Shark, i pantoloni perfetto sempre di Incotex e D*Face, i caftani in lino di Harmont&Blaine e la linea biologica di impermeabili di Orobianco.
Sara Macinante