Fiuggi – Videogiochi, croce e delizia dei giovani e non solo. Vilipesi da molti, esaltati da altrettanti, sono ormai un perno sul quale gira una fetta importante del tempo libero. I detrattori li mettono alla berlina in quanto responsabili di un certo “appiattimento culturale”, usati più come riempitivo che per passatempo. In parte è vero. Ma i videogiochi, pur con i loro pregi e difetti, sono l’evoluzione del divertimento individuale.
Al “Family” di Fiuggi, la questione non è se siano negativi o meno, ma come si siano evoluti nell’arco di trent’anni, tanto da diventare sempre più innovativi ed interattivi. Questo è stato il tema del convegno tenutosi ieri nell’ambito del festival per le famiglie. “Ormai i videogames non sono più piatti o bidimensionali”, ha esordito il coordinatore del convegno, Giuseppe Romano. “Adesso sono concepiti come un romanzo di avventura. Un vero viaggio interattivo nella fantasia”. Il giocatore è parte integrante dell’avventura alla quale sta partecipando: merito delle nuove piattaforme di sesta generazione come Playstation e XBox. “Oggi pensiamo che internet sia il massimo della tecnologia per poter comunicare, giocare, viaggiare”- ha proseguito Romano - “ma dimentichiamo che prima di internet i videogames erano vivi e vegeti e già divertivano milioni di persone.” E subito i ricordi vanno agli obsoleti Star Games e simili.
La tecnologia ha fatto passi da gigante e i videogames si sono fatti più realistici e complicati al punto che bisogna essere molto abili per passare di livello in livello per arrivare (se ci si riesce) al termine. “Siamo d’accordo, ma il mondo dei videogames è cambiato, così come l’idea di concepire il videogames stesso”. A prendere la parola è Sandro Benedettini, direttore capo del Marketing Nintendo Italia. “Si sono trasformati tanto da uscire dai confini entro i quali erano relegati fino a qualche anno fa. Adesso rientrano in questa categoria software per l’apprendimento delle lingue, per il fitness, quiz a tema culturale (cinema e musica) e giochi educativi per bambini in età prescolare”.
Nuovi generi si affiancano a quelli tradizionali: simulazione, azione, avventure, sportivi, cinema e così via. E’ anche interessante notare come molti titoli siano sempre più legati all’industria cinematografica. “Le contaminazioni tra i due settori sono sempre più frequenti”, ha chiosato Roberto Genovesi, direttore artistico di “Cartoon on the bay”, manifestazione che dall’anno scorso ha aperto alle nuove tecnologie. “Non è innaturale, quindi che dai cartoni animati, dai film si possano creare videogames”.
Su questo piano Benedettini ha illustrato come la creatività ormai può non avere più confini. “Little Big Planet”, un software inserito nella nuova piattaforma XBOX 360, dà la possibilità, infatti, di creare il proprio videogioco partendo da zero. L’innovazione è così sorprendente che proprio a “Cartoon on the bay”, si è guadagnato l’Oscar come migliore animazione. Ma non solo, all’ultimo Giffoni Film Festival, il premio è andato, invece, al giocatore che con “Little Big Planet” ha realizzato il miglior videogioco. Ad ogni modo, la piattaforma è praticamente iper-interattiva poichè può essere usata come lettore CD, DVD, decoder per il digitale terrestre e ha una connessione ad internet.
Uno svago non solo per adolescenti, ma anche per gli adulti. In quanto, come ha confermato Benedettini, la fascia di età più consistente di chi usufruisce del prodotto è tra i 25 e i 35 anni. Ed è destinata a salire. Ma questo non è una novità in quanto il range di Nintendo, tramite una accurata analisi di mercato, è racchiuso tra i 6 e i 60 anni. E non si parla di fantascienza.
Roberto Leggio