Cambiano le mode, ma non solo. Anche professioni legate al mondo della moda si sono trasformate, adattandosi alle nuove esigenze del mercato. Forse è per questo che molti manager della moda hanno preferito riqualificarsi in liberi professionisti piuttosto che finire tra lo stuolo dei disoccupati.
“Negli ultimi mesi – spiega Luigi Castellani, fondatore della Suitex International – stiamo ricevendo sempre più richieste di web manager e responsabili del customer care. Si tratta di professioni vecchie e nuove allo stesso tempo, perchè devono mescolare doti commerciali, logistiche e organizzative tipiche delle aziende della moda con la logica del web.” Questa forse la risposta più opportuna che poteva essere data alla fotografa Annie Lebovitz che, appena qualche giorno fa, in occasione della chiusura dell’anno accademico del Fashion Institute of Technology di New York, si domandava che cosa sarebbe stato di tutti quei nuovi laureati in professioni della moda.
D’altra parte, anche le università italiane, in particolare Bocconi e La Sapienza, rivelano un aumento delle iscrizioni. In discesa solo le richieste di corsi executive, a causa dei tagli di budget. Recentemente, la facoltà di Lettere del corso in Scienze della Moda e del Costume della Sapienza di Roma, ha addirittura introdotto il numero chiuso, solo 300 iscritti per il nuovo anno accademico. Quasi 6 mila iscritti dal 2003, anno di istituzione del corso, ad oggi.
Anche le istituzioni italiane, hanno iniziato a organizzarsi in materia, dando vita ad un progetto complessivo sugli archivi della moda del Novecento, coordinato da Isabella Orefice, suscitando l’interesse anche di grandi aziende, compresa Max Mara. La moda è una passione, si sa. E le passioni si seguono.
Sara Macinante