La riforma digitale della Pubblica amministrazione è senza dubbio un tema di grande attualità, la cui sfera d’influenza riguarda e coinvolge diversi aspetti della quotidianità. L’obiettivo finale della digitalizzazione della PA é, infatti, il diritto di cittadini e imprese a utilizzare le nuove tecnologie digitali per rapportarsi con lo Stato in maniera semplice ed efficiente. Ponendo l’accento proprio sulla centralità del cittadino e sull’offerta di servizi a lui destinata, in quest’ultimo decennio la PA è riuscita concretamente ad annullare una distanza storica che in passato ha caratterizzato il nostro paese. A partire dal 2001 l’Italia ha realizzato una graduale crescita della disponibilità dei servizi online e, pur partendo leggermente in ritardo, ha saputo affiancare e poi superare la media dei paesi europei. Cominciano a vedersi i frutti della politica di modernizzazione della PA portata avanti in questo quadriennio.
Il punto di partenza di questo percorso è stata la creazione di una serie di linee guida strategiche condivise da tutte le amministrazioni centrali e da 4 mila PA regionali e locali partecipanti al progetto, che sono state selezionate in base a qualità, efficienza e, soprattutto, alla possibilità di un riutilizzo dell’esperienza. Come risultato il nostro paese parte da una buona base infrastrutturale e da un discreto livello di digitalizzazione.
Nell’attuale quadro politico italiano, all’interno del quale il tema del federalismo rappresenta una delle maggiori priorità, l’ingerenza dello Stato non può andare oltre la definizione della normativa, delle linee guida di attuazione e del monitoraggio dei progressi, lasciando un ampio margine di autonomia alle amministrazioni locali. Il Dipartimento per l’Innovazione e le tecnologie è la struttura di cui si avvale il Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione nella definizione e nella attuazione delle politiche per lo sviluppo della Società dell’informazione, nonché delle connesse innovazioni tecnologiche per le pubbliche amministrazioni, i cittadini e le imprese.
PA digitale, tra passato, presente e futuro
I progressi fatti finora sono consistenti; quelli per il futuro interessanti, ma resta ancora molto da fare per la realizzazione di un nuovo modello operativo di Stato. Creare dei portali di servizio realmente orientati al cittadino poiché progettati a partire dalla user experience con contenuti generati dagli utenti stessi; convogliare i servizi di telecomunicazione su linee internet (VOIP); utilizzare lo strumento della videoconferenza per comunicare meglio tra sedi diverse; ricorrere a soluzioni WEB 2.0. per avviare processi di coinvolgimento della cittadinanza, interazione orizzontale, inclusione sociale sono solo alcune delle potenzialità che purtroppo ad oggi poche amministrazioni virtuose hanno saputo cogliere.
Alla base resta da sciogliere un nodo su tutti: la rincorsa allo sviluppo tecnologico nella Pubblica Amministrazione in Italia, purtroppo, non ha ancora colmato il divario tra le diverse aree del Paese per quello che riguarda l’accesso alla rete, che resta un privilegio per molti (ad oggi il 43% dei comuni soffre il Digital Divide). L’accesso alla banda larga rappresenta la prossima frontiera nel processo evolutivo di Internet, nonché un tema centrale per la riforma digitale della PA e un fattore prioritario di sviluppo locale. Una vera e propria condizione base per porre un freno a quel divario che non è più solo digitale ma a tutti gli effetti sociale.
Non a caso il raggiungimento del 100% del livello di disponibilità dei servizi online favorendo l’alfabetizzazione digitale dei cittadini ed abbassando il cosiddetto “Digital Divide” figura tra i principali obiettivi del Governo. Tra gli altri, il fatto di rendere la PA completamente “interoperabile”, in modo che tutti gli uffici possano essere collegati fra loro e riuscire quindi a cooperare. Il risultato per il cittadino è la possibilità di “navigare nella PA” come un mondo virtuale. L’intento finale è quello di creare un ufficio per la PA unificata che sia portale di accesso unico a tutti i suoi servizi. A tal fine gli obiettivi di realizzazione dei Sistema Pubblico di Connettività (SPDC) (è la rete fisica che collega o collegherà tutte le PA consentendo loro di condividere e scambiare dati e risorse informative) sono già stati raggiunti.
Una moderna infrastruttura tecnologica apre senza dubbio prospettive interessanti per la Pubblica Amministrazione, consentendo di utilizzare strumenti innovativi, ridurre costi, recuperare efficienza e instaurare un rapporto di reale interazione con gli utenti. Ma come affermato in precedenza resta ancora molto da fare per la realizzazione di un nuovo modello operativo di Stato, in cui contenuti e servizi rappresentano le reali fondamenta della riforma della Pa. Un modello in grado di cambiare radicalmente il rapporto tra cittadino e amministrazione, portandolo ad un nuovo e maggiore livello di efficienza al fine di espletare a tutti gli effetti la famigerata “cittadinanza digitale”.
Ivano Basile