Pubblici di mezzo mondo in visibilio ma anche scandalizzati, correnti artistiche influenzate, provocazioni. Questo è ciò che la compagnia del ricco mecenate russo Sergej Djaghilev riuscì a costruire, dal 1909, per circa un ventennio. Stella indiscussa il ballerino Vaclav Nijinskij, capace di sfidare, a detta degli spettatori, la forza di gravità, unico uomo capace di danzare con grazia sulle punte senza timori, ammaliando interi teatri. La compagnia introdusse forti innovazioni all’interno degli spettacoli; i radicali movimenti angolari, salti selvaggi, sussulti, uniti alla forte carica di sottintesi sessuali rappresentarono sicuramente il rigetto per le regole classiche del balletto.
Il peso del fenomeno non lasciò indifferenti compositori, pittori, artisti. La troupe di Djaghilev vantò difatti eccellenti collaborazioni, dal compositore Stravinskij a Picasso, da Matisse a Braque e Mirò; come se un mix di impressionismo, surrealismo, cubismo, costruttivismo si riversasse dunque in ogni performance, scabrosa per l’epoca quanto mozzafiato.
Ad alimentare poi i chiacchiericci generali da salotto le relazioni omossessuali tra lo stesso mecenate e i suoi artisti, tra i quali la sua stessa etoile Ni??inskij, definito da qualcuno “un gatto acrobata colmo di ingenua lussuria”, con il quale il rapporto fu intenso quanto mosso da gelosie e fobie. Ispirato quanto pazzo, Ni??inskij. “Geniale idiota” secondo Diaghilev. Sicuramente però, uno dei ballerini più dotati e talentuosi della storia.
Nei vent’anni della sua esistenza, trionfatrice a Parigi, Madrid, Roma, New York, Berlino, Buenos Aires, la sublime creatura di Djaghilev produsse esiti assolutamente eterogenei; da ricordare una scena di “L’après-midi d’un Faune”, ove un Ni??inskij etereo e spirituale, stende a terra la sciarpa abbandonata da una Ninfa, la aspira, il corpo si inarca, la mano cerca la masturbazione. Atmosfere di piacere, magiche, incredibili.
In molti, quest’anno, celebreranno il centenario della nascita dei Ballets: mostre su Ni??inskij e sulla compagnia sono allestite a Monaco di Baviera e saranno inaugurate ad Amburgo, Parigi, Stoccolma, Londra. Convegni sono previsti ad Harvard, Yale, Boston, Venezia. L’Opera di Roma invece, in aprile, ospiterà un particolare festival con diciassette titoli della troupe. Per un 2009 all’insegna dell’esuberanza e della voluttà.
Dario Campagna
(Nella foto Vaslav Nijinsky)