In inverno in Giamaica, lo scenario è diverso da quello a cui siamo abituati immaginare e la cosiddetta Christmas Breeze, una leggera brezza che spira da nord-est, ricorda ai giamaicani che è giunto il momento di prepararsi alle feste. I tradizionali danzatori mascherati Jonkunnu e le fiere tipiche (Gran’Market) costituiranno la cornice, assieme a costumi colorati, cappelli sgargianti, eventi diurni e notturni.
Ma quel che rende davvero singolare il Natale in Giamaica è la varietà culinaria. La cucina giamaicana è saporita e speziata, frutto di fragranze africane, cinesi, indiane ed europee, un mosaico di sapori e culture che ricalca la stessa genealogia del suo popolo; da qui, infatti, il motto dell’isola “out of many one people” (da molte genti un unico popolo).
Per le festività allora non mancheranno di certo il tradizionale tacchino natalizio e il celebre saltfish (baccalà) servito con ackee, il frutto nazionale dall’aspetto di una pera di colore arancione, velenoso se non bollito prima. Seguiranno arrosto di prosciutto, pollo, coda di bue o capretto al curry, proposti con yam dolce chiamato “yampi” e goongoo peas, varietà di piselli simile alle lenticchie, il tutto accompagnato dal sorrel wine, la tradizionale bevanda natalizia di colore rosso servita con zenzero, chiodi di garofano, pimento e rum bianco. Per chiudere la popolare torta di frutta giamaicana inzuppata di rum e porto.
Il cuore dei Carabi
Per conoscere la Giamaica occorre visitare i centri di maggiore interesse. Negril ad esempio, sulla costa settentrionale, è il luogo più dinamico e giovanile dell’intera isola. 11 km di spiaggia affacciata sulla barriera corallina, artigianato, locali notturni on the beach fanno della città un importante centro turistico.
La mondanità però non è tutto: snorkelling ed escursioni a sud della città, sul Black River e sulle spettacolari cascate YS Falls, costituiranno sicuramente un ottimo diversivo.
Per chi ama la musica, Montego Bay. Città dal retrogusto occidentale, è il fulcro della musica reggae e rinomata per i suoi festival.
Al centro della costa settentrionale si trova invece Ocho Rios, la terza città dell’isola, intrappolata tra colline verdi e Turtle Beach, la spiaggia a forma di guscio di tartaruga. Proprio qui è possibile apprezzare tutto lo splendore della natura giamaicana, tra oasi e la lussureggiante foresta pluviale.
Ai piedi delle Blue Mountains sorge poi Port Antonio, uno dei pochi angoli di tranquillità dell’isola.
Ultima perchè la più interna ma prima, in quanto capitale, è Kingston. Situata sulla costa sud orientale dell’isola, in una baia naturale ai piedi delle Blue Mountains, è il cuore pulsante dell’isola e il suo centro culturale e commerciale. Metropoli frenetica e agitata, merita sicuramente una visita per il suo patrimonio artistico e per le sue molteplici attività culturali. La zona in periferia, a nord del vecchio centro, New Kingston, è ricca di alberghi e ristoranti economici mentre più difficile e limitata è la scelta in centro dove si possono trovare prevalentemente hotel lussuosi. A New Kingston si trova il luogo più visitato dai turisti: il Bob Marley Museum, allestito proprio presso la casa della star del reggae. La mostra raccoglie vari cimeli della vita dell’artista: da vedere la stanza del cantante con la chitarra a forma di stella a fianco del letto, i fori delle pallottole penetrate dal muro posteriore durante un attentato avvenuto nel 1976 e l’albero sotto il quale Marley fumava la ganja e suonava la chitarra.
Il lungomare, nella parte centrale di Kingston, è un ottimo luogo per fare una bella passeggiata e per visitare il mercato dell’artigianato lungo le banchine. A pochi isolati si trova la National Gallery, che espone opere giamaicane dagli anni ’20 a oggi, tra cui una bella collezione delle sculture di Edna Manley.
Nei dintorni di Kingston si trovano le rovine di Port Royal, l’antica capitale dell’isola, fondata dal corsaro Henry Morgan. Nel XVII secolo è stata il più grande covo di pirati e bucanieri delle Antille; l’antico villaggio è oggi in fondo al mare a causa del violento terremoto avvenuto nel 1692.
Port Royal con i suoi chioschi e ristorantini, che servono fritto misto e zuppa di pesce, oggi è un grazioso villaggio di pescatori.
A metà strada tra le città e il centro dell’isola, ci sono una serie di posti che è impossibile evitare di visitare. Primo fra tutti, Cockpit Country, un altopiano calcareo di 1.300 kmq con il suo scenario difforme, fatto di collinette coniche e profonde depressioni. C’è poi Alligator Pond, un luogo più che mai mistico, quasi distaccato dal resto dell’isola per via della sua collocazione. Tra le numerose spiagge è di rigore non perdere Treasure Beach, situata lungo la costa meridionale della Giamaica, in cui si alternano promontori rocciosi a piccole spiagge romantiche in cui la sabbia sposa nel colore il corallo.
Dario Campagna