Siamo cresciuti con il mito dell’America, questa terra piena di ricchezze e possibilità… Senza arrivare alla divertente “macchietta” di Alberto Sordi in Un americano a Roma, pensiamo solo all’influenza che hanno avuto la musica, il pop, il rock, i jeans, le macchine, la coca cola, gli hamburger e le patatine fritte… ma soprattutto i film e le star del cinema. Senza quella che è la “fabbrica dei sogni” di Hollywood (e ora anche la televisione) gli USA non avrebbero avuto tanto impatto sul nostro Paese aiutando a formare il nostro immaginario collettivo.
Senza voler esagerare, ma appena l’industria del cinema americano, con le sue star, il red carpet, le produzioni milionarie, il carattere internazionale, ci degna di attenzione ci sentiamo onorati, inorgogliti, sentiamo di aver avuto successo, di esser arrivati al grande pubblico, di accedere “all’Olimpo” del cinema. E così per settimane si riempiono i giornali con le dichiarazioni di un regista di culto come Quentin Tarantino, che esprime il suo amore per il nostro cinema degli anni ’60 e ’70 mentre tentenna sull’attuale che gli sembra non aver più molto da offrire. Eppure abbiamo dato tanto al cinema. Pensiamo al Neorealismo, a registi come Rossellini, Visconti, ma anche Fellini e Antonioni, solo per citarne alcuni. Pensiamo al Western, a Sergio Leone. Ma non è finita qui. Facendo un salto molto più in là negli anni, arriviamo a successi come quello di Benigni o a Gabriele Muccino che viene notato per il suo L’ultimo Bacio e chiamato oltreoceano a girare Alla Ricerca della Felicità con Will Smith.
Ma quando Hollywood comprende che il film vale, decide di attualizzarlo alla realtà “più americana” per incontrare maggiormente il gusto del “suo” pubblico, e non solo a quello più di nicchia che va a vedere film sottotitolati. E così ne fa il remake e lo rende “americano” a tutti gli effetti. Ecco allora che esce The Last Kiss di Tony Goldwin (alla rilettura della sceneggiatura ha partecipato lo stesso Muccino) con Rachel Bilson, la Summer di The OC la nota serie teen americana, e Zack Braff, il celebre dottore John “J.D.” Dorian del divertente Scrubs.
Attenzione però: il “remake” non va inteso solo come progetto commerciale, è soprattutto un omaggio a un originale che ha funzionato e che si vuole far riscoprire.
Detto tutto questo sarà interessante allora fare una breve ricerca dei remake americani di film nostrani. A sorpresa compare Big (1988) con Tom Hanks, che riprende il nostro Da Grande (1987) con un delicato Renato Pozzetto nei panni del bambino che una mattina si sveglia già adulto.
Spicca poi l’intenso Profumo di Donna di Martin Brest, con Al Pacino nella parte che fu di Gassman, che riproduce l’omonimo film del 1974 diretto da Dino Risi, tratto dal romanzo Il buio e il miele di Giovanni Arpino. C’è poi il divertente Welcome to Collinwood, ideato e prodotto dal duo Soderbergh – Clooney, che attualizza la migliore commedia di Monicelli, I Soliti Ignoti (1958), con Claudia Cardinale, Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni e Totò. Nel 1996 invece è uscito Piume di Struzzo con un esilarante Robin Williams, remake del celebre Il Vizietto (1978) con Ugo Tognazzi. Toccante invece Misunderstood di Jerry Schatzberg, rifacimento di Incompreso, film del 1966 diretto da Luigi Comencini.
Ma tornando ai giorni nostri vediamo che dopo il remake dell’Ultimo Bacio tocca a Giuseppe Tornatore: sono iniziate infatti le riprese di Every Body’s Fine con Robert De Niro nel ruolo di Matteo, quello che fu di Marcello Mastroianni in Stanno tutti bene. Rob Marchall invece sta lavorando a Nine, musical ispirato a 8 ½ di Federico Fellini. E questo è solo l’inizio. Pare che Brad Pitt (con la sua casa di produzione) abbia adocchiato Riprendimi di Anna Negri, mockumentary (finto documentario) prodotto da Francesca Neri con Marco Foschi e Alba Rohrwacher. Arriverà poi a breve la versione made in USA di Pane e Tulipani di Silvio Soldini, a dirigerla Norman Jewison, quello di “Jesus Christ Superstar”, e nel ruolo della madre di famiglia frustrata in fuga dal marito Felicity Huffman, la Lynette della serie Desperate Housewives.
Come potevano poi non voler omaggiare un regista da loro tanto idolatrato come Dario Argento? Sembra che siano in cantiere le riletture di ben tre suoi capolavori: Suspiria, L’uccello dalle Piume di Cristallo e ovviamente Profondo Rosso.
Per terminare questa trattazione non si può non ricordare che i remake soffrono sempre del confronto con l’originale. Il più delle volte “perdono” in questo confronto, ma comunque il risultato ottenuto è degno di nota. Ci sono casi però in cui si resta davvero delusi: si pensi ad esempio a Swept Away, di Guy Ritchie, con Madonna e Adriano Giannini, riproduzione di Travolti da un insolito destino della Wertmüller. “Americanizzare” un film che aveva trovato la sua fortuna nel trattare temi tipici dell’Italia anni ’70, quali la lotta di classe e il sesso, insieme alle indimenticabili interpretazioni dei due protagonisti, Giancarlo Giannini e Mariangela Melato, si preannunciava una sfida molto difficile. Forse troppo. E il fatto che sul mercato britannico la pellicola non sia nemmeno passata dal grande schermo approdando direttamente in videoteca non lascia dubbi…
Dafne Cola
(nella foto Sergio Leone)