Las Vegas

Las Vegas

Ci si arriva percorrendo centinaia di chilometri circondati dal nulla e poi, all’improvviso, si scorgono le prime luci e le silouhettes delle mega strutture degli hotel e dei casinò. Già dall’arrivo si capisce che non è la solita città, qui vige solo una regola: eccedere.

A destra, a sinistra, su e giù una pioggia di luci e di flash lampeggianti abbagliano i visitatori entranti, gli occhi non sanno più dove posare lo sguardo. E così, ci si lascia avvolgere dai piaceri notturni, dal gioco d’azzardo e le belle donne; la cornice perfetta per la città più folle del pianeta. I costi di questo lusso sfrenato, gli sprechi d’acqua e di elettricità farebbero pensare ad una metropoli in declino, ma non è così, almeno non dal punto di vista dell’espansione edilizia. Las Vegas è una città in continuo rinnovamento, che gli consente di cambiare aspetto nel giro di pochi mesi. Ogni anno, gli hotel vecchi vengono demoliti per fare posto a nuove strutture sempre più grandi e più spettacolari. Tra gli alberghi principali c’è il nuovissimo Mandalay Bay; il Luxor, con chiaro riferimento all’epoca egizia con Piramide, Sfinge e riproduzione di un “piccolo” Nilo; il New York New York con l’Empire State Building, il ponte di Brooklyn e l’immancabile Statua della Libertà; l’MGM con le sue 5600 camere che ne fanno l’hotel più grande al mondo; senza contare gli storici hotel che hanno reso la città protagonista di molte ambientazioni cinematografiche come il Caesar Palace (ambientazione romana), l’Excalibur (più sul medievale), il Tropicana, il Mirage con le sue tigri bianche, e il mitico Bellagio che si ispira al panorama mozzafiato del lago di Como, con giochi d’acqua stupefacenti. Evidentemente queste meravigliose strutture, che producono consumi insostenibili, hanno un costo che viene ammortizzato da un flusso di giocatori in continuo aumento, oltre a le migliaia di persone che decidono di trasferirsi stabilmente nella “città del peccato”.

Le ultime stime prevedono che presto la popolazione raggiungerà i due milioni di abitanti, infatti il mercato del mattone è in pieno “boom”. All’origine di questa crescita ci sarebbero i prezzi molto bassi delle case e di tutte le spese inerenti, condominio, luce, elettricità, così da permettere a chiunque di trasferirsi a Las Vegas. D’altra parte, questa politica del prezzo basso non è una novità nella città dove le stanze degli alberghi di lusso sono appositamente molto “cheap” proprio per incoraggiare il cliente a trattenersi per un lungo periodo e buttare i suoi risparmi al casinò. E così, in cantiere ci sono già 70 grattacieli-condomini (a circa 1000 euro al metro), specialmente nella zona Downtown, alla ricerca di rilancio. Inoltre è in progettazione un quartiere nuovo, situato tra il Bellagio e il Montecarlo, con un investimento di sette miliardi di dollari, che permetterà di dare lavoro a ben 12mila persone. E poi, una torre di appartamenti firmata Hilton e altri villaggi residenziali. Per sostenere questa crescita della popolazione è stato necessario organizzare delle strutture per la vita quotidiana dei cittadini: scuole, musei, università (ottima, dicono), centri di ricerca e ospedali, centri commerciali come il Worl Market Center che sarà il più grande negozio di arredamenti al mondo, attrezzato per servire i quasi 6 mila nuovi residenti al mese. In più la necessità di ideare altre attrazioni che non seguissero lo schema dei casinò come la riserva naturale appena sorta a tre miglia dalla città, con alberghi eco-sostenibili e ristoranti, magari biologici; per farsi una passeggiata rigenerante nel verde alla faccia dei giocatori incalliti. L’obiettivo è di creare una città su misura d’uomo, per quanto possa esserlo Las Vegas, che per una volta, invece di imitare le bellezze delle altre città, è in cerca di una propria identità. Il primo passo è liberarsi dello stereotipo di città del le scommesse, dove le uniche cose che contano sono le fiches e le ballerine. Secondo Steve Wynn “il futuro è qualità” e ricchezza ostentata ma ripulita da quella volgarità del gioco senza limiti. Oggi i nuovi business tornano ad essere quelli tradizionali di qualunque altra città turistica: spa, ristoranti alla moda, villaggi turistici, teatri e musei. E c’è posto anche per la cultura nelle pinacoteche degli alberghi dove fioccano i Monet, i Cézanne, i Modigliani, da far invidia a qualunque galleria d’arte. E l’intrattenimento non è più soltanto il poker e il black jack, ma anche i famosi “resident show” come le Cirque du Soleil, con le loro acrobazie spettacolari e “Love”, un omaggio a i Beatles. Senza dimenticare le grandi esibizioni delle star che firmano contratti di esclusiva con i maggiori hotel, così da garantire un corposo afflusso di fan.

Ricordiamo tra i più grandi:, Tom Jones, Cèlin Dion, gli U2, Cher, accompagnati da qualche inevitabile sosia dell’ineguagliabile Elvis Presley, che cantava con la sua “Viva Las Vegas” la colonna sonora di una città che nonostante le sue contraddizioni rimane uno dei posti più stravaganti che l’uomo abbia mai concepito.

Lorenzo Breschi

www.visitlasvegas.com