Fino a qualche mese fa quella di Hollywood era senza dubbi un’industria sull’orlo di una crisi di nervi. E non solo per un problema di creatività artistica. Una vera e propria crisi d’identità coinvolgeva numerosi settori: dal business dei Dvd allo sciopero degli sceneggiatori, fino alla grandinata di Oscar destinata a protagonisti stranieri nella notte in cui, solitamente, Hollywood celebra se stessa. Ma il vento sembra aver cambiato direzione, ed aver provocato un’inversione di tendenza rispetto agli ultimi mesi. E’ vero, lo spettro di Internet continua ad ergersi minaccioso sulle case cinematografiche le quali, anziché cavalcare il nuovo mezzo elettronico e prendere atto della realtà del web come canale distributivo, appaiono paralizzate non solo davanti al fenomeno della pirateria, ma anche al cospetto di tutti quei siti che promuovono un downloading legale (a pagamento) delle pellicole. Ma nel corso dei mesi estivi una reazione c’è stata. Merito dei… supereroi, i cui poteri si sono dimostrati capaci di tenere a bada anche bufere finanziarie e paure di recessione.
Nel mondo del cinema, quella appena passata, infatti, verrà ricordata come l’estate di Batman. The Dark Knight, la nuova avventura dell’uomo pipistrello, ha abbattuto praticamente qualsiasi record di incasso all-time: miglior apertura di mezzanotte, miglior primo giorno, miglior fine settimana d’esordio, e così via. Le casse della Warner Bros, il marchio di Time Warner, ringraziano e portano a casa: con 155,3 milioni di dollari di biglietti venduti nel fine settimana il film ha superato di slancio anche la terza avventura di Spider-Man, dall’anno scorso detentrice dello storico primato con 151,1 milioni. Ma Batman non è rimasto solo: alla Hasbro, grazie all’armatura dell’Uomo di ferro, alla frusta di Indiana Jones e ai verdi muscoli di Hulk, reduci da recenti comparse sul grande schermo, con i profitti è lievitato anche il fatturato trimestrale del 13% a 784,3 milioni di dollari. Con gli incassi complessivi di tutti i film del weekend si registra un record di 255 milioni di dollari in grado di infrangere un tetto che resisteva dal 2006. Il botteghino del 2008 ha ormai superato i 5,51 miliardi, è ancora in calo ma di un contenuto 1,3% rispetto all’ultima annata (la flessione resta invece più pronunciata quando si guarda al numero di spettatori: è del 4% sull’anno scorso, in parte compensata dall’aumento nei prezzi dei biglietti). Performance senza precedenti che sembrano non aver patito la concorrenza di Internet e del peer-to-peer. A poche ore dall’uscita nei cinema americani, infatti, alcune versioni pirata dei film hanno iniziato a far capolino sulle reti di filesharing. Ma le pellicole non ne hanno risentito, a cominciare da Batman, che ha sbaragliato tutti i record, anche quelli risalenti ad anni in cui Internet e il filesharing non erano ancora diffusi come oggi. Come mai? Gli incassi non avrebbero dovuto essere penalizzati dalla pirateria multimediale, la piaga numero uno per il business cinematografico secondo gli studios di Hollywood? In realtà il risultato di The Dark Knight dimostra che la pirateria, sebbene danneggi il mercato, abbia un effetto più complesso da considerare film per film. Non è raro infatti che numerosi titoli tra i più “piratati” si comportino ottimamente al box office (un altro esempio recente è quello di Io sono leggenda, che a gennaio venne anticipato online addirittura da una versione pirata ad alta qualità e ottenne comunque incassi più che soddisfacenti, nei cinema americani, nel resto mondo, e nella successiva versione in dvd).
Exploit come quello di The Dark Knight sembrano confermare la sostanziale buona tenuta dell’industria cinematografica di fronte all’avvento di Internet e alla transizione verso il digitale. L’esperienza in sala tiene, le nuove tecnologie (dal Blu-ray agli schermi ad alta definizione, dalla moltiplicazione dei canali via satellite fino allo streaming online) offrono concrete prospettive di nuovi guadagni e la concorrenza del P2P non ha colpito il settore con la stessa forza con cui sembra aver influito sulla crisi dell’industria discografica.
Per questi ed altri motivi l’impressione è che Hollywood possa dormire sonni tranquilli. Forse persino grazie alla complicità della crisi economica mondiale. Secondo il Times di Londra, infatti, il cinema ha dimostrato di cavarsela sempre alla grande durante i periodi di recessione, diventando per la gente una sorta di bene-rifugio d’intrattenimento.
Ivano Basile