Roma, “Back to Nature”. Quando l’arte sfida il virus

Roma, “Back to Nature”. Quando l’arte sfida il virus

Nuove restrizioni del Governo per contenere l’onda della pandemia che sta travolgendo la vita economica e sociale dell’Italia e del mondo. Mentre le strutture sanitarie temono il collasso, il virus mina ogni giorno di più le risorse, anche interiori, di una comunità messa a dura prova. Una minaccia con la quale bisognerà ancora convivere, nel miraggio di un vaccino sicuro ed efficace.

Rispetto all’imprevedibilità del futuro, l’unica certezza è che mai, come in questo difficile momento, occorra dare spazio al senso di responsabilità individuale senza abbandonare la fiducia nel presente. Con flessibilità, coraggio e speranza, in attesa di un domani migliore.

Alla ricerca di una difficile tenuta dell’equilibrio fisico, mentale ed emotivo, una grande risorsa può venire dal contatto rigenerativo con la natura.

Secondo gli studi scientifici, Madre natura ha effetti benefici sul nostro benessere psico-fisico. Il verde consente di recuperare energie riducendo emozioni negative quali rabbia, frustrazione, aggressività, ansia e tristezza e rafforzando quelle positive, come autostima e autocontrollo.

Roma, in questo difficile periodo, punta, dunque, sui suoi meravigliosi parchi. Con una mostra d’arte, unica ed esclusiva, anche per l’attuale chiusura dei musei causata dal Covid.

Arte e natura insieme. Villa Borghese, luogo tra i più amati di Roma, ospita, fino al 13 dicembre 2020, “Back to Nature”. Primo progetto artistico nell’ambito di una strategia di valorizzazione dei parchi storici della Capitale, l’esposizione è accessibile a tutti coloro che frequentano il parco.

Mostra di arte contemporanea, a cura dello storico dell’arte e critico Costantino D’Orazio, che spiega: “Mi appassiona l’idea che chi frequenta regolarmente il parco abbia di esso una percezione diversa dal solito… Attraverso le opere abbiamo voluto valorizzare diverse aree del parco, ma non si tratta di semplici ‘sculture’ collocate all’aperto: sono installazioni che hanno come filo conduttore la trasparenza, con la quale si crea armonia tra arte e natura. L’opera non domina sulla natura e la natura non domina sull’opera”. E ancora D’Orazio: “La maggior parte delle persone non sa che si tratta di una mostra, ed è importante che le opere non creino interrogativi che rimangano senza risposta”.

Promossa dalla Sovrintendenza capitolinaai Beni Culturali d’intesa con le istituzioni presenti nel Tavolo per il Contemporaneo, la mostra offre opere che tessono una relazione pregnante con la natura e stimolano una lettura innovativa tra essere umano e ambiente. Per riflettere sul futuro e sulla necessità di costruire un nuovo rapporto con la natura, in questo delicato periodo di cambiamenti climatici e nell’attuale emergenza sanitaria.

Di recente interrotti, a causa delle restrizioni, invece, i concerti del Conservatorio di Musica di Santa Cecilia che hanno reso più prezioso il festival, nel sabato, al tramonto. In un affascinante connubio simbiotico tra arte e musica, accanto o all’interno delle installazioni artistiche, per apprezzare la melodia musicale in una diversa cornice, a cielo aperto.

Tra alberi ricoperti di tessuti variopinti, architetture barocche e sculture di animali, “Back to Nature” anima il palcoscenico naturale di Villa Borghese.

Opere installate a Parco dei Daini, Piazza di Siena, nell’area antistante il Casino della Meridiana, Museo Bilotti, Museo Canonica, non collegate da uno specifico tema ma in grado di integrarsi, per dimensioni e grandiosità, con la vegetazione monumentale degli spazi. Un percorso interamente all’aperto che lega le opere alla storia del grande polmone verde e permette ai visitatori di godere, in piena sicurezza, della corrispondenza tra il segno contemporaneo, le architetture dell’area e le meravigliose piante. Un dialogo tra antico e contemporaneo.

Un’esposizione che per Luca Bergamo, vice sindaco e assessore di Roma Capitale, ha un valore speciale: “Tengo molto a questa mostra per diversi motivi: abita una villa tra le più belle della nostra città, uno spazio accessibile a chiunque e frequentato da persone di età, genere, orientamenti, provenienze diverse. Pubblici che si incontrano tra loro e con l’arte contemporanea che irrompe nelle nostre vite con domande e suggestioni sul presente e sul futuro”.

Nell’inedito spazio, tante le opere appositamente progettate o reinventate, per l’occasione, da artisti di rilievo internazionale quali Mario Merz, Mimmo Paladino, Nico Vascellari, Grazia Toderi, Davide Rivalta, Edoardo Tresoldi, Benedetto Pietromarchi, Andreco e l’Accademia Aracne.

Sculture e natura, in “Back to Nature”, dialogano attraverso le opere progettate per la mostra e quelle che trovano, nel parco, una nuova identità.

Andreco, già impegnato nell’ingegneria ambientale, propone “Drops”, che abita la “Prospettiva del Teatro” nel Parco dei Daini. Sette sculture che ricalcano le figure geometriche dei Giardini segreti della Galleria Borghese.

Davide Rivalta, l’artista noto per i leoni in bronzo collocati sulla scalinata della Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea e all’interno del cortile d’onore del Quirinale, espone, in prossimità del Casino della Meridiana, una grande “Bufala” in bronzo fusa con il metodo della cera persa, tecnica risalente al secondo millennio a.C.. Una bufala che, come ha spiegato l’autore, ritrae un animale ripreso dalla realtà, intento a grattarsi il muso con la zampa.

Grazia Toderi interviene nella cosiddetta Loggia dei Vini – il padiglione seicentesco a cinque arcate destinato a feste e banchetti all’aperto progettato da Flaminio Ponzio per il Cardinal Scipione Borghese – presentando la proiezione “Red Map”, video-installazione composta da cinque ellissi in movimento.

Dopo essere stata esposta in occasione del Coachella Valley Music and Arts Festival, è ora a Villa Borghese “Etherea”, una delle opere più evocative di Edoardo Tresoldi, per la prima volta impegnato in un’installazione pubblica a Roma. Una scultura di circa 11 metri, trasparente, ispirata alle architetture barocche e neoclassiche che dialoga con gli alberi del Parco dei Daini, utilizzando il linguaggio dell’architettura con la trasparenza di reti metalliche e giochi di luci e di ombre che trascende la dimensione spazio-temporale.

Nico Vascellari presenta, presso la Casa del Cinema, un suggestivo video realizzato come omaggio alla bellezza del paesaggio italiano in un nostalgico itinerario senza tempo, tra l’aspettativa di un evento imminente e la riconciliazione con l’ambiente.

Abita il Parco dei Daini “lgloo di Oporto”, dalla forma geometrica semplice e accogliente, di Mario Merz (1925-2003) che riflette la forma più essenziale di abitazione elaborata dall’uomo nella storia della civiltà, paradigma dell’abitare e “casa archetipica”. Un cervo, sulla sommità dell’igloo, riporta sul fianco un numero tratto dalla serie numerica progressiva elaborata dal matematico Leonardo Fibonacci nel XII secolo, sistema che regola la crescita e l’evoluzione degli elementi naturali.

L’artista Mimmo Paladino, prendendo ispirazione da dettagli delle sculture che un tempo decoravano i viali e le siepi di Villa Borghese, ha creato dieci bandiere i cui segni si intrecciano a frammenti di volti, particolari di piante, forme colte dall’osservazione delle geometrie storiche della Villa e dalla morfologia degli alberi. Affisse sulla facciata del Museo Pietro Canonica, evocano gli stendardi che in epoca medioevale decoravano i castelli.

Per il Museo Carlo Bilotti, l’artista Benedetto Pietromarchi, tra disegni e sculture, ha realizzato “Radici”. Partendo da radici divelte di alcuni alberi, un ulivo, una quercia e un cipresso, quest’ultimo recuperato proprio a Villa Borghese. E colorati pollini, fiori di cardo in piombo e setola, come ‘semi’ e simbolo di una rinascita possibile.

Ph.: Simon d’Exéa

Infine, attraverso interventi di “Yarn Bombing”, gli alberi all’uncinetto di Accademia Aracne esprimono un linguaggio che si serve di tessuti lavorati a maglia per trasformare i tronchi degli alberi in sculture variopinte dal forte impatto visivo.

Voglia di arte, di natura e di bellezza. Voglia di serenità e di ‘normalità’.

Nelle splendide giornate romane di un mite novembre, nel meraviglioso spazio di Villa Borghese, passeggiando a piedi o in bicicletta o praticando attività fisica, godere del contatto con la natura e l’arte, ora più che mai, può aiutarci. Per ridisegnare un futuro attingendo a risorse, forse, inesplorate. Con la trasparenza, la luce e la leggerezza – sottolineate dal curatore della mostra – delle opere degli artisti di Villa Borghese.

Elvira Frojo