Quando l’arte è sotto pelle. Nel mondo dei tatuaggi

Quando l’arte è sotto pelle. Nel mondo dei tatuaggi

Arriva l’estate, tempo di spiaggia, sole, mare e, per chi può, di mettere in mostra i propri tatuaggi. Opere d’arte impresse nella pelle durante l’anno e che, con colori più o meno sgargianti o con un “semplice” bianco e nero, sono pronte ad apparire con i primi caldi e per tutta la bella stagione.

Che si tratti di moda o cultura? Il dibattito è aperto e la considerazione del tatuaggio dipende effettivamente dalla testa, e dalle motivazioni, che spingono le persone a imprimersi qualcosa di eterno sotto la loro pelle. Quello che è certo è che negli ultimi anni questo trend sta impazzando tra giovani e meno giovani. Tanti, tantissimi, gli stili che ritraggono i soggetti più disparati (chi si tatua qualche simbolo particolare di tradizioni lontane, chi opta per ritratti realistici, chi per animali, piante o paesaggi…), fatto sta che ci troviamo in un vero periodo d’oro per i tatuatori che, forse mai come nell’ultimo decennio, stanno riscontrando fortune riempiendo le proprie agende con centinaia di appuntamenti.

A favorire questo fenomeno anche il superamento, o almeno i il tentativo, di una mentalità che associava il tatuaggio a persone “poco di buono”; un’ideologia che etichettava anche troppo frettolosamente il tatuato come un individuo poco affidabile o, peggio, un criminale. A testimonianza di questo progressivo cambio di mentalità i programmi tv dedicati e le sempre più numerose convention che in tutto il mondo stanno prendendo sempre più piede. In Italia sono moltissime le kermesse del settore che ogni anno vengono organizzate su tutto il territorio: da Roma a Milano, da Palermo a Senigallia (protagoniste proprio in questa prima parte di estate), per lo Stivale lavorano sempre più le classiche macchinette che emettono quell’inconfondibile ronzio, quasi una sinfonia per gli amanti dei tatuaggi.

Il tatuaggio ormai è stato sdoganato, non è più un tabù, e questi festival promuovo questo mondo facendo avvicinare persone che non entrerebbero mai in uno studio. La diffidenza di gran parte della società è stata progressivamente superata, queste convention contribuiscono a espandere la cultura del tattoo, e questo porta un pubblico sempre più vasto e diversificato a informarsi o semplicemente a vedere questo mondo come funziona.

Se poi siete donatori di sangue e questo vi frena dal farvi un tatuaggio, dovete sapere che anche con un po’ d’inchiostro sotto pelle potete tranquillamente tornare al vostro volontariato. Bisogna aspettare 4 mesi da quando si fa un tatuaggio, perché questo è simile ad un intervento, un’incisione sulla pelle viva.

Per addentrarci ulteriormente all’interno del mondo dei tatuaggi abbiamo intervistato una giovane artista umbra che, nonostante l’età, si ritrova con la tipica macchinetta in mano praticamente da 10 anni. Dal suo studio nella provincia di Terni Fraffry ci spiega cosa vuol dire tatuare e farsi tatuare.

Iniziamo dalla considerazione che il tatuaggio, e le persone tatuate, hanno al giorno d’oggi. E’ stato effettivamente superato il tabù legato a questo mondo?

Il tabù legato al mondo della body art, purtroppo, non è stato ancora del tutto superato, ma diciamo che, piano piano, sta diventando sempre più una cosa normale vedere persone tatuate e tatuatori. In molti ancora oggi non vedono di buon occhio questa forma d’arte, ma è maggiormente un pubblico di persone anziane, in quanto ai loro tempi i tatuaggi venivano fatti più che altro nelle carceri e quindi ai delinquenti; ancora oggi alcuni quindi li associano appunto a gente poco raccomandabile. Non nascondo che ci sono anche persone un po’ avanti con l’età che decidono di avvicinarsi a questo mondo facendosi piccoli tattoo e, quando capita, è sempre un piacere. Dall’altra parte, tra i giovani, è una cultura sempre più in forte espansione, da chi lo fa per moda a chi lo fa per ricordare un determinato periodo della sua vita, un amore, la famiglia.

Credi che i programmi televisivi e le convention dedicate abbiano favorito questo cambio di mentalità e di cultura da parte delle persone?

Si, molto. In particolar modo da tv e riviste: ci bombardano di pubblicità di ogni tipo, ma quelli che fanno più colpo, purtroppo, sono calciatori e modelle e quindi qualcuno tende ad emularli. Le convention si fanno da decine di anni, ma non sono mai state così pubblicizzate. Ora, fortunatamente, si registrano migliaia di ingressi ed essendo in un periodo in cui c’è il boom del tatuaggio, è possibile incontrare anche la famiglia che, piuttosto che passare la domenica in un centro commerciale, decide di fare una cosa nuova visionando artisti che vengono da tutto il mondo.

Qual è la tua clientela tipica? Più uomini o donne? Che età?

Diciamo che non ho un target particolare, capitano clienti di tutti i tipi e ci sono periodi in cui sono più donne a tatuarsi e periodi in cui sono più uomini.

I social network quanto aiutano nella visibilità e nell’attirare clienti? Qual è il social che consideri maggiormente efficiente?

Oggi i social network sono un sinonimo di visibilità. Ormai tutti abbiamo Facebook o Instagram, strumenti che vengono utilizzati per cercare qualcosa o qualcuno. Secondo me Instagram è più efficiente perché più diretto, hai la possibilità di inserire solo foto e per il cliente rimane più semplice trovare quello che cerca e vedere direttamente i lavori effettuati. Col tempo si è persa l’abitudine di avere un contatto diretto col tatuatore e si preferisce interagire così ma, se possibile, preferisco invitare i clienti in studio per poterne parlare di persona sul tatuaggio che vorrebbero fare.

Il tatuaggio è ormai considerata un’opera d’arte, quindi il tatuatore è un vero e proprio artista? Ti consideri tale?

Il tatuatore è un’artista ed il tatuaggio è una forma d’arte: la differenza è che il pittore dipinge sulla tela, il tatuatore sulla pelle. La differenza sostanziale è che un dipinto, se viene male, puoi correggerlo o rifarlo da capo. Un tatuaggio invece non sempre si può coprire o modificare: tatuare quindi è una grande responsabilità. Si mi reputo un’artista, ma ho ancora molta strada da fare, ma la passione e la voglia di imparare non mancano mai.

Quanta gavetta, esperienza e tempo ci vogliono prima di potersi considerare un tatuatore a tutti gli effetti?

Si fa il corso per l’abilitazione alla professione e poi la miglior cosa è quella di lavorare in uno studio come apprendista… si disegna, si pulisce, si accolgono i clienti, si preparano le postazioni e dopo qualche anno, quando si è davvero pronti, si può iniziare a tatuare. Il mio percorso è stato differente, non è stato per niente facile, ma piano piano, con i dovuti tempi e le varie esperienze accumulate negli anni, sono riuscita a raggiungere un piccolo traguardo: quella di aprire la mia attività. Ma, come ho detto prima, la strada è lunga, anche se mi considero una tatuatrice a tutti gli effetti, nemmeno tra 30 anni avrò imparato tutto quello che c’è da sapere. Gli stili, i materiali sono in continua evoluzione, di tatuatori ne è pieno il mondo e ognuno di noi ha qualcosa da imparare e qualcosa da insegnare.

Cosa consiglieresti ad un aspirante tatuatore?

Ad un VERO aspirante tatuatore o tatuatrice consiglieri di non mollare mai, metterci tanta passione e tanto amore ed avere sempre la voglia di imparare. Ci saranno sempre momenti in cui ti verrà voglia di lasciar perdere perché magari un cliente ha una richiesta troppo particolare e quindi non ti senti in grado, per le serate intere che passi a disegnare, a studiare, a cercare di capire quale stile ti appartiene di più in cui riesci ad esprimere te stesso, per i tanti disegni che provi a fare per arrivare a quello definitivo per il tuo cliente, per le volte in cui realizzi il disegno perfetto per il cliente ma poi ti cambia idea. Mettiti sempre alla prova riconoscendo i tuoi limiti; a volte è meglio rinunciare ad un lavoro ed avere la stima del cliente, piuttosto che fare un brutto lavoro pur di accaparrarselo.

E invece cosa diresti ad un indeciso per convincerlo a tatuarsi?

Direi di capire per bene cosa vorrebbe rappresentare e portare per sempre con se. Non posso convincere una persona indecisa sul tatuaggio da fare, in quanto, è una scelta puramente personale. Posso “convincerlo” magari a realizzarlo in un determinato stile piuttosto che un altro, ma partendo sempre da una base.

Come sono stati i tuoi primi mesi/anni con la macchinetta in mano? Cosa ricordi di quel periodo e credevi che dopo 10 anni saresti diventata a tutti gli effetti una tatuatrice?

I primi anni sono stati molto difficili. I primi tatuaggi l’ho fatti su di me e sui miei parenti e devo dire che, per essere stati i primi, sono anche venuti bene. A distanza di 10 anni ancora sono lì e sono anche abbastanza precisi. È bello anche vedere i progressi che si sono fatti col tempo e notare le differenze. Ricordo la paura che avevo, ho iniziato con disegni semplici, neri, scritte, tribali ecc e, dopo 3 anni, ho iniziato con le prime sfumature fino ad arrivare ai colori. Man mano ho cambiato anche macchinette e i colori finché non ho trovato quello che mi soddisfa e, sinceramente, ancora non ci credo che sono arrivata fin qui. Nel corso del tempo non ho mai perso speranza e grinta e continuo a metterci me stessa ogni volta.

Invece come ti vedi tra 10 anni?

Bella domanda… tra 10 anni spero di aver aggiunto qualche altro tassello del puzzle alla mia carriera e di avere un grande studio e, perché no, poter insegnare a chi ha voglia di intraprendere questo percorso.

Ci sono disegni o soggetti che preferisci tatuare rispetto ad altri? Più in generale, i tatuatori hanno delle preferenze?

Ogni tatuatore è più portato per determinato stile. Ovviamente, senza nulla togliere a chi fa semplici e piccoli tatuaggi, che sono comunque molto belli, nel realizzare un lavoro grande, magari a colori e nello stile specifico del tatuatore, si è più invogliati ed è più divertente.

3 cose invece che un cliente non deve mai dire/chiedere al tatuatore?

  1. Mio cugino (o amico del momento) a casa li fa a meno
  2. Fammi lo sconto che poi ho altri due/tre amici che si vogliono tatuare
  3. Ah sei una tatuatrice… Quanto costa un tatuaggio?
    Ovviamente è normale fare i preventivi una volta preparata la bozza, ma la domanda che fanno è generalizzata e non si riferisce ad un tatuaggio ben preciso.

Sta arrivando l’estate, ci si può tatuare in questo periodo o meglio attendere qualche mese?

Ci si può tatuare avendo le dovute accortezze, perciò, per almeno un mese, niente mare, piscina, terme, sole, una volta guarito, protezione totale sotto al sole. È capitato chi, dopo la seduta, mi ha detto che il giorno dopo sarebbe andato al mare nonostante lo avessi messo al corrente prima. Ognuno poi è libero di fare ciò che vuole ed è responsabile di se stesso, ma poi il problema è che capita che qualcuno si lamenta col tatuatore.

Qui di seguito l’elenco delle convention in questa seconda parte di anno:
6 – 7 – 8 luglio 2018 Summer Tattoo Festival Mamamia – Senigallia (AN)
24 – 25 – 26 agosto Cagliari Tattoo Convention
6-7-8-9 settembre Roma Ciampino
14 – 15 – 16 settembre 2018 Torino Tattoo Convention
14 – 15 – 16 settembre Pisa Tattoo Convention
5 – 6 – 7 ottobre 2018 Florence Tattoo Convention
5 – 6 – 7 ottobre 2018 Genova Tattoo Convention
12 – 13 – 14 ottobre 2018 Venezia International Tattoo Convention
3 – 4 novembre 2018 Passion Art Tattoo Convention Bolzano
16 – 17 – 18 novembre Trieste International Tattoo