Quel capitale chiamato estate

Quel capitale chiamato estate

Il turismo estivo ha un impatto sempre maggiore sulle casse dello Stato, accogliendo il 61% delle presenze annue e con le imprese del turismo che danno lavoro a più di un milione di dipendenti. Federalberghi torna a ribadire l’importanza di questa stagione.
Le analisi realizzate dal Centro Studi di Federalberghi mettono in luce l’importanza che i grandi flussi del turismo estivo rivestono per l’economia nazionale e per la creazione di posti di lavoro.
Nel periodo giugno-settembre gli esercizi ricettivi italiani (alberghiero ed extralberghiero) accolgono circa 54,9 milioni di persone, per un totale di 235,7 milioni di pernottamenti, che equivalgono al 50% degli arrivi annui e al 61% delle notti dormite.

I turisti stranieri in Italia generano quasi il 51% degli arrivi estivi (27,9 milioni), quota di mercato che si è sensibilmente ampliata negli ultimi anni (era infatti al 46% nel 2010), mentre il numero degli italiani è rimasto pressoché stabile.
“Si tratta di un trend -commenta il Presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca – che da un lato conferma il grande appeal che la destinazione Italia esercita nei confronti dei turisti di tutto il mondo e dall’altro ci ricorda che le famiglie italiane negli ultimi anni hanno dovuto stringere la cinghia per fronteggiare una crisi che non si è ancora conclusa”.
Nel dettaglio dei flussi internazionali è il tedesco la lingua più parlata sotto il solleone: la Germania è di gran lunga il principale mercato con 6,2 milioni di arrivi e 34,7 milioni di presenze durante l’estate, seguita dagli Stati Uniti (2,4 mln di arrivi e 5,9 mln di presenze) e dalla Francia (quasi 2 mln di arrivi e 6,8 mln di presenze).
Le località preferite dai maggiori fruitori stranieri dell’Italia in estate sono il mare, i laghi e la montagna per i tedeschi, le terme e le città d’arte maggiori e minori per austriaci, francesi ed inglesi, le città d’arte maggiori e minori nonché le aree interne per gli statunitensi e le città d’affari /shopping ed il mare per i russi.

Per quanto riguarda i flussi interni, invece, sono gli accenti lombardi quelli che maggiormente si riconoscono nelle varie località turistiche. È infatti la Lombardia la regione che offre il maggior contributo all’economia delle vacanze estive con 6 milioni di arrivi, seguita dal Veneto con 2,5 milioni e dal Lazio con 2,4 milioni. Per la clientela italiana le località preferite in assoluto sono quelle marine, maggiori e minori, e le montane.
Sul fronte occupazionale durante l’estate le imprese del turismo diventano una vera e propria ‘fucina’ dando lavoro a poco più di 1,1 milioni di dipendenti, con un picco nel mese di agosto pari a circa 1,12 milioni. Il comparto alberghiero è quello che risente maggiormente della stagionalità con un numero di dipendenti ad agosto pari a 316 mila unità che risulta più che doppio (+111%) rispetto per esempio al mese di novembre (quando gli occupati sono 150 mila).
La regione con più lavoratori è la Lombardia con circa 171 mila dipendenti, seguita dall’Emilia Romagna (113 mila), dal Veneto (108 mila) e dal Lazio (104 mila).
“Il valore aggiunto prodotto ogni anno dalle attività connesse al turismo -sottolinea il Presidente degli albergatori italiani- è di circa 171 miliardi di euro pari all’11,8% del prodotto interno lordo che evidenzia la necessità di un forte impegno pubblico e privato a sostegno dello sviluppo del settore”.