Quando la fede incontra l'arte

Quando la fede incontra l'arte

Nel variare delle epoche e delle dislocazioni geografiche, quel che accomuna queste meraviglie scaturite dall’estro architettonico e costruttivo dell’uomo è la loro valenza religiosa, il loro riferimento a una dimensione ultraterrena dell’esistenza, l’ispirazione a un principio divino che sottende l’universo e che si esplica nei nomi di Osiride, Shiva, Zeus, Buddha, Confucio, Giove, Javhè, Gesù Cristo, Maometto e numerose altre divinità, con tutte le implicazioni, le genealogie e le credenze che le sorreggono. Il legame indissolubile dell’uomo con l’entità identificata quale principio dell’esistenza e termine del pellegrinaggio terreno viene manifestato nella magnificenza dei templi, delle sinagoghe, delle cattedrali, delle moschee. Questi edifici concentrano, quali preziosi scrigni di tesori sacri, tutta la bellezza e i vertici della creazione umana impiegata a gloria e splendore del creatore divino, che regge i destini del mondo e governa le vite delle comunità e dei singoli.
Le cattedrali cristiane, insieme a monasteri, abbazie, conventi e santuari, costellano ogni centro dell’Orbe cattolico. Splendidi capolavori dell’architettura, sposano stili tra loro differenti, dal romanico al gotico, dal barocco al neoclassico.
Cuore della cristianità è la Basilica di San Pietro in Vaticano, sorta sulla tomba dell’apostolo Pietro e oggi la più grande chiesa al mondo. La sua costruzione durò un secolo, impegnando artisti quali Bramante, Michelangelo, Bernini, Maderno e Fontana. Sul pavimento della navata centrale sono incisi i nomi e le lunghezze degli altri maggiori templi cristiani dislocati in ogni parte del mondo, girandola di splendori e di stili nel fluire dei secoli: san Petronio a Bologna, santa Giustina a Padova, santa Maria del Fiore a Firenze, il duomo di Milano, Notre Dame a Parigi, santo Stefano a Vienna, san Vito a Praga, il duomo di Colonia…
Questi templi cantano la gloria di una fede giunta fino ai nostri giorni, altri invece sono testimonianza di culti, di credenze, di riti scomparsi nei secoli, che tuttavia hanno animato e sostenuto la vita di varie civiltà, pur se ormai estinte (egizi, parti, elamiti, fenici, inca, maya, aztechi ecc.). Così, se il Cristianesimo ha informato quasi totalmente l’arte europea – uno dei tanti culti nati in Oriente, il Cristianesimo, era giunto a Roma già nel I secolo e poco alla volta stava emergendo come la forza culturale dominante nel tardo Impero. Quando l’imperatore Costantino, nel 313, emise il celebre editto di tolleranza verso la nuova religione, i cristiani abbandonarono le catacombe, luoghi sotterranei e segreti, e costruirono le nuove basiliche. Si ricordi poi che nel Medioevo folle di pellegrini percorrevano l’Europa. Le grandi mete erano il Sepolcro di Cristo a Gerusalemme, la cattedra di Pietro a Roma e la tomba di san Giacomo apostolo a Santiago de Compostela. E si pensi che le missioni di gesuiti, francescani, domenicani e agostiniani hanno costituito le pietre miliari della diffusione della fede e dell’architettura cristiane nel Nuovo Mondo – mentre le varie confessioni cristiane seguivano canoni di sviluppo dottrinali e artistici loro propri (notare le differenze tra le architetture ortodosse, anglicane ecc.), parallelamente e ancor prima erano sorti in Oriente stupefacenti templi ove convivevano varie grandi religioni. È il caso del complesso di Prambanan in Thailandia.
L’isola di Giava fu punto d’incontro di due grandi religioni: l’Induismo e il Buddhismo. Lo spirito di tolleranza che animava induisti e buddhisti permise la costruzione del complesso di Prambanan, dove accanto ai templi dedicati a Visnu, Shiva e Brahma sorgono gli edifici eretti in onore del Buddha. Furono costruiti a partire dall’856. Ma si pensi anche delle grotte di Ellora in India. Tale grande santuario rupestre, costituito da 34 grotte artificiali scavate nel corso di 9 secoli, ospita templi delle 3 religioni autoctone dell’India: Buddhismo, Induismo e Giainismo. La pacifica coesistenza tra fedi diverse fu infatti un tratto caratteristico del subcontinente indiano fino all’avvento dell’Islam, diffusosi con vigore nel Medio e nell’estremo Oriente a partire dal VII secolo. Capitale di un Paese dalla storia millenaria, il Cairo presenta tracce dell’Egitto dei faraoni solo nelle zone periferiche, perché il cuore della città appartiene per intero all’Islam. Qui la gloria dei leggendari sultani fatimidi e mamelucchi è scritta nelle moschee, nei palazzi e persino nella variopinta vitalità dei mercati. In taluni casi si generano vere forme di sincretismo artistico e religioso, in altri le tradizioni religiose s’incrociano e i templi si sovrappongono. Si pensi a Santa Sofia, Istanbul: chiesa costruita dall’imperatore Giustiniano nel VI secolo e trasformata in moschea dopo la presa di Costantinopoli da parte dei Turchi. Alla sua costruzione lavorarono 10000 uomini per 6 anni, facendone una meraviglia dell’architettura. O, viceversa, a Siviglia e alla sua splendida Cattedrale, già mosche araba.
Tra i meravigliosi esiti dell’incontro tra arte e religione in Europa, notevoli i monasteri affrescati della Bucovina, una regione situata nel nord della Romania, edificati tra il ‘400 e il ‘500. Due sono le caratteristiche peculiari delle chiese moldave. La prima è la decorazione pittorica esterna di tipo bizantino, la seconda è la struttura delle cupole. Sucevita ospita il più grande tra i monasteri dipinti, è cinto da poderose mura con torri di guardia ai quattro angoli. Tra gli splendidi affreschi della chiesa, primeggia quello con la rappresentazione della Scala delle Virtù. Il gruppo dei monasteri della Bucovina trova il suo culmine in Voronet, i cui affreschi rappresentano uno dei vertici dell’arte europea. Famosissimo il Giudizio Finale, mentre gli affreschi interni sono tra i più belli dell’arte ortodossa.

Cina. Tempio del Cielo a Pechino. Fondato nella prima metà del secolo XV, forma un maestoso complesso di edifici religiosi, immersi in bellissimi giardini. La distribuzione del complesso architettonico così come ogni edificio, rappresenta la relazione tra la terra e il cielo, essenza della cosmologia cinese. È uno dei migliori esempi di architettura religiosa cinese. Lungo la storia dell’Impero, ogni dinastia fece erigere di volta involta il proprio Tempio del Cielo in diverse città. Tuttavia, quello di Pechino è senza dubbio il più importante e, inoltre, l’unico che è giunto fino a oggi in perfetto stato di conservazione, nonostante le numerose ricostruzioni. Si estende su 270 ettari, i lavori iniziarono nel 1420.
Monte Emei e Grande Buddha di Leshan. L’importanza culturale della regione del Monte Emei risiede nel fatto che il Buddhismo si affermò prima di tutto qui, per poi diffondersi in Cina e in tutto l’Estremo Oriente. Tra i numerosi templi e monumenti che danno vita a uno straordinario paesaggio culturale, dove domina l’armonia tra le costruzioni umane e la natura che le circonda, si eleva un Grande Buddha che raggiunge i 71 metri d’altezza. È la statua di Buddha più grande del mondo.
Grecia. Nonostante abbia avuto in Occidente una enorme diffusione, il monachesimo è una pratica orientale che si sviluppò nel III secolo, quando alcuni religiosi, ai quali venne dato il nome di anacoreti, scelsero di abbracciare uno stile di vita finalizzato alla ricerca di Dio e al distacco dalla società. A volte in solitudine, a volte in piccole comunità, gli anacoreti cercavano luoghi appartati, preferibilmente ricchi di grotte, che potessero offrire loro un rifugio naturale, proprio come le Meteore. Oggi rimangono 7 ‘monasteri sospesi’, di cui solo 4 occupati. Essi vantano chiese decorate con splendidi affreschi.

Messico. Città preispanica di Chichen Itza, la più imponente e grandiosa tra le città perdute del popolo Maya. Fu fondata nel IX secolo e misteriosamente abbandonata nel XV. Le sue rovine comprendono elementi architettonici di incredibile bellezza, nati dalla fusione dell’arte maya con quella tolteca. E ancora: Oaxaca e l’area archeologica di Monte Alban (per circa 1500 anni un centro di potere e di culto); i monasteri di Popocatépetl, 14 conventi del XVI secolo sulle pendici del vulcano omonimo; la città preispanica di Palenque, importante centro economico e cerimoniale dei Maya, popolo dai 1000 enigmi. Le vestigia dei suoi templi e dei suoi palazzi testimoniano una civiltà raffinata e progredita. Vi si trova il Tempio delle Iscrizioni, una maestosa piramide a 9 piani. E infine la città preispanica di Teotihuacàn (luogo dove nascono gli dei, in azteco), caratterizzata dalla grandiosità dei templi e dalla loro disposizione, secondo rigidi criteri astronomici e simbolici. Gli Aztechi dedicarono al sole e alla luna i principali templi piramidali della città.

Spagna. Agli arabi si deve la costruzione di una moschea a Siviglia tra il 1172 e il 1198. Con la conquista della città da parte di Ferdinando III il Santo, la moschea fu trasformata in cattedrale, senza troppi cambiamenti. Nel 1401, tuttavia, il Capitolo di Siviglia decise l’edificazione di un nuovo tempio e della costruzione originaria furono salvati solamente il minareto, che divenne un campanile. Terminata oltre un secolo dopo, nel 1506, la nuova cattedrale presentava una pianta a 5 navate, 9 porte e innumerevoli cappelle, in una delle quali riposano le spoglie di Cristoforo Colombo. Se le chiese cristiane svolgono una funzione di santuario e luogo di sacrificio, le moschee musulmane fungono essenzialmente da luogo di riunione e di preghiera per i fedeli. La moschea di Cordova, con una superficie paria a 22500metri quadrati, è uno dei più vasti templi mai esistiti, la seconda moschea più grande al mondo, dopo la Kaaba della Mecca, con 11 navate e capace di contenere fino a 25000 persone.

Luca Caruso

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