Gerusalemme

Gerusalemme

Nell’ora del suo massimo splendore, il sole si riverbera sulla cupola d’oro della moschea di Omar, che risplende e irradia di luce l’intera Gerusalemme. Città dal fascino incomparabile, figlia dei secoli, Gerusalemme è un crogiolo di fedi, la roccaforte delle culture dei popoli che l’hanno percorsa.

Gerusalemme è oggi la capitale dello stato di Israele, che celebra i suoi 60’anni di vita. La città è situata su una collina, lontana dal mare e senza fiumi che la attraversino. È centro di rivalità per la sua rilevanza in ambito religioso. Gerusalemme è infatti la Città santa per tre fedi: è la Terra promessa per gli ebrei, il teatro della missione redentrice di Gesù Cristo e una tappa del viaggio mistico di Maometto verso Allah.

Gerusalemme intreccia dunque le storie delle tre religioni rivelate: l’ebraismo, il cristianesimo e l’islamismo. Religioni, storia e vita moderna convivono. Una storia multiforme, sofferta e gloriosa: tra dominazioni, invasioni e crociate. La nascita di Gerusalemme risale a più di 5000 anni fa. Dapprima la regione fu interessata dagli insediamenti di gruppi di pastori nomadi, poi, poco dopo il 1000 avanti Cristo, l’occupazione ebraica, i re David e Salomone. Nel 586 a. C. la conquista babilonese, cui seguirono quelle di Alessandro Magno (331 a. C.), dei Tolomei d’Egitto, dei Seleucidi di Siria (198 a. C.) e poi la dominazione romana (dal 63 a. C.), con la consegna ad Erode. Le invasioni continuarono con la presa della città da parte dei persiani Sassanidi (nel 614), poi la dominazione dei turchi Selgiuchidi (1076) e la conquista dei crociati di Goffredo di Buglione (1099). La notte di Natale del 1100 nacque ufficialmente il Regno Latino di Gerusalemme, affidato a Baldovino, fratello di Goffredo. Poi ancora i musulmani di Saladino (1187), con la dinastia dei Mamelucchi, indi il dominio degli Ottomani (dal 1517) e, dal 1917, il mandato britannico. Nel 1948 avvenne la proclamazione dello stato d’Israele, di cui Gerusalemme fu scelta come capitale nel 1950, dando avvio a un’ininterrotta serie di lotte e contese che tutt’oggi perdurano. Una situazione di drammatiche tensioni, quindi, ma costellata spesso da edificanti modelli di convivenza. Gerusalemme è tutto questo: la sua unicità e l’attrazione che esercita sono basate su un passato tormentato e glorioso che rifulge e si riverbera su un presente talvolta sofferto, che si esplica nei luoghi storici ove hanno vissuto cavalieri, santi, eroi e profeti.

La fede

Gerusalemme, la Città santa, assediata per 50 volte, per 26 espugnata e per 18 distrutta e poi ricostruita, mantiene la sua forza d’attrazione ancorata ai luoghi nei quali affondano le radici delle tre religioni monoteistiche: per i cristiani il Santo Sepolcro, per gli ebrei il Muro del pianto, per i musulmani la Spianata delle moschee. Ma a fare del viaggio un’esperienza unica è il contatto con la gente del posto, che appartiene a credenze e tradizioni diverse e conduce spesso vite parallele, che solo occasionalmente s’incrociano.

Per gli ebrei la città rappresenta il simbolo storico della patria ebraica, oltre ad essere la capitale dello stato di Israele. La leggenda vuole che l’imperatore Tito abbia lasciato il Muro del Pianto, risalente all’epoca del primo Tempio di Gerusalemme, come triste ricordo per gli ebrei da parte di Roma che aveva sconfitto la Giudea.

Per i cristiani Gerusalemme è il luogo in cui Gesù ha vissuto gli ultimi giorni della sua vita terrena mentre per i musulmani infine è il luogo da cui il profeta Maometto intraprese la sua ascensione notturna verso il cielo. Le moschee di Omar e di el-Aqsa, che sorgono ove un tempo si trovava il tempio di Davide, sono il cuore dell’Islam: Gerusalemme, dopo la Mecca e Medina, è la terza città santa dei musulmani. La moschea di Omar, edificata nel 690, nota per il suo forte color azzurro, si chiama ‘Cupola della Roccia’ perché conserva la roccia sulla quale doveva compiersi il sacrificio del figlio Isacco da parte del patriarca Abramo: sarebbe il monte Moriah. Storicamente è il luogo su cui era posto l’altare degli olocausti del Tempio ebraico, infine il luogo da cui Maometto si sarebbe innalzato in volo, in seguito a particolari rivelazioni divine, per raggiungere il Paradiso a cavallo di una giumenta alata. A fianco della Roccia, un’urna conserva peli della barba del Profeta.

L’altra moschea è el-Aqsa, grandiosa, a sette navate, costruita nel 710 dove sorgeva il portico regio e la basilica di Erode. Divenne il palazzo dei Re Crociati a Gerusalemme, Saladino ne fece un’imponente moschea. Rinnovata da Solimano il Magnifico nel XVI secolo, ebbe gli ultimi rifacimenti nel 1938. Vi possono stare 5000 fedeli in preghiera.

Secondo gli ebrei la Spianata delle moschee è in realtà il Monte del Tempio, dove sorgevano il primo Tempio (distrutto dai Babilonesi di Nabucodonosor nel 586 avanti Cristo), e il secondo Tempio (distrutto da Tito nel 70 dopo Cristo). Per gli ebrei ultra ortodossi ve ne sorgerà un terzo al ritorno sulla terra del Messia.

Gerusalemme oggi

Per cinque volte al giorno il canto dei muezzin dai minareti invita i fedeli musulmani alla preghiera. Il suono delle campane fa riecheggiare nei vicoli della città vecchia il ricordo della fede cristiana. I versi salmodianti degli ebrei al Muro del pianto, ritmati dal movimento del capo e del busto, e talvolta balli, danze collettive, e la processione della Torah, il libro della Legge, esprimono la fede degli ebrei. Una colorata sarabanda anima le vie del suq, il tipico mercato arabo.

La topografia della Città vecchia, cuore di straordinaria bellezza e di commerci, è tortuosa e labirintica. All’alba, attraverso una delle otto porte che costituiscono l’accesso ad essa, per vicoli che narrano storie di convivenza quotidiana e possibile tra ebrei, musulmani e cristiani, si giunge al Santo Sepolcro, i cui altari sono ripartiti tra i fedeli di sei diverse confessioni cristiane - la cattolica, la greco-ortodossa, l’armena, la copta, la siriaca e l’etiope.

La Città vecchia

L’interno delle mura è diviso in quattro quartieri, corrispondenti alle principali confessioni religiose: l’ebraico, attorno al Muro del Pianto, il musulmano, col dedalo del suq, il cristiano, attorno alla basilica del Santo Sepolcro e al campanile di San Salvatore, l’armeno, con al centro la chiesa-convento di San Giacomo.

Da tremila anni uomini e donne salgono a Gerusalemme, il cui nome deriva probabilmente dalla divinità Shalem, venerata dai suoi primi abitanti. Oggi il suo è un nome che evoca pace. “Pace” è appunto il significato della parola ebraica Shalom, pertanto l’ebraico Yerushalayim sta per “Città della pace”, simile all’arabo Urshalim, “Città santa”.

La Città nuova

Nella Città nuova, la parte moderna di Gerusalemme sviluppatasi attorno alla Città vecchia a partire dalla metà del secolo scorso, si trovano invece l’Università ebraica, il Museo dell’Olocausto o “Yad Veshem”, il Cimitero nazionale del monte Herzl, la Biblioteca nazionale e universitaria ebraica. Il centro della Città nuova è compreso nel triangolo formato dall’intersezione tra Jaffa Road, Rehov King George V e la via pedonale di Ben Yehuda. Attualmente ospita il cuore politico e amministrativo della capitale israeliana: il Palazzo del Parlamento, la Knesset, i ministeri, varie agenzie e istituzioni. Davanti all’ingresso del Parlamento spicca un dono del governo inglese: una grande menorah (candelabro a sette bracci) in bronzo dello scultore Elkan, che raffigura 29 scene della storia degli Ebrei. La Città nuova è una zona commerciale e residenziale, verdeggiante, culturalmente assai ricca. Conta infatti la presenza di molti musei, tra cui il più importante è anche il maggiore del Paese: l’Israel Museum. Il commercio si concentra invece attorno al grande mercato di Ben Yehuda.

In occasione delle celebrazioni per i 60 anni dalla fondazione di Israele, è stata inaugurata una grandiosa opera dell’architetto spagnolo Santiago Calatrava, situata proprio all’ingresso di Gerusalemme. Si tratta di un ponte, una virgola di metallo che si curva come un’arpa tra i palazzi, e al cui centro si innalza, a simboleggiare un dito, un pennone in acciaio di 120 metri, visibile da qualsiasi punto della città. L’opera fu commissionata a Calatrava da Ehud Olmert, ex primo ministro israeliano, quand’era sindaco di Gerusalemme, suscitando numerose manifestazioni di protesta. A raggiera si aprono 66 cavi che reggono il viadotto sul quale, entro il 2010, passerà una nuova linea di treno leggero. “I ponti uniscono i luoghi che erano separati - ha affermato Calatrava -. Sono stati costruiti per amore del progresso e per il comune cittadino. Hanno persino una dimensione religiosa. La parola ‘religioso’ deriva dal latino e significa ‘creare un collegamento’. Un ponte ha molto senso per una città come Gerusalemme”. Architettura moderna e polemiche a parte, è comunque impossibile rimanere indifferenti al fascino di Gerusalemme, città che instilla nel cuore del viaggiatore una struggente nostalgia d’Oriente, un sentimento che è memore dei tempi passati, s’affanna in un presente purtroppo combattuto, ma nutre un’intensa speranza per l’avvenire.

Luca Caruso

www.israele-turismo.it

www.goisrael.it

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