L'ultimatum di Keanu Reeves

L'ultimatum di Keanu Reeves

Nell’immaginario collettivo Keanu Reeves resterà sempre l’eroe della fantascienza del terzo millennio. Il cappottone nero e gli occhiali scuri del Neo di Matrix è diventato un’icona del cinema che difficilmente dimenticheremo. Lo stesso è accaduto con Johnny Mnemonic (tratto da una novella di William Gibson) e con Constantine, il detective soprannaturale sputato dall’inferno.

Scelta non casuale, se pensiamo che ormai da qualche anno l’attore sembra sempre più abbonato (tranne qualche trasgressione nei romantici La Casa sul Lago e Tutto può succedere) a ruoli non proprio di questo “mondo”. Proprio come il Klaatu, personaggio mitico della fantascienza anni ’50 (ed in generale), giunto sulla terra ad annunciare la sua imminente distruzione. In questa nuova versione il punto focale (al contrario della paura atomica originale) è la catastrofe ecologica e l’ambientazione è davvero contemporanea, soprattutto visivamente grazie all’intelligente e accattivante regia di Scott Derrickson. Sebbene con più adrenalina e con qualche svarione “buonista”, il film mantiene i punti nodali dell’originale, con tanto di robottone Gort a sentinella dell’astronave (non più un disco volante, ma una sfera luminosa e cangiante) e la scienziata convinta a fargli cambiare idea sulla razza umana. Una storia che ben si sposa con le scelte vincenti e più efficaci della carriera di Kenau Reeves, alieno di tutto rispetto nella storia del cinema.

Questo film è un grande classico, il robot, l’alieno, l’astronave… Qual è il suo rapporto con quest’icona del cinema…

Ho visto il film da ragazzino e poi negli anni l’ho rivisto più volte. Così quando ho cominciato a lavorare su come aggiornare Klaatu, l’alieno venuto a dare un consiglio ai grandi della terra, con il regista abbiamo pensato che in questo remake dovevamo partire da un punto di vista differente. In questo modo abbiamo invertito il plot narrativo. Nell’originale il personaggio dell’alieno, all’inizio era affabile, umano, poi però se ne torna nello spazio non prima di aver dato alla terra un avvertimento alquanto sinistro. Qui invece, accade esattamente l’opposto: il personaggio arriva sulla terra determinato a dare una lezione alla terra, poi però finisce per umanizzarsi.

Ci stiamo autodistruggendo, ma è proprio necessario un alieno per farci aprire gli occhi?

La metafora di entrambi i film è che abbiamo bisogno di un “alieno” per farci capire i nostri errori e farci migliorare. Gli esseri umani hanno bisogno di storie, come strumento per studiare se stessi e che gli rivelino la realtà della condizione umana.

Sul film pesa la minaccia ambientale. Lei cosa ne pensa?

Non nego di essere molto preoccupato. L’emergenza è grave, ma credo che in fondo le cose cambieranno. Sono sicuro che saremo in grado di trovare le risorse necessarie per affrontare la situazione, anche quando sarà più estrema. E questo mi induce a sperare che il problema ambientale che sta al centro della storia di questo remake, ci porterà ad una sufficiente sofferenza da far sì che attueremo delle scelte drammatiche e difficili, ma anche sagge e positive. Quindi faremo delle scelte ambientali che ci porteranno magari tra sessanta anni a fare un’ulteriore remake con al centro l’argomento clou di quel periodo.

Lei finisce sempre per accettare ruoli fuori dall’ordinario, nel campo del soprannaturale, nella fantascienza. In realtà lei crede agli alieni?

Ci credo perché che non posso pensare che siamo l’unica razza senziente esistente nel cosmo. Per quanto riguarda agli Ufo in genere, ho degli amici che dicono di aver avuto delle esperienze in questo campo, quindi perché non dovrei crederci…

Non le pesa essere rimasto ingabbiato per aver impersonato personaggi come il Neo di Matrix, Constantine e Klaatu?

No, anzi, penso che sia una bellissima gabbia nella quale sono stato rinchiuso, sia per interpretare questo ruolo, che quello di Neo. Sono stati dei ruoli fantastici in film faticosi ma eccezionali.

A proposito pensa che nel suo futuro ci sarà un quarto episodio di Matrix?

Per quanto mi riguarda no! Credo che l’impersonificazione di Neo sia stata completa. Non so proprio cosa si potrebbe ancora raccontare…

Quali sono i film di fantascienza ai quali è più legato?

I miei preferiti sono i più classici possibile: Guerre Stellari, Blade Runner, 2001, Odissea nello Spazio e Solaris.

Tornando con i piedi per terra, se oggi dovesse atterrare un astronave davanti alla Casa Bianca, l’alieno che ne uscirebbe cosa chiederebbe ad Obama?

Non so proprio cosa potrebbe chiedergli… Forse “mantieni le promesse” e “Buona fortuna…”

Infine per lei cosa è recitare?

Una cosa molto bella. Poter entrare ed uscire in molti personaggi è davvero eccitante. Detto in maniera infantile è semplicemente molto divertente.

Roberto Leggio

www.20thfox.it

(Nella foto Keanu Reeves in una scena del film Ultimatum alla Terra)