La tv secondo Pippo Baudo

La tv secondo Pippo Baudo

Una carriera lunga e lungimirante, che inizia dal Miss Sicilia del ’59 e arriva a quel Sanremo che conduce, a fasi alterne, da circa quarant’anni. Figlio della tradizione del varietà classico, è disgustato da un certo tipo di tv di oggi: commerciale, banale, diseducativa. Lontanissima dal suo ideale: un piccolo schermo che riflette usi e aromi di un popolo, ma che sa anche stimolarlo e farlo pensare.

Cosa non va nella tv di oggi?

Ha perso la sua nobiltà. Capisco li obiettivi commerciali, ma certe scelte si potrebbero evitare. Concordo con Zavattini, che diceva che la noia è volgare. Capisco il divertimento di una certa tv commerciale, ma non ne condivido i modi.

In che senso?

Basta con questo modo facile di fare tv, altrimenti alla fine uno se la fa da solo, vedi i vari youtube. La tv è una spugna, raccoglie tutto quello che il paese produce, profumi e cattivi odori, è l’espressione del suo degrado o della sua floridità. La nostra tv, rispetto a tante altre straniere, non è messa poi così male, ma ormai si va perdendo l’individualità in vista dell’omologazione. Inoltre la forma pedagogica oggi è respinta, si punta su programmi di prouderie, si trascurano quelli culturali e i miti finiscono per essere personaggi del gossip, tipo quelli del Grande Fratello, che dopo il primo momento di successo si trovano soli.

Un divismo troppo facile?

Non solo: diseducativo. Un giorno sono andato al mio paese a far pitturare una stanza. L’imbianchino non mi fece pagare, chiedendomi il favore di raccomandare il figlio, un ragazzetto biondo ossigenato, che voleva fare il tronista per diventare famoso. Rimasi scioccato e chiesi il conto. C’è un’idea di divismo banale, con esempi tremendi e una svalutazione totale del merito.

Nulla da salvare?

No, buona tv c’è ancora, la fanno persone come Fazio, Piero Angela… ma c’è bisogno di farla ridiventare di nuovo qualcosa di nazional popolare. E poi bisogna puntare sui giovani, che sono l’avvenire. Vorrei una tv più profonda e meno banale, di qualità.

I quiz provano ancora ad esserlo.

Sì ma ai tempi di Mike Buongiorno per vincere dovevi studiare, rispondere a domande difficilissime. Ora ci sono domande a 4 uscite, o la richiesta di indovinare il pacco giusto. Ma la vita non è un pacco fortunato, per chi studia e lavora seriamente tutto questo diventa insopportabile.

Infine: quali sono le regole per essere un buon presentatore?

Devi essere un personaggio: un po’ attore, un po’ mediatore, un po’ ruffiano. Ma in senso positivo.

Claudia Catalli

(Nella foto Pippo Baudo)