Questa è l’Italia che sogna
Come vedi la nostra squadra in ottica Mondiale? Il fatto di giocare in casa rappresenta una grossa opportunità, ma c’è altrettanta pressione?
Non parlerei di pressione. Un Mondiale in casa è una grande opportunità, il pubblico è il settimo uomo e rappresenta un aiuto in più. Quando giocavo io ad ogni punto realizzato veniva giù il palazzetto, e spero che questo possa ripetersi anche ora.
Fare podio la vedo come possibilità concreta, nonostante molte nazionali che al mio tempo non erano di gran livello ora siano molto forti. Dipenderà anche dagli accoppiamenti dopo i gironi, ci vuole anche un po’ di fortuna ma secondo me per l’Italia il podio sarebbe un buon traguardo. La finale sarebbe il massimo ma non disdegnerei un terzo posto.
Atene 2004, a distanza di 14 anni, rappresenta più delusione per il mancato oro o soddisfazione per una grandissima cavalcata?
Dipende da come la si vuole valutare: in quella finale olimpica noi incontrammo il Brasile più forte di tutti i tempi e sul campo demmo tutti noi stessi, loro però era una squadra fortissima con la quale la selezione verdeoro odierna non tiene il confronto. Quella finale per noi non fu un argento ma un “oro bianco”, ci siamo inchinati di fronte ai più forti.
Cosa passa nella mente di un atleta a pochi minuti da una finale olimpica o mondiale? Hai mai avuto qualche rito particolare negli spogliatoi?
Ognuno ha la sua usanza, io ad esempio per scaramanzia indossavo sempre lo stesso slip nelle partite più importanti. Altri miei compagni si concentravano ascoltando musica. Si pensa comunque alla partita, che è un chiodo fisso già dalla sera prima, quando studi gli avversari, guardi i loro video. Anche prima di andare a dormire si cercava di pensare a cosa dover fare in campo.
Guardandoti indietro, hai un rimpianto particolare? E la più grande soddisfazione?
Le soddisfazioni più grandi sono l’Europeo vinto nel 2005 a Roma e l’argento di Atene. Di rimpianti non ne ho molti, forse l’unico è non aver finito la carriera come avrei voluto: sognavo una partita d’addio con i più grandi giocatori, un po’ come si usa fare nel calcio. La pallavolo però non ha lo stesso appeal, nel calcio si mettono in piedi veri e propri show, e nel nostro sport non si è soliti organizzare cose simili.
Progetti futuri e sogni del cassetto?
Per il momento non ho tanti sogni, ma mi piacerebbe un futuro da attore. Dovrei studiare recitazione, prepararmi per bene, però non escludo magari nei prossimi anni di poter intraprendere questo mestiere.
GIRONI MONDIALE
POOL A (a Roma e Firenze): Italia, Argentina, Belgio, Slovenia, Giappone, Repubblica Dominicana
POOL B (a Ruse): Brasile, Francia, Canada, Paesi Bassi, Cina, Egitto
POOL C (a Bari): USA, Russia, Serbia, Australia, Camerun, Tunisia
POOL D (a Varna): Bulgaria, Polonia, Iran, Finlandia, Cuba, Porto Rico