Il mondo si dà appuntamento al Romaeuropa Festival
27 luoghi coinvolti, 68 progetti, 168 repliche oltre a mostre, installazioni, convegni e percorsi di formazione; circa 55.000 posti in vendita, 38 prime nazionali, 29 programmi internazionali e 10 coproduzioni: sono questi alcuni dei numeri riguardanti la 33esima edizione del Romaeuropa Festival. Il festival della creatività internazionale, in programma dal 19 settembre al 25 novembre a Roma, quest’anno condivide narrazioni e scenari da quattro continenti per un’edizione che supera i confini europei aprendosi sempre più al mondo intero e ai nuovi sguardi capaci di raccontarlo e interpretarlo.
Arte, performance art, danza contemporanea, teatro contemporaneo, musica contemporanea e cinema, per un totale di 311 artisti coinvolti con i loro suoni, con le loro visioni di mondi utopici e immaginari o con le loro storie reali che fanno i conti con le grandi trasformazioni e con le grandi contraddizioni dei nostri tempi.
«Romaeuropa è la porta d’accesso per chiunque voglia conoscere, scoprire, approfondire idee, esperienze di donne e uomini di paesi lontani – ha commentato Luca Bergamo, Vicesindaco di Roma Capitale con delega alla Crescita culturale – Il festival ogni anno raccoglie per chi vive e visita la Capitale un programma che permette di aiutare a decodificare la complessità della nostra realtà sociale. È un viaggio che da Roma ci porta lontano, per riportarci a casa con un’esperienza culturale importante e, sicuramente, cresciuti».
«Promuovere l’apertura alla conoscenza è un modo per poter negare i falsi preconcetti riguardo i rischi che la nostra società corre incontrando altre civiltà – ha aggiunto Monique Veaute, Presidente Fondazione Romaeuropa – È una sfida che il Romaeuropa Festival 2018 intende accogliere invitando artisti dall’Africa, dall’Asia, dal Medio Oriente, dal Nord e Sud America».
Una programmazione transgenerazionale dà vita, come spiega Fabrizio Grifasi, Direttore Generale e Artistico Fondazione Romaeuropa, a un «Festival Mondo che fisicamente intercetta e convoglia pensieri e progetti, incrocia temi e questioni al cuore del nostro vivere come modalità di libero sviluppo della ricerca artistica, sovrapponendo le generazioni e permettendosi incursioni in territori molto distanti, eleggendo le contraddizioni e le diversità al cuore del proprio operare come pratica di racconto del presente attraverso le opere degli artisti che crediamo significativi. L’essenza stessa della nostra missione si colloca in questo spazio “in between”, luogo di mediazioni e riconciliazioni tra opposti, ambito di riflessione e accoglienza».
Ed è proprio “Between Worlds” il tema al centro di questa edizione del festival, che quest’anno si articola nei percorsi STORIE, VISIONI e SUONI, e in cinque distinte sezioni: DIGITALIVE, a cura di Federica Patti, ANNI LUCE, a cura di Maura Teofili, DANCING DAYS, a cura di Francesca Manica, REf KIDS, a cura di Stefania Lo Giudice, e le attività di incontri e workshop di COMMUNITY a cura di Lara Mastrantonio, Massimo Pasquini e Matteo Antonaci.
Ad aprire la 33esima edizione della manifestazione, il 19 Settembre, è “Kirina”, un viaggio tra Africa e Occidente all’insegna del movimento e della commistione d’immaginari firmato dal coreografo burkinabé Sergè-Aime Coulibaly e dalla sua Faso Dance Théatre, con i testi dello scrittore e studioso Felwine Sarr, le musiche della cantante icona della world music Rokia Traorè e la presenza live della sua band.
D’altro canto la musica attraversa come un filo rosso l’intera programmazione come trait d’union tra continenti, immaginari e generazioni, definendo con la sua forza quella capacità di mediare e riconciliare mondi, culture, estetiche e pensieri apparentemente contrapposti che caratterizza il Romaeuropa. E la chiusura del festival non poteva che essere un grande evento musicale: il 25 novembre l’appuntamento è all’Auditorium Parco della Musica per una “gran finale”, in coproduzione con Fondazione Musica per Roma, che coinvolgerà tutte le sue sale.