“L’India non è una promessa, è solo un richiamo.”

L’India non è una promessa, è solo un richiamo“: la citazione è di Edward Forster, scrittore britannico e autore del libro “Passaggio in India”. Poche parole che esprimono l’aurea mistica che ruota attorno ad un paese tanto ascetico quanto enigmatico, ricco dei suoi templi, dei suoi luoghi e della devozione dei suoi abitanti.

Esistono luoghi che, oltre ad essere veri e propri paradisi tropicali, mantengono forti tradizioni culturali dedicate proprio alla scoperta dell’individuo e del sé. L’India è terra di sorprese e delizie, che abbina sacro e profano, destinazione ideale per tutte le stagioni e per chi vuole un’esperienza che, oltre al valore turistico, porta anche ad una riscoperta del proprio “io”.

Una terra vibrante ed esotica nella quale tradizione e gloria reale si esprimono in un trionfo di colore che rompe la continuità dell’immenso sfondo di sabbia del deserto.

La bellezza è tutta nelle tante differenti realtà che la compongono, ma che convivono in una globale armonia. Gente, tradizioni, costumi, musica, cucina tutto qui è intrigante, perfino i monumenti, forti inespugnabili, maestose “havelis” (magioni), trasudano cultura e tradizione ed esaltano risorse naturali di assoluta bellezza.

Sacralità e storia nell’India del nord, “culla” dello yoga

C’ è un’aura romantica che pervade il Rajasthan e si percepisce in ogni angolo dello Stato, il che la rende una delle mete più esotiche per i turisti provenienti da tutto il mondo, perché ha preservato la propria etnicità e uno stile di vita tradizionale che si tramanda nel tempo.

Ne è un esempio Jodhpur, seconda città del Rajasthan e già capitale della regione storica del Marwar, meta turistica irrinunciabile, sia per l’abbondanza di templi e palazzi di interesse storico e artistico, che per l’imponente e maestoso forte di Mehrangarh, capolavoro dell’architettura rajput in pietra calcarea color ocra. Questo edificio fu utilizzato come residenza dai maharaja fino all’inizio del XX sec. e da sei secoli domina la città da un massiccio di 130 metri.

Soprannominata anche “Sun city” per la costante presenza del sole e di tempo sereno (che vista la vicinanza all’area del Deserto di Thar era facile immaginare), ma anche “Blue city” per il gran numero di abitazioni dipinte con tinta blu, Jodphur cattura e ha catturato l’occhio di milioni di visitatori ogni anno. Tra questi anche Steve McCurry è rimasto colpito dalla magia della città, tanto da aver immortalato con la sua macchina fotografica alcune strade di questo luogo unico.

Tappa immancabile nel viaggio al nord dell’India è anche Varanasi, uno dei luoghi più caratteristici del paese contraddistinto dalle Gath: scalinate che scendono verso il fiume e terminano a pelo dell’acqua. Tra le città più antiche del mondo Varanasi è caratterizzata dai molteplici templi, dalle cerimonie e riti religiosi che si svolgono nel corso della giornata. Posto mistico, un’immersione nella cultura induista.

Altra località dall’elevato valore spirituale è quella di Rishikesh, detta il “luogo dei saggi”, meta perfetta per chi vuole praticare lo yoga, immergendosi nella meditazion. Non a caso questo luogo è conosciuto anche come la “capitale mondiale dello Yoga”.

Qui vi accorgerete come, oltre a essere un complesso sistema filosofico, lo yoga è, soprattutto, una scienza che conta tra i 3.000 e i 6.000 anni di vita, le cui nozioni sono fondate su esperienze, esperimenti e tecniche tramandate da mistici, santi, e dai saggi scritti sulla disciplina.

Una di queste leggende narra di come sia stato un pesce il primo essere ad acquisire i segreti dello yoga. Questo, nuotando vicino a una caverna, nell’Oceano Indiano, rimase incantato dalla voce del dio Shiva, l’inventore dello yoga, che illustrava alla sua sposa Parvati le posizioni da lui create e destinate ad essere praticate dagli dei. Ascoltando questi insegnamenti il pesce si tramutò in un uomo e, da quel momento, divenuto Matsyendra (che in sanscrito significa “pesce fatto uomo” o “signore dei pesci”) tramandò agli uomini le tecniche ascoltate dal dio Shiva, divenendo il primo maestro di yoga (yogin). La narrazione evidenzia le trasformazioni fondamentali che l’uomo può produrre su di sé beneficiando della pratica yoga, grazie alla quale può esaltare a pieno le proprie qualità umane (trasformandosi in un vero uomo). Infatti il termine yoga deriva dal sanscrito “yuj”, che sta a significare “congiungere”, “unire”; secondo la filosofia tradizionale, grazie allo yoga, l’anima individuale (o jîvâtman) si ricongiunge con l’anima universale e divina (o paramâtman), l’uomo è perciò destinato a sentirsi parte di una più vasta e completa entità.

Non va dimenticato che, prima di essere un complesso quanto antico sistema filosofico lo yoga è, soprattutto, una scienza, le cui nozioni sono fondate su esperienze, esperimenti e tecniche tramandate da mistici, santi, e dai saggi scritti sull’argomento.

Non a caso, in India, vengono organizzate lezioni di yoga gratuite per i dipendenti pubblici, quasi tutti gli spazi verdi sono giornalmente invasi da chi pratica la disciplina, considerata, dai più, il modo migliore per iniziare la giornata.

Rishikesh è il luogo ideale per tutti coloro che siano alla ricerca della pace della mente e di una naturale connessione con la propria sfera spirituale. Circondata dalle cime innevate dell’Himalaya, è la tappa iniziale del pellegrinaggio indù di Yatra Char Dham, considerato come il più sacro di tutti ed ospita il Ghat Triveni, il punto di confluenza di più fiumi sacri: il Gange, lo Yamuna e il Sarawati.