Eternamente India
Perdersi in un monumentale misticismo, camminare seguendo l’intuizione del momento, lasciarsi coinvolgere dall’atmosfera sospesa e dai giochi di ombra e luce, rimanere incantati dall’incessante andirivieni di fedeli… Benvenuti nel Sud dell’India!
Ogni età, ogni dominazione ha lasciato le sue tracce nei grandi monumenti dell’India: i grandi stupa che celebrano i momenti salienti della vita del Buddha, i templi scavati nella roccia e le pitture murali, le grandi architetture dell’era musulmana, i sontuosi palazzi.
Ne è un esempio lo Stato Meridionale del Tamil Nadu, antica patria della civiltà dravidica, gonfia di tradizioni religiose, filosofiche, artistiche, letterarie, mantenute nei secoli fino ad oggi.
Una terra che quasi non è stata toccata dalle invasioni straniere e che mantiene intatta l’eredità indiana come in nessun’altra regione del Paese, una delle culture più antiche e complesse del mondo. Lo si deve in gran parte ai Tamil, un popolo gentile ed affascinante, noto in tutta l’India per le sue spiccate capacità matematiche e scientifiche e per i colori brillanti dei sari delle donne che ornano i loro lunghissimi capelli neri con fiori freschi di stagione.
Da sempre i Tamil si sono dedicati alla religione, esprimendo il loro fervore nell’arte, con templi eretti come atto di fede e arricchiti dall’opera di valenti artigiani. Qui è nata anche la famosa danza ritmica indiana “Bharat Nathyam” che veniva eseguita nei templi in onore degli dei.
La capitale Chennai (Madras), nota come “l’accesso per il Sud“, è una roccaforte dell’induismo e centro proprio di quella danza tradizionale indiana e della scultura templare, oltre ad essere una città efficiente e brulicante di vita, con un’architettura che non ha uguali nel paese e un lungomare tra i più belli al mondo.
In un viaggio in quest’area non si può prescindere da una visita all’attraente tempio di Meenakshi, uno dei luoghi di riferimento architettonici e culturali dell’India. L’entrata principale, circondata da alte mura, si affaccia sul lato orientale ed è chiamata «Santuario delle otto dee».
Ad accogliere fedeli e visitatori negozietti e bancarelle, per consentire a ognuno di portare al tempio il proprio dono, che si tratti di incenso, frutta, fiori, noci di cocco.
Proseguendo si incontra il Golden Lotus Tank, la piscina per le sacre abluzioni, e verso Nord il vero e proprio tempio-santuario della dea Minakshi, contornato da quattro Gopuram, torri decorate e vivacemente colorate, alte 46 metri.
Nel tempio ci si può muovere liberamente, ma sempre tenendo a mente che scarpe, calze e macchina fotografica vanno lasciate fuori e che non è possibile accedere ai sancta-sanctorum, il cuore del tempio riservato agli hindu.
Per la visita si può adottare l’abitudine dei devoti che si muovono all’interno del tempio procedendo sempre lungo un percorso in senso orario, giungendo nei pressi del cuore del tempio solo dopo averlo circumnavigato almeno una volta, operazione che potrebbe richiedere anche un paio di giorni se ci si sofferma sulle statue- 28.000 solo sulle torri – e sulla storia.
Una buona idea dopo avere vagato all’interno del tempio è salire sulla terrazza di uno degli empori nati davanti alle mura e osservare il complesso dall’alto, per avere un’idea globale della maestosità della struttura.
Un altro aspetto assolutamente da non perdere, è l’incontro serale tra la divinità Shiva e la dea Meenakshi, la “dea dagli occhi di pesce”.