
È iniziato il conto alla rovescia per l’edizione 2025 dello storico carnevale di Ivrea. I giorni clou saranno la serata di sabato 1° marzo con la presentazione della vezzosa mugnaia ed i tre giorni successivi, domenica 2, lunedì 3 e martedì 4 marzo: giorni in cui il corteo storico e la battaglia delle arance animeranno e coinvolgeranno tutta la città di Ivrea in una manifestazione ricca di storia, tradizione, spettacolo, emozioni e grandi ideali. Lo spirito, perfettamente tramandato dalla canzone del carnevale “Una volta anticamente”, vive nella rievocazione della sollevazione del popolo contro un barone che affamava la città. Nella leggenda fu il gesto eroico di Violetta, la figlia di un mugnaio, a liberare gli eporediesi dalla tirannia, ribellandosi allo ius primae noctis imposto dal nobile. La celebre battaglia delle arance vuole rievocare proprio questa immaginaria rivolta: il popolo è rappresentato da squadre di aranceri a piedi che combattono, sprovvisti di qualsiasi protezione, contro i soldati del tiranno posti su carri trainati da cavalli che indossano protezioni e maschere che ricordano le antiche armature. Tirare le arance ha dunque una valenza simbolica ma è pura goliardia: una stretta di mano, dopo un testa a testa, sancisce la pace. La battaglia è un concentrato di ardore e lealtà. Non è raro vedere avversari darsi la mano in segno di rispetto, riconoscendo l’abilità ed il coraggio altrui. Il carnevale oltre ad essere un grande gioco di ruolo è dunque anche una straordinaria lezione di educazione civica: migliaia di persone che scendono pacificamente in piazza a celebrare una festa di libertà, in un clima agonistico, nel rispetto di regole non scritte, sono un grande esempio di civiltà che la città può orgogliosamente vantare. Indubbiamente la battaglia delle Arance costituisce l’elemento più spettacolare della manifestazione che ben evidenzia la lotta per la libertà. Il getto delle arance rappresenta anche il momento in cui è più alta la partecipazione collettiva: tutti possono prenderne parte, iscrivendosi in una delle nove squadre a piedi oppure ad un carro da getto. Evento unico nel quale storia e leggenda si intrecciano per dar vita ad una grande festa civica popolare dal forte valore simbolico, il corteo storico del carnevale di Ivrea è popolato da svariati personaggi di epoche diverse che diventano protagonisti in momenti precisi dell’evento. Certamente la vezzosa mugnaia, l’eroina che è stata elevata a simbolo della libertà conquistata dal popolo in rivolta contro il tiranno feudale. Ad accompagnarla il Generale che non interpreta la figura di un personaggio ma è chiamato ad esercitare ordini precisi dell’autorità che sovraintende l’ordine pubblico, assistito e coadiuvato dagli Ufficiali dello Stato Maggiore. A seguire, il Sostituto Gran Cancelliere, attento osservatore e reporter degli avvenimenti carnevaleschi, i giovanissimi Abbà e il Podestà, capo supremo del governo, responsabile dell’amministrazione e della giustizia. In segno di partecipazione alla festa, tutti i cittadini ed i visitatori a partire dal giovedì grasso, su ordinanza del Generale, scendono in strada indossando il Berretto Frigio, un cappello rosso a forma di calza che rappresenta l’adesione ideale alla rivolta e quindi l’aspirazione alla libertà. Nel carnevale di Ivrea sono presenti molti riti nati unicamente per creare comunità. Attraverso questi riti il carnevale storico ritrova e vive la sua più intima ed autentica essenza, quella di costruire e rafforzare i legami fra quanti vivono in uno stesso luogo. La distribuzione del cibo da consumare insieme, in modo festoso e collettivo, è sicuramente uno di questi ed è spesso un modo attraverso il quale soprattutto le fagiolate rionali portano il carnevale a quanti, per i più svariati motivi, non riescono a vivere la festa ufficiale.