Robbie Williams interpreta se stesso in un biopic atipico

Oltre la scimmia, una grande popstar a nudo. "Better Man", il biopic sul cantante in uscita in Italia il prossimo 1 gennaio.
Robbie Williams interpreta se stesso in un biopic atipico

La scimmia canta. Soffre. Si droga. Fa sesso. Cade. Rinasce. Diventa un mito. Passo per passo la trama di Better Man, biopic musicale sulla carriera artistica (e non solo) di Robbie Williams, ex cantante dei Take That poi autore solista da (stra)riempire gli stadi di tutto il mondo, tanto da diventare (ed essere) uno dei più famosi cantanti del pop contemporaneo. Vestito di bianco e con scarpe sportive, con il solito taglio di capelli corti da “ribelle da strada”, Robbie (lo chiamiamo così per confermare che è ancora un geniale sovversivo), si confessa alla presentazione del film sulla sua vita diretto da Michael Gracy, tornato a raccontare miti della musica rock dopo il successo di The Greatest Showman dedicato a Elton John. “Mi chiederete perché sono stato ritratto come una scimmia” ha esordito Robbie Williams. “La risposta è semplice: sono sempre stato in guerra con il mio corpo e la scimmia mi assomiglia di più… in quanto meno evoluto”. Una risposta che sottolinea le molte sfaccettature di questo ragazzo che a soli 16 anni era già una rockstar. Infatti Better Man e un’opera che affonda nel suo passato, raccontando con geniale maestria il percorso artistico di un ragazzo timido e insicuro che cresce con la My Way di Frank Sinatra, canzone iconica Hugh Jackman con la quale chiederà sempre l’approvazione del padre. Il film è un ritratto sincero e molto profondo di un cantante che riesce ad emozionare e far riflettere con le sue canzoni i temi universali come l’autenticità, la vulnerabilità e la ricerca del se, tanto da aver venduto più di 80 milioni di dischi in tutto il mondo. Il film sarà distribuito in sala dal 1 Gennaio 2025 con la certezza che i suoi fans saranno contenti di immergersi nella sua vita di successi e sregolatezze da averlo eletto la superstar simbolo degli anni novanta e duemila.

Perché ha scelto di essere diretto da Michael Gracey?

Ci siamo incontrati ad una festa. Ci siamo raccontati un po’ delle nostre esperienze. Lui mi ha fatto notare che Hugh Jackman (il protagonista di The Greastest Showman) era affascinato dalle mie canzoni e dal mio essere, tanto che appena poteva durante le pause del film non faceva altro che riferirsi a me. Il film in questione mi era piaciuto molto e mi sono augurato che, in una forma o l’altra, Michal potesse entrare in qualche maniera nella mia vita.

E quando accadde?

Dopo che il suo film ebbe successo, ci incontrammo a Los Angeles. Mi propose l’idea. Io gli parlai della scimmia. Dei miei successi, delle mie crisi, delle mie cadute… La mia rinascita.

Better Man è un film in cui raccontano anche i suoi lato oscuri; le dipendenze dalla droga, del sesso… È stata una forma di riscatto, una liberazione dai suo fantasmi?

Nel film ho messo tutta la mia autenticità. Il mio desiderio di condividere tutto con il cast. Per me è stato qualcosa di liberatorio.

Perché ha scelto di rappresentarsi come una scimmia?

Apparire come una scimmia permette al pubblico di capire esattamente come mi vedo e mi sento. L’altra ragione e che molti biopic sono “perfettini”, quasi mitici. Better man non è un film ripulito. E’ un punto di vista e di analisi che lo rende unico, e che mi ha acconsentito di apprezzarlo come si deve. Sono convinto che se non ci fosse stata la scimmia, non avrebbe riscosso tutti quei commenti positivi.

Lei chi è veramente?

Per me non è un problema spiegare chi sono e posso farlo con la massima semplicità. Non mi sembra insolito “immaginarsi” una scimmia, a parte quando me lo fanno notare durante le interviste! A questo punto mi viene una crisi esistenziale… su una crisi esistenziale (ride, ndr). Devo dire però che Micheal si è trovato a lavorare con una “persona” pubblica, fin troppo disposta, fin troppo intenzionata, a condividere anche fino all’eccesso le parti positive e quelle negative che riguardano la mia vita.

Crede che il film avrà successo?

Finora si parla bene del mio film, proprio perché le persone riconoscono l’autenticità che la pellicola contiene. Autenticità che di solito non ci viene mostrata dai media.

La scena del “musical” nella via di Londra è insuperabile. È stata difficile girarla?

Si perché le riprese sono coincise con la morte della Regina, e sono iniziate dieci giorni dopo per rispettare il lutto.

In Better Man lei si mette a nudo mostrando tutte le sue paure e le sue debolezze. È un messaggio che può aiutare i giovani?

Penso che i giovani possono, in qualche modo identificarsi. Ma non ho fatto questo film per scopo umano. L’ho fatto per la mia carriera! Sono un “attore”, un “cantante”, che per professione cerca l’attenzione. Quando non mi sa dà attenzione, io non esisto. Anche il documentario che è uscito su Netflix l’ho realizzato per lo stesso motivo. Il pubblico in qualche maniera si è identificato. Questo è un effetto collaterale ma non era l’obiettivo principale. Mi ha fa fatto sentire bene rispetto al mio lato narcisista… Infatti il film sta piacendo e sta riportando buoni risultati. Piace alla gente… non è un’altra vittoria?

Le piace l’Italia?

Si, mi piace la bellezza del caos italiano! In Inghilterra è tutto organizzato, tutto preciso…la sicurezza sul set, ect. Qui grazie alla trasmissione X Factor ho notato che nel backstage c’era un grande caos: chi urlava, chi strillava. Ma poi riguardando il programma ho notato che quello che andava in onda sullo schermo era tutto preciso, perfetto. Un caos totale da una parte, la precisione dall’altra! Questa è una cosa per me insolita e mi sono reso conto; stando dietro il palcoscenico; del calore che ti arriva dalle persone. In Italia ho amato la bellezza, il calore e di tanta accoglienza. Se si riesce a raccogliere tutta questa passione, non puoi fare a meno di innamorati dell’Italia.

Tornerebbe a Sanremo?

No. Anche perché non mi ricordo niente: ero strafatto!

Nel film lei ha molte dipendenze. Nella realtà?

Bella domanda. Con le droghe ho smesso di farmi e vado bene. Con l’alcool va bene perché ho smesso di bere. Con il sesso ho chiuso. Quando ero straffatto ho scritto canzoni bellissime come Feel o come Angels, ma non lo consiglio a nessuno. L’unica debolezza che mi rimane è quella del cibo. Da ragazzino ero cicciottello e questo ha sviluppato in me una nevrosi che ho ancora oggi. Il problema e che quando vedo qualcosa che mi piace non riesco a resistere…

Roberto Leggio

Foto dalla pagina Facebook ufficiale di Robbie Williams