Le donne nell’avvocatura. Una storia per la conquista dei diritti

“Se la Giustizia è donna. Avvocatura e società, tra passato e futuro” è l’ultimo libro pubblicato dalla giornalista e scrittrice Elvira Frojo. Abbiamo parlato con lei per affrontare l’argomento legato al lato “rosa” del settore giuridico.
Le donne nell’avvocatura. Una storia per la conquista dei diritti

“Se la Giustizia è donna” è un libro scritto per il Consiglio nazionale forense, che esplora il tema attuale della presenza femminile nel mondo del diritto. Il volume si propone di raccontare la storia dell’avvocatura femminile come parte di un processo di emancipazione ancora incompiuto, mettendo in luce la sensibilità delle donne nelle relazioni e nel rapporto delle donne con se stesse. Ne abbiamo parlato con l’autrice Elvira Frojo.

Se la Giustizia è donna” è scritto per il Consiglio nazionale forense.

Un “viaggio” al femminile tra diritto, storia e costume per un tema di interesse particolarmente attuale per la società. Com’è nato, dopo i suoi precedenti libri?

Se la Giustizia è donna” è un libro divulgativo sulla storia dell’avvocatura femminile, in un processo di emancipazione ancora incompiuto per le donne. In continuità con i miei precedenti libri, filo rosso del libro è la sensibilità femminile nelle relazioni e nel rapporto della donna con se stessa. Una peculiarità che ha, da sempre, una forza dirompente.

Il progetto editoriale nasce per iniziativa del Consiglio nazionale forense per celebrare il valore professionale delle avvocate nella storia, a venti anni dalla costituzione della prima “Commissione pari opportunità” del CNF. L’ho accolto con particolare gioia e interesse perché mette insieme la mia esperienza giuridica, nella pubblica amministrazione e, ancora, nella comunicazione. Un puzzle di elementi per guardare a una donna che, tra ostacoli e difficoltà, lotta con determinazione manifestando competenza e non rinunciando alla propria specificità. Nel passato come nel presente e guardando al futuro. Un cammino lungo e difficile ma senza soste, per abbattere steccati e pregiudizi.

Qual è stato il ruolo delle donne dell’avvocatura nel processo di parità di genere?

Molto tormentato è stato il percorso delle donne per accedere alle aule dei tribunali. Formalmente, grazie a una legge del 1919. Ma molto tempo prima, come spiega il libro, le donne dell’avvocatura sono state autrici di cambiamenti e di conquiste personali, umane e sociali, prima che professionali, contro una disparità imposta al genere femminile e quindi “per natura”, sin dall’infanzia.

Con coraggio, le donne del diritto hanno spesso lavorato “dietro le quinte”. A volte derise ma anche temute, hanno imposto le loro certezze non solo con competenza giuridica ma con amorevole sentire, immaginando una società che cambiava più velocemente delle norme.

“Se la Giustizia è donna” ne ricorda alcune del passato ma raccoglie anche la voce delle avvocate contemporanee che continuano ad affermare i diritti di tutti con soluzioni non solo normative. La presenza femminile nell’avvocatura è, infatti, la storia dei diritti della società contro ogni disparità. Una storia non solo giuridica.

Dopo cento anni dalla sua istituzione, il massimo organismo dell’avvocatura ha avuto con Maria Masi, fino al 2023, la prima donna presidente. Il processo di emancipazione femminile in avvocatura può dirsi concluso?

Ai massimi vertici della Giustizia, nell’ultimo decennio, le donne hanno raggiunto traguardi straordinari, inimmaginabili nel passato, negli spazi considerati tradizionalmente maschili.

La componente femminile nell’avvocatura, oggi, è in parità numerica con quella maschile (48,5 per cento nel 2022, 47,1% nel 2023), ma anche nel mondo forense non può dirsi concluso il processo di parità. Le conquiste reali non attengono, infatti, solo ai numeri.

Lo fotografa la relazione della Cassa forense in collaborazione con il Censis. In un contesto che evidenzia, negli ultimi anni, criticità nella professione e riduzione degli iscritti all’albo, sussistono ruoli stereotipati e divari di genere. Il progressivo ingresso delle donne nella professione ha permesso anche di contenere la deriva di invecchiamento dell’avvocatura. La presenza femminile costituisce, infatti, il 57,9 per cento nella fascia di età inferiore ai 35 anni e il 55 per cento tra i 35 e i 40, mentre è minoritaria (35 per cento) fra gli avvocati con oltre 54 anni. Eppure, ruolo, rappresentazione e reddito sono tre aree che evidenziano disparità di genere. Il reddito medio delle donne, secondo la Cassa forense, è circa la metà rispetto a quello dei colleghi uomini. Scarsa è la rappresentanza femminile negli organi decisionali e nelle associazioni professionali di categoria. Resiste anche il pregiudizio, per le donne, verso tematiche societarie o finanziarie rispetto ad ambiti professionali come, ad esempio, famiglia e minori. Ma qualcosa va mutando. Negli studi legali, italiani e internazionali, infatti, sono in numero sempre maggiore le posizioni femminili di rilievo. E questo è un segnale importante, per tutte le donne.

“Se la Giustizia è donna” è un po’ un compendio sulle “pari opportunità” e sulle conquiste femminili, anche fuori delle aule dei tribunali…

Le donne del passato hanno fatto la differenza in molti campi. Ho voluto ricordarne alcune, tra l’Ottocento e il Novecento. Donne “invisibili” di cui non si parla o si parla poco. In un contesto che riconosceva solo l’adulterio femminile, vigente un diritto di famiglia patriarcale e tradizioni che negavano molti diritti di libertà, hanno rotto argini e superato diffidenze. Dalla medicina alla scienza, cinema e media, arte e letteratura, sport, formazione scolastica e servizi civili.

Ricordare che la conquista dei diritti è una continua prova per le donne, conoscere la loro storia è, quindi, un elemento centrale per comprendere il presente e per costruire un futuro possibile.

Fino a circa cent’anni fa, le italiane non avevano alcuna capacità giuridica. Solo dal 1946 hanno diritto di voto. Ma le ventuno donne dell’Assemblea costituente, tra il 1946 e il 1948, hanno saputo immaginare il futuro della società, per i diritti di tutti.

In Italia, è del 1977 la legge n. 903 sulla pari opportunità tra sessi sui luoghi di lavoro. A firma di Tina Anselmi, già partigiana, prima donna nella storia della Repubblica a capo di un Dicastero. Le normative successive hanno esteso la parità giuridica, non solo nel mondo del lavoro. Ma una sostanziale conquista di parità significa contrasto a ogni tipo di discriminazione, dalla violenza del linguaggio a comportamenti, gesti, in ogni forma. Le cronache odierne dicono che questo processo è tuttora aperto e stereotipi e pregiudizi continuano a penalizzare le donne nella società. L’avvocatura svolge un ruolo attivo costante per rimuovere divari e disparità, con concretezza e determinazione, attraverso progetti e iniziative e promuovendo una cultura della legalità nel contesto sociale e giudiziario.

Il libro vuole, in fondo, considerare la possibilità di una nuova Giustizia?

Le aule forensi sono un banco di prova privilegiato per l’affermazione dei diritti e la “toga” femminile è parte attiva per una giustizia “di qualità”. Guarda a possibili consonanze dietro diversità, a percorsi unificanti scritti non solo dalle norme giuridiche ma dall’intelligenza del cuore. In una prospettiva etica in cui maschile e femminile cooperano per affermare valori e sentimenti collettivi per la dignità e il rispetto della persona.

Le donne dell’avvocatura sono protagoniste di una visione del diritto che non discrimina. Specchio di una società che non può fare a meno del contributo femminile nell’economia, nella politica, nella scienza, nella cultura, nei media.

Come ricorda Piero Calamandrei (1889 -1956), maestro di vita prima che di diritto, “Il segreto della giustizia sta in una sempre maggior umanità e in una sempre maggiore vicinanza umana tra avvocati e giudici nella lotta contro il dolore: infatti il processo, e non solo quello penale, è di per sé una pena che giudici e avvocati devono abbreviare rendendo giustizia”.

È una sfida sempre attuale e, in un periodo di cambiamento nel sistema giustizia in crisi per lentezza dei processi, ingenti costi delle cause, sovraffollamento delle carceri, le donne della Giustizia sono, oggi più che mai, attrici del futuro. Lo testimoniano i contributi delle avvocate del passato e di quelle contemporanee raccolti nel libro che offrono, con entusiasmo e convinzione, fiducia e nuove prospettive per l’avvocatura e per il futuro della società.