L’Umbria è bella, ma gourmet è meglio

Un tour che attraversa l’Umbria alla scoperta di mete e destinazioni magari meno note al grande pubblico, ma comunque ricche di storia e tradizione. Non solo, il percorso è costellato anche di ristoranti con cucina di fine dining che arricchiscono e valorizzano la gastronomia regionale.
L’Umbria è bella, ma gourmet è meglio

Il cuore verde d’Italia. Una delle poche Regioni a non avere sbocco sul mare ma che può compensare questa mancanza con un contesto naturale e paesaggistico di rara bellezza. L’Umbria, così piccola ma così piena di risorse, di bellezze, di itinerari turistici e di indirizzi in cui i gastronauti possono visitare per una pausa più o meno gourmet, a seconda dei casi, delle circostanze e ovviamente anche dei gusti, in cui lasciarsi coccolare tanto da ricette tipiche regionali rivisitate in chiave moderna, quanto da proposte inedite e ugualmente interessanti.

Turismo, insomma, ma anche gastronomia. Due concetti fortemente connessi, legati tra di loro, che cercheremo nelle prossime pagine di consolidare ulteriormente proponendo alcune mete turistiche della Regione (cercando, per quanto possibile, di andare alla scoperta di chicche magari meno conosciute e note al grande pubblico) e proponendo per ognuna di esse un diverso indirizzo in cui potersi fermare per un pranzo o una cena all’insegna del gusto, del buon mangiare. L’Umbria dopotutto negli ultimi anni ha conosciuto un’autentica deflagrazione per quanto riguarda il fine dining, grazie a tanti chef (per lo più del territorio) che dopo esperienze importanti (sia in Italia sia all’estero) sono tornati a casa loro aprendo qui il proprio ristorante. Contribuendo in prima persona alla crescita della Regione nel mondo della ristorazione, quella ristorazione ricercata e curata che ha convinto la Michelin a inserire non pochi indirizzi del territorio nella propria, importante, guida. E allora partiamo in questo tour.

Foligno (Pg)

Silene Piccolo Ristorante

Sala completamente a tinte vegetali. Verde tutto intorno tra fiori, piante vere e raffigurazioni sulle pareti. I motivi floreali dominano Silene, il “piccolo ristorante” nel cuore del centro storico di Foligno. Nicoletta Franceschini, la chef classe 1987 (con un diploma da architetto in bacheca), porta avanti nella sua Foligno, (di ritorno dopo le esperienze da Reale nella brigata di Niko Romito e all’Argine a Vencò, dalla Klugmann) la sua idea di cucina. Un’idea che ingentilisce la cucina tipica umbra, per certi versi la sgrezza, le rinnova un’anima storicamente molto legata a carne e selvaggina riservando un ruolo da protagonista a verdure ed erbe selvatiche. I piatti di Nicoletta nascono e prendono vita, come una primavera, da erbe spontanee, selvatiche, che lei stessa va a cogliere al mattino tre volte a settimana. La ricerca la fa lei direttamente, provando a mettere nel piatto ciò che il territorio circostante ha da offrire nel senso più letterale del termine.

Capodacqua di Foligno (Pg)

Une

A una ventina di minuti da Foligno sorge la frazione di Capodacqua, a poca distanza dagli Appennini umbro marchigiani. Qui ha recentemente conquistato la Stella Michelin un figlio del territorio, Giulio Gigli. Lo chef, tornato da importanti esperienze all’estero, qui ha dato vita a un indirizzo capace di arrivare al macaron francese in poco più di due anni. Une, nell’antico dialetto locale “acqua”, lo si deve prima cercare, poi ci si deve arrivare intenzionalmente, guidati dalla curiosità di vedere come un giovane chef che alle spalle ha anni e anni di esperienza negli stellati di mezzo mondo sia riuscito a ricreare quasi dal nulla (all’interno di un antico mulino riconvertito) una meta gastronomica tra le più interessanti e accattivanti del Centro Italia. 

Foligno: gli highlights

Gli edifici storici. Una delle prime cose da vedere a Foligno è la Dimora della famiglia Trinci che regnò sulla città dal 1305 al 1439, edificato tra il 1389 e il 1407 sopra pre esistenti edifici medievali. Dentro Palazzo Trinci, durante la gloriosa epoca della famiglia erano soliti passare numerosi studiosi e personaggi di spicco dell’epoca. Segnaliamo poi la cattedrale di San Feliciano, patrono cittadino, situata in Piazza della Repubblica. L’interno della cattedrale in stile Neoclassico presenta una sola navata ed è caratterizzato dalla luminosità data principalmente dalla grande cupola. Sempre nel centro storico, all’interno del magnifico Palazzo Orfini, troviamo il Museo della Stampa. Diviso in tre piani si parte per un percorso immerso nell’antica storia di Foligno a partire dalla produzione cartiera di Foligno e riproduzioni di torchi quattrocenteschi.

La Calamita Cosmica. Probabilmente l’opera d’arte contemporanea più famosa di Foligno. Di sicuro la più curiosa e caratteristica, firmata De Domincis. La sua realizzazione risale al 1988 ed è composta di vetroresina, ferro e polistirolo. Fu presentata per la prima in Francia e da allora ha girato per il mondo. Prima alla Reggia di Capodimonte, poi a quella di Versailles, dopo ancora alla Mole Vanvitelliana, poi in Piazza Duomo a Milano e al MAXXI di Roma. Solo nel 2011 venne trasferita a Foligno. La Calamita Cosmica è la rappresentazione di uno scheletro umano gigante, lungo 24 metri e largo 9, con una grande e misterioso becco al posto del naso.

Brufa (Pg)

Elementi

Proseguiamo verso nord in questo nostro tragitto gastroturistico e rechiamoci alle porte del piccolo borgo perugino di Brufa, a una quindicina di minuti dal capoluogo umbro. Qui si trova un resort di rara bellezza, dotato del più grande centro benessere della Regione. A Borgobrufa, questo il nome del complesso, da pochi mesi splende la stella di Elementi Fine Dining, ristorante guidato dalla mente e dalle mani dello chef Andrea Impero. Nuovo ingresso in Guida Michelin, Elementi è caratterizzato da un grande lavoro sulla materia prima, con lo chef che utilizza prodotti non strettamente regionali ma si affaccia anche su Toscana, Marche e Lazio. “Superato” il classico concetto di menu, con la sua divisione tra antipasti, primi e secondi, da Elementi il percorso degustazione è un continuo e libero fluire di piatti, in cui carpa e cinghiale aprono le danze, o dove il piccione viene prima della pasta.

Brufa: gli highlights

Parco delle Sculture. Poche centinaia di metri dal resort sorge Brufa, frazione del comune di Torgiano, in cui è presente il cosiddetto Parco delle Sculture, dove le installazioni artistiche incontrano ed interagiscono con la natura e l’ambiente urbano. Ci troviamo lungo il crinale della collina di Brufa, nel comune di Torgiano a pochi chilometri da Perugia, la natura, il paesaggio urbano e l’arte scultorea si fondono creando un rapporto del tutto originale con il territorio, un dialogo che si apre alla fantasia dei visitatori, e al divenire delle stagioni e dei mutamenti naturali. “Scultori a Brufa. La Strada del Vino e dell’Arte’’ è un progetto nato nel 1987; il parco si arricchisce ogni anno grazie alla partecipazione dei più grandi scultori contemporanei di fama internazionale. A poca distanza da qui sono facilmente raggiungibili Perugia e Assisi.

Orvieto (Tr)

Coro

Arriviamo dall’altra parte dell’Umbria, nella provincia ternana, a poca distanza dal confine con il Lazio. Ci troviamo a Orvieto e a poche centinaia di metri dal Duomo cittadino sorge un ristorante di recente apertura e con grandi ambizioni. Coro sorge all’interno di una chiesa sconsacrata del 1500 e in cucina c’è lo chef Ronald Bukri, affiancato in sala dal socio Francesco Perali. Una cucina molto personale quella eseguita dallo chef, in cui non ci si limita alla territorialità, dove al chilometro zero viene preferito il chilometro buono. Una cucina non finalizzata a mostrare le capacità di Ronald, o tecnicismi particolari, ma essenziale per quanto ricercata e fatta per bene. Piatti signature? Spaghetto al Parmigiano Reggiano, limone e paprika, il gambero rosso con emulsione di miele, olio e limone e un dessert a base di miele, finger lime e polline fresco.

Orvieto highlights

Il Duomo. Probabilmente l’edificio più noto e riconoscibile di Orvieto, ma anche uno dei più famosi di tutto il centro Italia. Il Duomo cittadino svetta nel centro storico e, ogni anno, attira centinaia di migliaia di turisti che transitano nei pressi di Orvieto. Capolavoro gotico di indiscutibile bellezza, la sua costruzione ebbe inizio nel 1290 e si protrasse per oltre tre secoli, testimoniando l’imponente impegno degli artigiani e degli architetti dell’epoca. Il Duomo si distingue per la sua facciata, un vero e proprio libro d’arte scolpito nel marmo bianco di Orvieto, arricchito da intricati dettagli che narrano storie bibliche e scene della vita di Cristo.

Il pozzo di San Patrizio: Risalente al 1500, con una profondità di oltre 50 metri e una capacità di oltre 70.000 metri cubi d’acqua, il Pozzo di San Patrizio rappresentava un’importante risorsa strategica per la città di Orvieto durante i periodi di guerra e assedio. La sua costruzione è stata un’impresa notevole per l’epoca e testimonia l’abilità e l’ingegnosità dei maestri artigiani del Rinascimento. Oggi, il Pozzo di San Patrizio è una delle attrazioni turistiche più affascinanti di Orvieto, attirando visitatori da tutto il mondo con la sua storia avvincente e la sua architettura straordinaria.

San Gemini (Tr)

Origine

Da circa un anno il nuovo indirizzo gourmet nel centro storico di San Gemini, piccolo borgo a poca distanza da Terni, è Origine. Il ristorante si è trasferito proprio dal capoluogo ternano qui, in questo gioiello di paese tra le colline popolate da ulivi e viti. All’interno del Grand Hotel Origine si sta affermando come meta ideale per chi è alla ricerca sia di qualcosa di inedito rispetto al territorio, sia di ricette della tradizione rivisitate in chiave contemporanea. Una cucina attenta e precisa quella di Origine, che è valsa anche segnalazioni nelle guide nazionali. La possibilità, poi, di soggiornare nella lussuosa struttura è un motivo in più per concedersi qualche giorno di relax e visita ai tesori (artistici e naturali) delle vicinanze.

San Gemini highlights

Il borgo e le Cascate delle Marmore: Detto di come San Gemini sia un affascinante borgo (inserito nella rete dei Borghi più belli d’Italia) in cui potersi concedere una piacevole passeggiata tra le vie del centro storico, a pochi minuti di distanza da qui (circa una ventina in auto) segnaliamo le cascate delle Marmore. na delle cascate più alte d’Europa e, grazie alla sua maestosità e alla bellezza del paesaggio naturale che la circonda, regala ai suoi visitatori uno spettacolo unico ed emozionante. Il parco delle Marmore offre, inoltre, 5 diversi sentieri per potere godere della vista della forza e dell’impetuosità dell’acqua da più prospettive.