Il simbolismo innato dell’horror

Il simbolismo innato dell’horror

Lea e Vera Bormiotto, alla loro prima esperienza nel lungometraggio raccontano come è nato

Custodes, opera di notevole impatto visivo dove il presente si intreccia con un passato di sangue.

Una villa nel bosco. Uno strano giardiniere. Una donna “fuori” dal tempo. Una eredità di sangue. E’ l’essenza di Custodes, thriller-horror-noir diretto da Lea e Vera Bormiotto (con il supporto di Edoardo Nervi), due gemelle lanciate nel mondo del cinema indipendente di genere. Il loro piccolo film (ma girato con intelligenza), affonda le radici nelle leggende legate all’inconscio, dove il presente, per sopravvivere deve nutrirsi del passato.

Il simbolismo è evidente, immerso nelle luci rosse e blu, che ricordano molto le atmosfere di Suspiria di Dario Argento. Ma si respirano arie anche da Henry James e dal cinema espressionista tedesco che fece grandi film, come il Gabinetto del Dottor Caligari. A ben vedere un prodotto, in qualche modo, trasversale nel mondo indie horror nostrano degli ultimi anni. Ne parliamo con Lea e Vera, cercando di comprendere come sono arrivate a questo risultato.

Quanto è difficile girare un film di genere oggi?

Lea: Per me complessità di girare un film di genere ai giorni d’oggi è determinato nel cercare di creare film sempre più innovativi, per mantenere alta l’attenzione dello spettatore.
Vera: Penso che la difficoltà di girare sia caratterizzata anche dal coraggio che si vuole esprimere tramite le proprio opere, nulla è un ostacolo se si hanno le idee ben precise.

Come nasce la vostra passione per l’horror?

Lea e Vera: La passione per l’horror nasce da quando eravamo piccole, siamo sempre state affascinate dal paranormale, l’occultismo e il mistero, tutto ciò a cui l’essere umano non riesce dare spiegazioni. Il regista che ci ha fatto appassionare maggiormente al genere è sicuramente Guillermo Del Toro.

Il vostro film rievoca le atmosfere di Suspiria di Dario Argento per i colori freddi (rosso e blu). Come mai questa scelta registica?

Vera: Suspiria è una pellicola che Lea ed io amiamo molto. Con i colori che abbiamo utilizzato volevamo rievocare un’atmosfera simile, in cui il colore indica uno stato d’animo, un personaggio o un luogo.
Lea: Il paragone con Suspiria mi è molto gradito, poiché come confermato da Vera l’anima del nostro film è rappresentata dalle luci e dai colori creati da Edoardo Nervi, che mutano a seconda della situazione lungo tutto
il film.

Custodes è soprattutto un storia di fantasmi con richiami a Giro di Vite di Henry James…

Lea e Vera: Ci piace il paragone, ma per la creazione della storia non abbiamo preso spunto dalle sue opere.

Movimenti del corpo, luci ombre che ricordano un certo cinema espressionista. Quanto siete d’accordo su questo assioma?

Lea e Vera: Abbiamo sempre trovato il cinema espressionista molto veritiero e intimo. Poiché un tempo gli effetti in digitale non esistevano, abbiamo cercato di ricreare sullo schermo questa atmosfera rappresentando, con luci e movimenti, la realtà dei sogni notturni.

Avete definito il vostro film un omaggio alle atmosfere “gotiche” di Pupi Avati. Non vi sembra di esagerare?

Lea e Vera: Non abbiamo voluto definire il nostro film come un omaggio alle pellicole di Pupi Avati, sebbene siano state per noi fonte di ispirazione per creare la trama dell’opera.

Due sorelle, un amico, un prodotto… come vi siete divisi i compiti?

Lea: Edoardo Nervi si è occupato principalmente della fotografia e delle luci per creare l’atmosfera del film; ricoprendo il ruolo di DOP e di regista a tutti gli effetti. Mia sorella Vera si è occupata maggiormente della direzione degli attori e del look del film e soprattutto dei personaggi. Mentre io ho curato la maggior parte delle inquadrature mentre non ero impegnata con la recitazione nel ruolo di Ada. Mi è piaciuto molto occuparmi dell’aspetto scenografico delle riprese, nel contesto della location da noi prescelta per girare.
Vera: Confermo che la scelta dei costumi, adeguati all’epoca e al contesto è stata la mia sfida maggiore, per rendere credibile il contesto ed estetico il risultato.

Chi è più creativa tra voi due?

Lea e Vera: In realtà non c’è prevalenza di creatività fra l’una e l’altra in quanto la nostra sinergia ci permette di alternare la nostra fantasia artistica.

Due ragazze al cospetto dell’horror, come mai?

Lea e Vera: Come tutti ci portiamo dentro delle paure inconsce. Per noi girare film horror è un modo per esorcizzarle.

Che consigli dareste ai giovani filmmaker?

Lea e Vera: Il consiglio che entrambe ci sentiamo di dare ai giovani filmmaker è di avere tanta costanza nello studiare sul campo e analizzare nel profondo le opere dei grandi maestri del cinema. La miglior scelta è, comunque, essere determinati nel voler raggiungere il proprio sogno.

Roberto Leggio