Antonio Cutino e la Palermo del ‘900. Nel segno della tradizione

Antonio Cutino e la Palermo del ‘900.  Nel segno della tradizione

Dal veterinario,1973

Il 26 Novembre 2019 alle ore 11.30, “ in presenza, tra gli altri, dell’Ambasciatore degli Emirati Arabi Uniti, S.E. Omar Obeid Al Shamsi”, all’interno del Salone della Musica di Villa Malfitano Whitaker, il Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, Ambasciatore di Palermo Culture nel Mondo, Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, il Presidente della Fondazione Whitaker, Prof. Paolo Matthiae, ed il Direttore, Segretario Generale della Fondazione Whitaker, Dott.ssa Maria Enza Carollo, hanno il piacere di presentare la mostra Antonio Cutino e la Palermo del ‘900 – Nel Segno della Tradizione.
La mostra ideata dal curatore Giacomo Fanale appositamente per gli spazi espositivi della prestigiosa Fondazione Whitaker a Villa Malfitano, è stata realizzata dalla Fondazione Cultura e Arte, ente strumentale della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale che la promuove.

Importante la consulenza di Liliana Cutino, figlia del Maestro, che ha aiutato al reperimento delle opere presenti in prestigiose collezioni pubbliche e private. In mostra una selezione di circa ottanta lavori, tra opere pittoriche, pastelli e grafiche pubblicitarie.
La retrospettiva del maestro Cutino, a trentacinque anni dalla sua scomparsa, pone l’accento sull’ampia produzione pittorica in tanti anni di attività artistica. “Un’esemplificazione – dichiara il curatore – dei diversi generi che caratterizzarono la sua vasta produzione. Dai paesaggi, che risentono della luminosità degli scenari naturali della campagna siciliana, con evidenti i riferimenti a Francesco Lojacono, in Ulivi del ’70 e in Crepuscolo del ’72. Riferimenti oltremodo già presenti in opere antecedenti, come in Chiesetta a Villa Tasca del ’64 e Primavera a Villa Tasca, anch’essa del ’64. Mentre nei paesaggi Giardino con pergolato del ’63 e La mietitura del ’70, emergono interessanti rielaborazioni cromatiche personali. Nella Veduta di Monte Pellegrino del ’57, Cutino propone una rilettura interpretativa di un soggetto ricorrente sia nella pittura di Lojacono, che in quella di Mario Mirabella, come di altri vedutisti”.

Chiesetta a Villa Tasca,1964

Alcune esemplificazioni del suo interesse professionale per la grafica illustrativa e pubblicitaria ai primi albori in Italia, presenti in mostra, consentono di inquadrarne meglio le sfaccettature della sua complessa personalità. Aspetto cui si è inteso dedicare uno spazio collaterale alla mostra, eloquente di una parte non marginale della sua attività artistica.
Il Prof. Rosario Lentini nel suo contributo al catalogo, evidenzia la figura dell’artista illustratore pubblicitario inserito nel contesto dell’economia della Palermo del primo Novecento.
Antonio Cutino fu interprete di un modello culturale che si conformò alla nuova élite e classe emergente della Palermo degli anni ‘60, dal suo operare artistico, infatti, emergono riferimenti espressione della cultura prevalente nella Sicilia del dopoguerra. Aspetti rintracciabili nella tradizione pittorica del tardo Ottocento palermitano, che ancora nei primi anni del Novecento si avvalse di un’ampia schiera di seguaci, che, se subirono l’influenza di un “ritorno alle origini” della pittura italiana d’inizio secolo, rimasero fedeli a canoni rappresentativi della cultura locale, tanto apprezzati dal nuovo ceto di burocrati e funzionari nati nel solco dell’autonomia politica e amministrativa della Regione Siciliana.

Natura morta con uva, 1961

La mostra si avvale di un importante contributo critico in catalogo dello Storico dell’Arte Gioacchino Barbera, che scrive: “In occasione di questa mostra, nella quale viene presentata una ricca campionatura delle opere di Cutino – ma va ricordato che gli era stata già dedicata nel 2005, per festeggiare i cento anni dalla nascita, una monografica a Palazzo Branciforte – ho preferito indagare meglio due momenti del suo percorso artistico che possono offrire nuovi spunti di riflessione e di approfondimento e nei quali, a mio avviso, vanno rintracciati gli esiti forse più originali della sua ricerca. Mi riferisco alle opere dei primi decenni della sua attività di pittore, dagli esordi alla fine degli anni Quaranta del Novecento, e alla sua prolifica attività di grafico pubblicitario e di illustratore”.
Il Prof. Emmanuele F. M. Emanuele, sostenendo con determinazione la realizzazione di questa importante retrospettiva, in uno dei luoghi più prestigiosi della Città di Palermo, ha permesso un riconoscimento postumo al lavoro del Maestro Antonio Cutino, fortemente legato ai ricordi della sua infanzia.
Così afferma infatti: “Io ho avuto modo di conoscerne la pittura in età infantile, in quanto egli era uno dei vedutisti e ritrattisti del Novecento più amati da mia nonna, che spesso accompagnavo unitamente a mia madre nella sua casa. Ho ritenuto pertanto di rendere giustizia al Maestro dedicandogli questa retrospettiva, che consta di circa un’ottantina di opere tra dipinti ad olio e grafiche pubblicitarie, e che mette in luce attraverso la sua arte alcuni aspetti della cultura prevalente nella Sicilia del Dopoguerra, intercettando anche – con l’attività di illustratore e bozzettista per la pubblicità – il periodo della ricostruzione e dell’inizio di sviluppo economico del Paese.”