Lorenzo Contini – Founder & CEO – Winedo.it
Metti una sera a cena, un incontro tra amici, qualche calice di buon vino e due chiacchiere. Improvvisamente un’idea, un lampo che balena nella mente di questi giovani romani così amanti del vino che, osservando quelle bottiglie, etichette magari meno conosciute, si sono chiesti come poterle proiettare nella considerazione, e sulle tavole, dei consumatori.
Nasce così, solo un paio di anni fa, la nuova “scuola” del vino. Un servizio promosso da un gruppo di romani con l’obiettivo di sviluppare la conoscenza del mondo enologico in Italia, un paese così affermato come produttore di vino quanto povero di veri “conoscitori” del prodotto. A spiegarci più nel dettaglio cosa sia e come funzioni Winedo le parole del fondatore e CEO di questa startup, Lorenzo Contini.
Come e da cosa nasce Winedo?
Winedo nasce nel 2016 da un’idea mia e di Fabio Pisi Vitagliano, entrambi MBA graduate all’IE Business School di Madrid. Approfondendo e studiando i positivi trend di crescita del vino online, ci siamo resi conto di quanto fosse ancora poco sviluppata la conoscenza del mondo del vino, nel nostro Paese. Da qui l’idea base di Winedo: diffondere la cultura del vino mediante un sistema di apprendimento online chiamato “Edo”. Attraverso l’acquisto di bottiglie scrupolosamente selezionate, si inizia un percorso di apprendimento guidato che consenta ai nostri Clienti di apprezzare meglio ciò che bevono.
Winedo si presenta come guida nel mondo del vino, ma cos’è e come funziona nello specifico?
Edo è un sistema di apprendimento basato su diversi livelli. L’utente si registra gratuitamente su Winedo.it e inizia dal livello 1. La piattaforma web, in automatico, individua quali bottiglie acquistare per passare dal livello 1 al livello 2. Una volta effettuato il primo ordine, il Cliente riceve un’infografica didattica, di facile comprensione. Più si sale di livello, maggiore sarà la complessità e la conoscenza acquisita, più particolari saranno le bottiglie da acquistare in piattaforma. Alcuni esempi: come primo livello si richiede l’acquisto di una bottiglia di qualsiasi tipologia: bollicina, bianco, rosé o rosso, è indifferente. Al livello 6, invece, si richiede l’acquisto di un metodo classico e di un metodo charmat per progredire di livello. L’infografica del livello 6 spiegherà le differenze tra i due metodi di spumantizzazione. Il cliente, quando riceverà a casa le bottiglie, saprà già cosa aspettarsi nel bicchiere.
Winedo è per tutti? O serve un minimo di cultura enologica di base?
Winedo è per tutti coloro che vogliano capire ciò che bevono. Quante volte vi sarà capitato di rispondere a questa domanda: “Ti piace il vino? Che ne pensi?” oppure “che vino beviamo stasera a cena?”, normalmente si risponde un po’ alla buona. Oppure si va in enoteca e si comprano sempre le stesse etichette, le più diffuse e famose, per non sbagliare.
Grazie a Winedo si acquisiscono degli strumenti di base, fondamentali per rispondere alle domande di cui sopra, e non solo. Si bevono cose interessanti, che aiutano a mettere in pratica cosa si è imparato.
Come selezionate i vini che andate a proporre?
Le nostre selezioni sono per lo più di vini italiani prodotti in piccole quantità. Il nostro processo di selezione è piuttosto rigido, abbiamo ideato due certificazioni denominate “3Q” e “Grandi Bollicine”, basate su tre criteri qualitativi principali: le metodologie di produzione e raccolta delle uve, l’etica aziendale e il costo finale del vino. Insieme a degli esperti, come Luca Boccoli, giriamo l’Italia alla ricerca del buon vino che rispecchi le nostre certificazioni. Assaggiamo tutto ciò che selezioniamo, se il vino non rispecchia il nostro protocollo o non soddisfa i nostri standard di analisi organolettica, non viene proposto in piattaforma. Solo circa il 15% dei vini da noi degustati viene poi messo in vendita. Una cosa importante e non scontata: tutti i nostri vini vengono stoccati in un magazzino a temperatura controllata che ne garantisce una perfetta conservazione.
Organizzate anche dei corsi di degustazione?
Si, coerentemente con la nostra vision di “diffondere la cultura del vino nella vita quotidiana”, abbiamo creato la Winedo Academy. Svolgiamo corsi e seminari per principianti e non, presso una prestigiosa galleria d’arte contemporanea al centro di Roma: Musia Living (&) Arts, in via dei Chiavari, 9.
In generale, come giudicate la cultura enologica nel nostro Paese?
Siamo i primi produttori di vino a livello mondiale, davanti ai cugini francesi. Abbiamo dei grandissimi enologi e sommelier, ma a livello di conoscenza del consumatore, c’è ancora da fare. Il vino ha un approccio esperienziale, ma senza idonei strumenti non si impara ad apprezzarlo fino in fondo.
Per concludere, 3 vini meno conosciuti al grande pubblico che volete consigliare ai nostri lettori assieme a qualche abbinamento?
Consigliarne solo tre non è cosa semplice. Poniamo la massima attenzione nella scelta dei vini da proporre ai nostri clienti. Queste sono le bottiglie che bevo più spesso: “Redor” 2009 – Cantina Rotaliana, solo 5.000 bottiglie prodotte per una magnifica bollicina Trento Doc, perfetta con un salume trentino. “Donna Orgilla” 2017 – Azienda Agricola Fiorano, un grande pecorino di Offida (Marche), ottimo con una “cacio e pepe”. Infine un rosso: “Puit” 2015 – Kobler – un cabernet franc, Alto Adige, solo 1.200 bottiglie prodotte, eccellente in abbinamento a un abbacchio alla scottadito, per rimanere nell’ambito della cucina romana.