A Firenze la primavera è tutta in musica

A Firenze la primavera è tutta in musica

Torna con per l’81esima edizione il Maggio Musicale Fiorentino. Dimensione performativa, arti visive e sperimentazione si incontrano
Considerato uno dei maggiori eventi culturali e concepito come un Festival che partendo dall’orchestra, e ribadendo i valori della grande cultura musicale internazionale, ha indicato anche vie nuove sia nel repertorio sia nella visione generale dello spettacolo, riuscendo a coinvolgere il melodramma in misure sconosciute per l’Italia di metà Novecento, il Maggio Musicale Fiorentino torna ad animare la scena culturale fiorentina.
La sua lunga e fortunata storia ha visto il coinvolgimento di importanti pittori, scultori e architetti, per la progettazione e realizzazione di scenografie, costumi, disegni e modelli ispirati alla musica e alla sceneggiatura. Giorgio De Chirico, Felice Casorati, Gianni Vagnetti, Alberto Savinio, Fabrizio Clerici, Toti Scialoja, Gino Severini, Gian Carlo Sensani e Mario Sironi sono solo alcuni degli illustri rappresentanti dell’arte italiana che hanno partecipato alle passate edizioni.
Il prestigio di questa manifestazione artistica ha richiamato nei decenni i massimi nomi dello spettacolo musicale, giungendo a una interazione sempre più profonda tra il Festival vero e proprio e tutte le altre attività distribuite nell’anno.

L’81esimo Festival del Maggio Musicale Fiorentino avrà inizio il 5 maggio con l’opera “Cardillac” di Paul Hindemith con la direzione di Fabio Luisi. “Cardillac” racconta l’ossessione di un artista incapace di staccarsi dalle proprie creazioni arrivando all’emarginazione e all’omicidio. L’opera trae ispirazione dai tragici capolavori dell’espressionismo tedesco, in cui il delirio è portato all’esagerazione, oltre la morte. Il protagonista è un orafo, che più che un artigiano si sente un artista, un creatore. La sua furia omicida sembra colpire chi considera i suoi gioielli come mezzi di distinzione sociale o di seduzione, incapace di comprendere il loro valore artistico. Interessante dunque il nodo centrale e l’interpretazione dell’opera di Hindemith che rivela il diverso valore delle opere per il loro creatore e per coloro che le acquistano. Le repliche dello spettacolo saranno rappresentate il 9, 12 e 15 maggio.
Continuando a scorrere il programma troviamo, il 22, 25, 27 e 31 maggio, “La battaglia di Legnano” di Giuseppe Verdi che sarà diretta da Renato Palumbo con la regia di Marco Tullio Giordana vincitore del David di Donatello, del Nastro d’argento, del Globo d’oro e di numerosi altri riconoscimenti ricevuti al Festival del Cinema di Venezia, al Festival di Cannes e al Festival di Locarno. L’opera rappresentata fu composta in un momento di grande fermento patriottico, infatti pochi giorni dopo la sua prima rappresentazione Roma vide la proclamazione della Repubblica Romana e, mentre il papa cercava rifugio a Gaeta, per le strade il popolo inneggiava a Verdi e all’Italia canticchiando i brani dell’opera appena presentata.

Il Maggio ha commissionato al compositore Adriano Guarnieri “Infinita tenebra di luce”, una nuova opera il cui allestimento verrà realizzato in collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti e verrà messa in scena al teatro Goldoni.
Dalla nota di Rainer Maria Rilke «Incedi oltre su me, infinita tenebra di luce», nasce la composizione che mette in scena quattro volti immaginari – per raccontare l’interiorità dell’animo umano – che si materializzano e poi scompaiono come immagini surreali. L’opera non segue una trama narrativa e il canto, ora lineare, ora polifonico, è ricco di accensioni musicali e letterarie.
Il 19, 21 e 23 giugno in scena “Il Prigioniero” e i “Quattro pezzi sacri” di Giuseppe Verdi.
“Il Prigioniero” debuttò per la prima volta in assoluto in forma scenica proprio al Festival del Maggio nel 1950, scaturito dalla mente di Luigi Dallapiccola dopo essersi imbattuto nel racconto “La torture par l’espérance”, uno dei Contes cruels di Auguste de Villiers de l’Isle Adam.

“La Dafne” di Marco da Gagliano salirà sul palco il 25, 27 e 29 giugno prima di lasciare lo spazio a un importante anniversario: il 50° dal debutto a Firenze di Riccardo Muti che torna a dirigere al Maggio e salirà sul podio per due recite in forma di concerto: l’11 e il 13 luglio il maestro affronterà Macbeth di Giuseppe Verdi che già lo vide acclamato protagonista al Maggio del 1975. Tra gli attori Luca Salsi, Vittoria Yeo e Francesco Meli.
Sul fronte sinfonico il Festival proporrà numerosi concerti. Tra i cinque dedicati al Ciclo Sostakovic spicca il 24 maggio l’omaggio a Leonard Bernstein e in occasione del centenario dalla nascita verrà eseguita la sua sinfonia n.2 “The age of Anxiety”.
Fabio Luisi il 29 maggio dirigerà “Paulus”, oratorio di Felix Mendelssohn-Bartholdy nata nel 1832 come reazione scandalizzata alle rappresentazioni di Robert le Diable di Meyerbeer.
Infine il 22 giugno – prima degli ultimi due concerti del Ciclo Sostakovic – Zubin Mehta, Direttore Emerito a vita, salirà sul podio alla guida dell’Orchestra del Maggio portando con sé il percussionista Simone Rubino in un concerto con musiche di Peter Eotvos e le parole poetiche di Sandor Weores e Jayadeva, “Speaking Drums” eseguito in modo simile allo Sprechgesang del jazz o delle percussioni tradizionali indiane.
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