“Ad 8000 metri, tra gli squali o nel deserto: nella natura sfido me stesso”

“Ad 8000 metri, tra gli squali o nel deserto: nella natura sfido me stesso”

Quanti di noi hanno sognato da bambini di poter nuotare come uno squalo, volare come un’aquila o correre come un ghepardo. Pensieri che sono rimasti lì, in quel famoso cassetto che racchiude molti dei nostri sogni che non hanno avuto modo o tempo per realizzarsi.

C’è però una persona in Italia che non ha dovuto scegliere tra il nuotare come uno squalo, volare come un’aquila o correre come un ghepardo: perché è riuscito in ognuna di queste imprese, ed in solitaria. Danilo Callegari, friulano 34enne, ha fatto della sua vita una vera avventura in continuo contatto con la natura. Come descrivere in fondo un personaggio che ha scalato gli 8163 del Manaslu in Nepal, o che ha attraversato il deserto di Atacama in Cile, o che ha nuotato circondato dagli squali nell’oceano da Zanzibar alla Tanzania, o percorso il più grande ghiacciaio europeo in Islanda. Non ama definirsi un supereroe, “solo” un avventuriero estremo che ha fatto della sua vita un’avventura. Non fatelo però scegliere su quale sia stata l’esplorazione preferita: tra arrampicate, nuotate, voli o attraversate Danilo non può indicare la “missione” che gli è rimasta più a cuore. Sarebbe un po’ come scegliere tra mamma e papà, in fondo. Solo una cosa è certa, che accanto ad un’ottima forma fisica ci vuole soprattutto una grande forza mentale. Perché solo con la testa, prima ancora che col corpo, si possono compiere le più grandi imprese.

  • Avventuriero, esploratore, turista estremo…quale definizione preferisci?

Togliamo subito la parola turista, sono un avventuriero. Un avventuriero estremo, sintetizzo tutto quello che faccio in queste due parole perché sostanzialmente faccio avventure.

  • Sud America, Europa, Africa…hai un luogo preferito?

Una domanda alla quale fatico a rispondere. Non posso dire se è meglio correre nel bel mezzo della Tanzania oppure attraversare il più grande ghiacciaio d’Europa in Islanda o volare col parapendio sulla costa cilena sul Pacifico, o ancora attraversare tutta l’India in bicicletta. Ognuna ha dei momenti che mi hanno colpito. La cosa certa è che ho vissuto esperienze anche dure e difficili ma che ricordo con estremo piacere. L’India ha cambiato una parte interiore di me, il Sud America mi ha colpito per i paesaggi mozzafiato, l’Africa per i suoi animali, l’Islanda per l’ambiente molto severo, l’Est Europa mi ha affascinato perché ho ritrovato quello che mi dicevano i nonni su come si viveva 60 anni fa, con quei valori che in Europa occidentale non ci sono quasi più.

  • Cosa significa per te avventura? E cosa il coraggio?

Io ho reso la mia vita un’avventura. Avventura, nel mio caso personale, è pura incognita ed è eccitante in quanto tale. Studiando prima di partire posso arrivare a prevedere il 98% di quello che posso aspettarmi, rimane quel 2% che è incognita e l’avventura sta tutta lì. Il coraggio è la scintilla che ti fa fare quel passo che ti porta ad andare oltre la paura: il coraggio lo immagino come un salto in un mare nero. La paura esiste ma è importante averne il controllo, e col coraggio fai quel salto oltre.

  • Nella vita privata però chi è Danilo Callegari?

E’ un ragazzo normalissimo che fa una vita stupenda ma pur sempre con delle difficoltà magari invisibili dall’esterno. Faccio quello che mi piace fare ma ovviamente pago dei prezzi in termini di rinunce di rapporti interpersonali: per la vita che faccio ho molte conoscenze, ma pochi amici. Sono una persona però che sta inseguendo il suo sogno e tutta la mia vita ruota attorno all’avventura.

  • Come ti approcci alla natura, agli animali o alle persone?

Io ho un rispetto estremo per tutta la natura. Entro sempre in punta di piedi dove vado ad operare e a seconda dell’ambiente studio le varie situazioni che potrebbero presentarsi. Non vado armato, cerco di usare intelligenza e di muovermi con rispetto dove vivono gli animali. Poi, si sa, serve anche un po’ di fortuna. Per le persone discorso analogo, entro in punta di piedi e cerco di capire più velocemente possibile le condizioni socio politiche, culturali e religiose delle zone che vado ad esplorare. Le aree più pericolose se posso le evito, altrimenti cerco di tenere un profilo molto basso, con un rispetto assoluto per quelle che sono la cultura e le usanze del paese in cui mi trovo

  • Come affronti l’imprevisto e quanto è importante improvvisare?

E’ tanto importante il fatto di aver esperienza così come aver la mente allenata, elastica e serena. L’imprevisto me l’aspetto sempre ma in situazioni di stress o di pericolo riesco a rilassarmi tantissimo, e le vivo con la massima tranquillità possibile. E’ una tecnica che funziona, rilasso mente e corpo e riesco a gestire anche l’imprevisto più insidioso.

  • Com’è il mondo da 8000 metri d’altezza?

E’ magico, sopra gli 8000 inizi a percepire la curvatura della Terra ed è un’immagine bellissima. Non è che tocchi il cielo con un dito, ci sei proprio dentro.

  • Hai mai pensato di non farcela e mollare? E come fai un altro passo in avanti?

Quando sei nel pieno della difficoltà può capitare di pensarlo, ma solo per un attimo. Ti rispondo con la descrizione di un momento vissuto: deserto di Atacama, Cile. 120 giorni di avventura, sono in mezzo al nulla, con una bici piena di borse e totalmente insabbiato. Ad un certo punto penso di non farcela più: guardo avanti non c’è niente guardo dietro non c’è niente, cosa faccio? Mi tranquillizzo, mi guardo dentro e dico “Ma che fortuna hai ad essere in quel posto splendido in cui hai deciso tu di andare?”. In quel modo vado avanti e, finora, ne sono sempre uscito. In occasioni simili scopri che riesci a spostare oltre il limite estremo.

  • Ti è capitato di fallire un’esplorazione? Cos’è per te il fallimento?

Non ho mai fallito un’avventura, ho semplicemente rinunciato 2 volte. L’unico fallimento per me è quando non si torna più a casa, tutto il resto è rinuncia e questa è una delle più grandi esperienze della vita, benché difficilissima. Guardandomi indietro penso che se non avessi rinunciato forse non sarei qui a raccontarlo, quindi sono felice della mia scelta. Il mare, la montagna ed il deserto sono sempre lì e se ci sarà la possibilità tornerò.

  • Dici che i limiti sono nella testa. Come si superano questi limiti e quanto è importante la forza mentale?

La forza mentale è fondamentale, il 70% di ogni attività della vita si basa sulla testa; è lei che ti fa andare avanti o ti blocca. Fortunatamente la testa va ben oltre il corpo, altrimenti saremmo troppo limitati. I limiti secondo il mio punto di vista esistono solo nella nostra testa. Mi spiego: più che superarli i limiti si spostano, l’importante è capire che questi limiti sono mentali ma anche nell’ottica della preparazione, spesso veniamo bloccati da un limite ritenuto problematico ma ci frena prima la testa che la condizione fisica. La testa ti fa fare quel famoso salto. Il tutto ovviamente rapportato alla sfera personale di ognuno.

  • Progetti futuri?

Top secret al momento per un semplice motivo: sarà un’avventura veramente grandiosa che sto preparando da un anno e che partirà nella seconda metà del 2018. Dico “dovrebbe” perché per ora sto lavorando sull’aspetto economico: è un’avventura estremamente costosa e con gli sponsor non ho coperto il 100% del costo. Per questo attendo a lanciarla pubblicamente perché se non partirò ripiegherò su un’altra avventura ma in un ambiente totalmente diverso e con costi differenti. Sarà comunque una grandiosa avventura mista.

Per scoprire tutte le avventure di Danilo, visitate il suo sito internet https://danilocallegari.com/danilo/

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Alessandro Creta