Cinema per Archi

Cinema per Archi

Un meritato tributo ad alcune delle eccellenze della musica per cinema è stato offerto, il 9 ottobre nello Spazio Risonanze del Parco della Musica di Roma, a tre grandi nomi del panorama compositivo italiano: Nino Rota, Ennio Morricone e Nicola Piovani. Tre Premi Oscar che hanno dato un contributo eccezionale alla musica italiana nel mondo con colonne sonore memorabili lasciando una testimonianza indelebile del genio creativo italiano. L’occasione è stata la presentazione del disco “Cinema per Archi” (Arcana A 440, 1 CD, www.outhere-music.com) che vede protagonisti gli Archi dell’Orchestra di Santa Cecilia cimentarsi sotto la direzione di Luigi Piovano in trascrizioni per archi di alcune notissime musiche per film dei tre compositori, accanto ad altre composizioni puramente “speculative” che ampliano la nostra conoscenza sull’arte compositiva di Rota, Morricone e Piovani. Tre universi sonori quelli presentati in questa antologia, dove le aspettative vengono regolarmente attese grazie ad una scelta raffinata: si va dal “Concerto per archi” e alcuni brani da “La Strada” e “Amarcord” di Fellini e “Romeo e Giulietta” di Zeffirelli messi in musica da Rota, al tema del “Gabriel’s oboe” da “Mission”, il “Mosé”, il dodecafonico “Musica per 11 archi” e il trasognante “Arcate di archi. Meditazione in Re maggiore” di Morricone, sino ad arrivare a Piovani con “Il Canto dei Neutrini” per violoncello e orchestra e due brani tratti da “La vita è bella”. Tre modi di approcciare la musica per film ma anche tre modi di affrontare il linguaggio musicale “assoluto”, libero da ogni esigenza dettata dalla pellicola, in cui i tre compositori offrono, ciascuno a loro modo e secondo le singole sensibilità musicali, delle suggestioni sonore di grande bellezza. La riuscita di questo progetto discografico è dovuta anche all’ottima direzione di Luigi Piovano, che è anche primo violoncello dell’Orchestra di Santa Cecilia; una direzione, la sua, capace di esaltare le ammiccanti sinuosità dei brani di Rota, il senso melodico “infinito” di Morricone, e la ricca vena popolare di Piovani.

Franco Bruni