Il Signor Distruggere, il realismo cinico che conquista la Rete

Il Signor Distruggere, il realismo cinico che conquista la Rete

Il personaggio del web del momento si racconta, oltre alla crociata contro le mamme pancine c’è di più. “Il Signor Distruggere”, alias Vincenzo Maisto, è un Blogger e Influencer salernitano con la tendenza a deprimere. Trentenne ironico, acido e perfido. Lo si riconosce subito dalla spocchia.

Il “Guru” della pagina Facebook da lui gestita, tende a rispondere trattando gli altri come ebeti malgrado sia di indole quasi buona”.

Così si presenta al pubblico della Rete Vincenzo Maisto, ma, stando ai numeri – 450.000 like su Facebook, 81.600 follower su Instagram e 23.200 su Twitter – questo blogger dalla verve corrosiva e cattivissima agli utenti piace tantissimo, tanto da essersi guadagnato quest’anno anche la vittoria ai Macchianera Internet Awards 2017 nella categoria “Miglior articolo o post” per “Il fanatico mondo delle mamme”. Un realismo cinico il suo, che disvela, senza remore o paure, le dinamiche dell’incredibile sottobosco di analfabeti funzionali che popolano il web. Che un po’ fanno ridere e un po’ fanno paura. Il Signor Distruggere lo sa bene e continua a tenere occhi aperti e mente affilata, proponendo contenuti originali e sferzanti: impossibile non stargli dietro.

Vincenzo Maisto aka Il Signor Distruggere: da blogger a influencer, come si è evoluta la tua esperienza sul web?

In realtà bazzico il web da 20 anni, iniziando giovanissimo col frequentare forum su The X-Files. Mi considero IL fan italiano per eccellenza, stalker ufficiale degli attori protagonisti e fanatico del genere sci-fi. Aprii nel 2006 un blog sulla tv e le serie televisive, che però non ottenne molto successo. “Il Signor Distruggere” è l’ultimo, aperto come pagina su Facebook nel 2011, con una denominazione un po’ più romanzata e come blog vero e proprio un paio di anni dopo. Iniziai con la rubrica “Il mio essere Choosy” che era una raccolta di mie esperienze lavorative assurde e ignobili, raccolte nel libro del 2015 “Distruggere i sogni altrui esponendo la realtà oggettiva” e che facevano il verso al ministro del lavoro dell’epoca Fornero. Il blogger è il gestore di un blog e dei suoi contenuti, potrebbe anche non essere continuo nei suoi aggiornamenti, né essere seguito da alcuno. L’Influencer, invece, potrebbe anche non avere un blog, ma solo un profilo Instagram o un qualsiasi altro social. È capace di influenzare il suo seguito, mediante i suoi social network, verso un bene, un’idea o ideale. I miei punti di vista sull’attualità, sulla politica e sui fenomeni della rete sono molto apprezzati dal mio pubblico. I casi umani dei social sono quelli su cui si fanno maggiori risate, per questo restano più impressi e diventano più virali.

Perché hai deciso di focalizzarti sul tema della maternità fanatica delle cosiddette “pancine”? Ti aspettavi di riscuotere un successo così clamoroso e virale?

In realtà non è proprio così. Primo perché delle pancine ne parlo da più di un anno, il mondo invece pare averle scoperte da due settimane. Sono comunque sempre esistite, hanno solo scovato Internet. Le loro pagine contano milioni di followers in tutto il mondo. Messe insieme farebbero apparire la Ferragni come una pulce in fatto di risonanza mediatica. Il tema della maternità, di base, non mi interessa. Il Signor Distruggere ha il 65% del suo seguito rappresentato da donne, molte di queste sono anche madri. Non è quindi una lotta alla maternità, ma all’ignoranza. Le pancine d’amore sono: ignoranti, bigotte, credulone, maschiliste e misogine. Sono tutto quello che le mie followers non vogliono essere, che nessuna donna normale vorrebbe essere. Si è parlato comunque anche di uomini, di terrapiattisti, di estremisti religiosi, di complottari, di schiavisti, etc. Come già detto il blog esiste da anni.

Le “mamme-nazi” si sono scagliate recentemente contro il nuovo spot del Buondì Motta, reo di aver sovvertito i dogmi della famiglia tradizionale: cosa pensa il Signor Distruggere in proposito?

Come ho già detto sul mio profilo Facebook, a me la pubblicità del Buondì Motta piace, ma io non sono un cliente di quel prodotto, né lo diventerò. Il mio personal mi guarda in cagnesco già quando gli dico che sogno la pizza. Figuriamoci. L’azienda, dopo un’attenta analisi del suo target di riferimento (le mamme), avrebbe dovuto capire se si trattava di donne mentalmente stabili o se di pancine d’amore. Non essendo comunque la previsione basata su una scienza esatta, io non avrei rischiato. L’importante è che se ne parli? Nì, io ne ho parlando, ma non diventerò comunque un cliente Motta. Lo spot, ripeto, è simpatico, anche se non capisco perché la bambina debba parlare come Joey Potter. Si può avere una piaga anche per lei? Tipo sbranata dalle locuste?

Quest’anno hai trionfato ai “Macchianera Internet Awards 2017” nella categoria “Miglior articolo o post”: cosa rappresenta per te questa consacrazione?

Non me l’aspettavo. Quando ho saputo che ero stato votato per la finale ho condiviso la notizia con i miei followers, sapendo che tra i miei avversari c’erano personaggi come Enrico Mentana e Selvaggia Lucarelli, quindi ritenevo di non avere speranze. Diciamo che la vittoria ha peggiorato di molto il mio già smisurato ego.

Oltre 450.000 follower solo su Facebook, per non parlare di Twitter e Instagram: senti addosso una sorta di responsabilità nel parlare e coinvolgere un numero così grande di persone?

Per la legge dei grandi numeri sbagli a prescindere, non esiste un solo argomento condiviso interamente dalle masse. Devi scegliere quello che ne fa incavolare meno. In realtà poi sono i followers che intrattengono me con i loro commenti. È un rapporto quasi alla pari.

Regalaci un “Trilogy”: scegli la storia più divertente, più imbarazzante e più surreale tra le tante raccolte sulla tua pagina.

Una sposina pancina andò al suo addio al nubilato e vide per la prima volta un uomo nudo con il fisico scolpito: lo spogliarellista. Ci fu un bacio durante la serata e scrisse in un gruppo Facebook questa storia chiedendo alle amiche un consiglio sul come ritrovarlo per fargli capire che tra di loro non poteva esserci nulla, nessun futuro. Mi scrisse poi lo stripper in questione, riconoscendosi da Mykonos, dove era in vacanza con il suo ragazzo, dicendomi che la signora poteva stare tranquilla. L’aveva dimenticata.

Ormai sappiamo bene che analfabeti funzionali di ogni tipo imperversano sul web, con manifestazioni spesso molto violente: anche in base alla tua esperienza, come valuti questo tipo di degenerazione? Esiste un “vaccino” per le “legioni di stolti” che popolano la Rete?

Purtroppo no. L’isolamento è la mia soluzione. Ho eliminato tutti i fruitori di catene di sant’Antonio o bufale varie (tranne mio padre per ragioni legate all’eredità). So che esistono ancora, ma io non li vedo e quindi sono felice.