E’ stato registrato dalla Corte dei Conti il decreto interministeriale, che disciplina l’organizzazione del contingente di Corpi civili di Pace, istituito in via sperimentale per il triennio 2014-2016.
Il decreto, che è in via di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, prevede l’invio di 500 giovani volontari che svolgeranno azioni di pace non governative nelle aree di conflitto o a rischio di conflitto e nelle aree di emergenza ambientale.
L’intervento dei Corpi civili di Pace sarà realizzato in vari campi di azione: dal sostegno ai processi di democratizzazione, di mediazione e di riconciliazione al miglioramento delle capacità operative e tecniche della società civile locale, anche tramite l’attivazione di reti tra persone, organizzazioni e istituzioni, per la risoluzione dei conflitti.
Saranno, inoltre, impegnati nel monitoraggio del rispetto dei diritti umani e del diritto umanitario, in attività umanitarie, inclusi il sostegno a profughi, sfollati e migranti e il reinserimento sociale degli ex-combattenti, la facilitazione dei rapporti tra le comunità residenti e i profughi, sfollati e migranti giunti nel medesimo territorio.
E ancora, i Corpi civili di Pace si dedicheranno alla diffusione dell’educazione alla pace e all’offrire sostegno alla popolazione civile che fronteggia emergenze ambientali, nella prevenzione e gestione dei conflitti generati da tali emergenze.
Entro 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto, saranno disciplinate le caratteristiche e le modalità per la redazione e la presentazione dei progetti di servizio civile nazionale da realizzare per la sperimentazione dei Corpi civili di Pace, unitamente ai criteri per la selezione e la valutazione.
“ I Corpi civili di Pace sono finalmente una realtà,– ha dichiarato il Sottosegretario Luigi Bobba- anche grazie all’ impegno del Governo e del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, è ora possibile avviare una sperimentazione attesa da tempo. In uno scenario internazionale in cui spesso sembra prevalere la logica del terrore, dell’uso della forza, del ricorso al conflitto armato, questa modello sperimentale si propone l’obiettivo della ricerca di vie alternative all’uso della forza militare quale strumento principe per la risoluzione dei conflitti. Si punta sul fattore umano, – continua Bobba- e sulla cooperazione tra persone, gruppi sociali e popoli in linea con la vocazione che da sempre distingue il nostro Paese nel costruire azioni di solidarietà, di dialogo e di pace nel mondo. E’ anche importante sottolineare – aggiunge il Sottosegretario- che i Corpi civili di Pace saranno coinvolti nel compito ambizioso di sostenere le capacità operative e tecniche della società civile e delle istituzioni. Ciò richiede competenze, capacità e sensibilità particolari, che non mancheranno, di certo, ai giovani che sceglieranno di impegnarsi su “nuovi fronti”, anche grazie ad una formazione mirata e qualificata, appositamente prevista dal decreto. I giovani – conclude Bobba- saranno impegnati in aree critiche, pertanto, nella fase preparatoria sarà posta particolare attenzione alle condizioni di sicurezza che dovranno garantire la loro incolumità”.
Domenico Daniele Battaglia