Spoleto Festival: la cultura dei due mondi

Spoleto Festival: la cultura dei due mondi

Nato dall’intenzione del suo fondatore Gian Carlo Menotti, di realizzare, attraverso la creazione di un terreno fertile di incontri , il fortunato sposalizio tra l’arte “dei due mondi” per antonomasia, l’America e l’Europa, Spoleto Festival si propone sin dalla sua nascita , in quel lontano 1958, di celebrare le poliedriche forme e le eclettiche espressioni dell’arte italiana ed internazionale. E così anche quest’ anno, con un valzer che si muove dalla prosa alla lirica, dalla danza all’arte oratoria, dalla musica al cinema, nello scenario unico della Piazza del Duomo, il Festival dei due Mondi porta in scena l’originalità e l’avanguardia di arte, musica e spettacolo sul palcoscenico di una grande festa che si terrà fino al 15 luglio nell’antico borgo umbro. Oscillando tra la matrice dualistica di antichità e contemporaneità della sua espressione artistica, Spoleto55 viene riallestito nella straordinaria cornice di Palazzo Collicola Spazio Umbria, luogo deputato ad accogliere gli artisti e i giornalisti del Festival e ad ospitare gli incontri con la stampa.

“Il progetto Spazio Umbria – spiega Fabrizio Bracco Assessore alla Cultura della Regione- nasce con l′obiettivo di comunicare in maniera innovativa l’Umbria, aprendo una finestra sulle molteplici identità che la caratterizzano all′esterno: il paesaggio, i borghi e le città d′arte, gli eventi culturali e i festival della creatività, le eccellenze imprenditoriali e i prodotti tipici. Tramite questo spazio ci si propone di raccontare l′anima umbra attraverso il genius loci, la creatività presente nelle sue produzioni culturali e nei suoi manufatti, nella qualità architettonica dei suoi centri abitati e nel suo paesaggio incontaminato”. Fernanda Cecchini, Assessore regionale alle Politiche Agricole, aggiunge: “Il Festival dei Due Mondi di Spoleto è uno dei grandi eventi della cultura e dello spettacolo in Italia; una vetrina irripetibile per presentare al mondo l′Umbria, il suo territorio, le sue bellezze, la sua storia, i colori, i profumi e i sapori. Spazio Umbria è dunque il luogo e l′occasione per comunicare agli appassionati e ai professionisti della cultura il Festival, i programmi e gli eventi che ne fanno per due settimane il cuore pulsante della cultura italiana”.

Il Comune di Spoleto celebra la scultura contemporanea attraverso le opere di una cinquantina di artisti italiani che si dislocheranno tra Palazzo Collicola Arti Visive e vari luoghi della città. Per le vie di Spoleto, in altri musei e sedi istituzionali si svilupperanno tre mappature: una prima di carattere storico (che prenderà forma il prossimo autunno grazie a una serie di totem che testimonieranno, attraverso immagini fotografiche del 1962, la collocazione delle opere della prima mostra); una seconda, sempre di carattere storico, dedicata al riposizionamento di alcune opere del 1962 nei luoghi d´origine (Consagra e Pomodoro in particolare), oltre alla creazione di un archivio con i materiali storici del progetto; una terza di taglio contemporaneo in cui decine di artisti collocheranno le loro opere scultoree nei luoghi più affascinanti della Spoleto storica.
Contributi alla psicologia della vita amorosa – uno scritto di Sigmund Freud del 1917 – presta il titolo alla 3ª Rassegna di Cinema e Psicoanalisi. Scelta narcisistica e scelta oggettuale, alternanza e contiguità, continuità e improvvise cesure si declinano all′interno di questa rassegna: un percorso che si snoda tra amore fraterno e filiale, tra amore di coppia etero e omosessuale, dalla passione cieca alla separazione, dalla delicatezza adolescenziale che accompagna la nascita del sentimento amoroso alla perversione amorosa nella sua accezione classica. A partire dai sei film presentati, la complessità della relazione amorosa viene affrontata coinvolgendo pubblico, autori, critici e psicoanalisti della Società Psicoanalitica Italiana, sul tema che Freud definisce: “le condizioni amorose secondo le quali gli uomini attuano la loro scelta oggettuale, e il modo con cui conciliano le esigenze della loro immaginazione con la realtà”.
Tra le numerosissime iniziative Il Festival presenterà uno dei grandi capolavori del Teatro musicale del ′900. Come Henze e Menotti, Benjamin Britten – di cui si vuole anticipare la celebrazione della nascita (1913) – è stato compositore di uno dei più affascinanti drammi che non solo il teatro lirico ma il teatro in genere abbiano mai avuto. Tratto da uno dei più celebri lavori di Henry James Il giro di vite, che andrà in scena al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti, è un racconto che si insinua nei misteri del Male, in un contrasto tra innocenza e dannazione, tra realtà e immaginazione, tra serenità ed inquietudine, tra adolescenza e maturità.
Al Chiostro San Nicolò “Le Beatrici” di Stefano Benni proporranno un teatro graffiante e diretto che riflette sull’enigmaticità della figura femminile, mentre Aleteia Communication curerà la serie di incontri Istinto di conversazione, condotti dal giornalista Oliviero Beha, in omaggio alla dichiarazione del filosofo Jürgen Habermas: “solo riprendere a parlarsi ci salverà”. Con un filo conduttore generazionale, al cospetto di ospiti d’eccezione, gli incontri saranno dedicati alla libertà, al tempo ritrovato e al piacere dello scambio e della relazione basati sulla parola.

Il Concerto Finale che si terrà nella serata del 15 luglio, sarà un viaggio affascinante che avrà inizio con il Principe Igor prigioniero dei nomadi Polvcy nelle Danze Polovesiane di Alexander Borodin (insegnante di chimica presso l′Accademia di Medicina di San Pietroburgo e musicista per diletto), proseguirà nel Romeo e Giulietta di Pëtr Il´i? ?ajkovskij, con il celebre Tema d′amore affidato al corno inglese, per concludersi con la Sinfonia n. 5, accolta trionfalmente da compositori come Grieg e Dvo?ák nonostante il dichiarato pessimismo dell′autore. L′Orchestre National du Capitole de Toulouse, tra le maggiori compagini sinfoniche mondiali, guidata dal direttore stabile Tugan Sokhiev, esalterà la potenza dei due celebri compositori russi.
Tuttavia il Festival offrirà anche agli spettatori più giovani l’opportunità di vivere, da protagonisti, la lunga kermesse umbra, grazie all’iniziativa “Il Festival siamo noi”, concorso aperto alle scuole di ogni ordine e grado della Regione Umbria. Il tema del concorso investe la memoria di Spoleto nel cinquantesimo anniversario di “Sculture nella Città”, la storica esposizione di arte contemporanea che nel 1962 fu affidata alla responsabilità dell′intera cittadinanza. Con “Tutti all′Opera per il Festival”, Spoleto 55 apre alle scuole la sua programmazione artistica promuovendo incontri con addetti ai lavori sugli aspetti tecnici e artistici di uno spettacolo teatrale.
Davanti a questo ricco e variegato copione di un Festival che celebra le colorate tessere di un brillante mosaico chiamato arte, non ci resta che vivere Spoleto, celebrando, in sintonia con Gian Carlo Menotti, la nostra irrinunciabile “vacanza dell’anima”.

di Samantha De Martin