Renzo Piano e la casa della discordia

Renzo Piano e la casa della discordia

Fino a che punto l’Arte deve piegarsi agli interessi economici? In che modo le logiche del commerciale possono prevaricare le istanze culturali? Il pomo della discordia è costituito dalla “casa evolutiva”, un’abitazione modulare ampliabile spingendo le pareti. Si tratta di un pezzo di avanguardia architettonica, realizzata in Umbria tra il ’78 e l’inizio degli anni ’80, replicata in tre esempi esclusivi che si trovano a Solomeo, Bastia Umbra e Corciano. Col passare degli anni le condizioni delle case sono andate peggiorando, al punto da metterne in dubbio la sopravvivenza. Ma mentre per il quartiere di Corciano il problema non si pone e a Solomeo si è deciso di risistemare il prototipo disabitato da tempo, diverso è il discorso per l’unità di Bastia Umbra.
L’unità di Bastia per 30 anni ha svolto il ruolo di casa famiglia accogliendo persone con difficoltà di relazione, con un progetto di adattamenti mirati alla riabilitazione, fino al trasferimento all’agriturismo ‘La Contessina’, nel giugno dello scorso anno: col tempo, infatti, si erano avute infiltrazioni dal tetto che rendevano invivibile l’ambiente. A oggi la casa versa in stato di abbandono ma piuttosto che valutare eventuali interventi di ristrutturazione sembra che debba essere presto abbattuta – come ha messo in luce la tesi di uno studente della Facoltà di Ingegneria di Perugia, Carlo Rossi, con Relatore il Prof. Ing. Paolo Belardi – perché si trova nel bel mezzo di un’area che è in fase di riconversione, l’area del Quadrilatero. La risistemazione generale del Quadrilatero prevede dei parcheggi al posto degli essiccatoi e un supermercato di piccole dimensioni. Il Comune non ha intenzione per ora di porre il vincolo artistico, come ha confermato il sindaco Stefano Ansideri. E la Asl 2, proprietaria del terreno e dello stabile, fa sapere che è ancora in fase di verifica del sito.
Da qui le polemiche tra chi sostiene che l’ex casa famiglia non sia altro che “edilizia prefabbricata” e quindi non valga la pena salvarla: “Abbiamo atteso tanto per il piano di riqualificazione, con un gran peso economico, ma ora siamo in piena sintonia con il sindaco – afferma Davide Baldelli, progettista della Costruzioni Baldelli srl di Terni, l’azienda che ha in mano la ristrutturazione del Quadrilatero. E chi invece si batte per la sua conservazione, facendo notare che nei casi in cui il bene architettonico non sia parte di un sistema, cittadino o rurale, e non sorga in zone interessate da rilevanti afflussi turistici l’attenzione delle autorità locali ceda il passo a considerazioni d’altro tipo e gli interessi commerciali soverchiano quelli strettamente culturali.
Anche senza considerare il valore della firma di Renzo Piano e Peter Rice, l’importanza della “Casa famiglia” può essere individuata nel significato storico di cui porta memoria: l’idea originaria era stata infatti modificata per venire incontro alle esigenze dei reclusi dei manicomi e delle strutture ospedaliere psichiatriche (siamo negli anni precedenti la legge Basaglia sulla chiusura dei manicomi).

Ivano Basile