Il Bene Oscuro. Il genio, la ricerca, la vita

Il Bene Oscuro. Il genio, la ricerca, la vita
Bayer per il sociale e Istituto San Raffaele del Monte Tabor presentano in prima visione tv su Rete 4 Il Bene Oscuro. Il genio, la ricerca, la vita, un film diretto da Ettore Pasculli – padre del cinema digitale italiano d’autore - realizzato con l’obiettivo di trasferire conoscenze sul mondo della ricerca e sulla vita dei ricercatori. Il film, che andrà in onda mercoledì 17 alle ore 16.30, sarà anche un importante strumento di raccolta fondi per la ricerca scientifica sulla leucemia – argomento del film. Infatti chiamando, al costo di 1€ da rete mobile o fissa abilitata, al numero 899 030329 è possibile contribuire concretamente all’avanzamento della ricerca.
Il film è la storia di Eugenio, un promettente medico ricercatore di medicina molecolare, la cui vita s’intreccia con quella di una pattinatrice e della gemella. Costretto ad emigrare per i continui attriti con l’ambiente accademico, Eugenio realizza la sua grande intuizione in Germania. Viene poi richiamato a lavorare in Italia, al San Raffaele, dove ritrova la sua pattinatrice, Daria. Purtroppo le loro vite si complicano ed entrambi si scontrano ben presto con la realtà della malattia e con una nuova dimensione familiare.
I contenuti del film sono stati sviluppati con la collaborazione e il sostegno organizzativo di medici e ricercatori del San Raffaele come Fabio Ciceri, primario di ematologia e Chiara Bonini, Responsabile del laboratorio di Ematologia sperimentale. L’apporto degli specialisti del San Raffaele è stato fondamentale per la costruzione della ricerca messa in atto dal protagonista. Il contenuto scientifico del film si basa infatti su un lavoro che l’Istituto sta sviluppando e che consiste nel trasferimento di geni nei linfociti T attraverso dei vettori, che fungono da trasportatori del geni, e che hanno origine virale. I linfociti T sono dotati di un recettore, una molecola - T cells receptor - diversa ed unica per ogni linfocita. Pochi rari linfociti hanno un tipo di T cell receptor che permette loro di riconoscere con elevata affinità (cioè molto efficacemente) e distruggere la leucemia. Il gene di questo T cell receptor diretto verso la leucemia potrebbe, se isolato in laboratorio, e trasferito in altri linfociti costituire una componente molto importante nel riconoscimento e nella cura delle leucemie. Si tratterebbe di sfruttare una capacità che c’è già in natura, ovvero potenziare attraverso la terapia genica i linfociti T e infonderli ad un malato in modo che riconoscano la malattia. Questa ricerca è ancora in fase sperimentale e non ancora testata su pazienti.
Il film ha voluto proiettare questo progetto in una fase futura, di sperimentazione clinica, anche per raccontare l’esperienza di collaborazione e sinergia tra chi lavora in laboratorio e chi al letto dei malati. Una collaborazione necessaria per il successo delle nuove terapie e già ampiamente sperimentata al San Raffaele nel campo della terapia genica e in tanti settori della medicina. “L’interazione multidisciplinare tra ricerca di base e clinica, diagnosi e trattamento della malattia è indispensabile per lo sviluppo di nuovi farmaci e cure per combattere la malattia” aggiunge Maurizio Savi, Direttore Operativo Ricerca San Raffaele.
Il film è diretto da Ettore Pasculli, uno dei padri italiani del cinema digitale d’autore, secondo il quale «questa opportunità si inserisce in un percorso iniziato grazie alle nuove tecnologie, su un nuovo filone di film per il sociale che può contribuire a sensibilizzare il pubblico sul tema della ricerca scientifica».
La positività dei valori legati alla professionalità e all’entusiasmo dei giovani ricercatori è il messaggio principale che il film vuole trasmettere al pubblico. “Quella dei giovani che fanno ricerca, passando dal microscopio alla corsia degli ospedali, è una risorsa fondamentale per il futuro della nostra società, una realtà da conoscere e sostenere per evitare la fuga dei cervelli all’estero” aggiunge Daniele Rosa direttore comunicazione Gruppo Bayer in Italia.
**a cura della Redazione**
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